"O l'azienda non ha un piano o è reticente", dice il coordinamento
SIENA. Dopo un anno e mezzo dalla sua nascita la domanda più ricorrente tra i suoi impiegati è proprio questa, anche a seguito delle affermazioni ricevute dal Sindacato il 10 giugno scorso sia dall’A.D. che dai vertici delle risorse umane, cosa farà l’azienda nei cambiamenti ormai imminenti che ci piomberanno addosso, c’è un piano per la prosecuzione dello sbandierato contratto di 18 anni anche con il possibile acquirente?
Beh, penso sia palese a tutti che l’azienda o non ha un piano o è reticente nel farci conoscere come stanno le cose. E dire che il nostro intento in quella riunione era di fornire una visione più coesa, nonostante le cause che tanto disturbano l’azienda nell’approccio commerciale alla ricerca di nuove commesse, con i lavoratori che chiedono ancora dopo un anno e mezzo solo di veder nascere un NOSTRO accordo, che sia comprensivo anche del Contratto Integrativo Aziendale con il quale superare le dimenticanze che alla nascita parte dei sindacati e la Banca hanno omesso di inserire nell’accordo del 21 Dicembre 2013.
A questo punto le OO.SS. hanno anche chiarito come tale accordo, peraltro a costo zero, avrebbe dato il segnale di un’Azienda che crede nel futuro e che prende impegni con i propri dipendenti dando segnali concreti della solidità e volontà nel proseguire gli obbiettivi del piano industriale con un corpo lavorativo che collabora fattivamente al loro raggiungimento. Purtroppo in questo momento l’azienda ritiene che non ci siano i presupposti per la firma di un accordo tranne che per una cosa: la formazione del 2016, che guarda caso gli consentirebbe di arrivare ai 200.000 euro del Fondo Interbancario; cosa dire, sembra proprio che vista la mala parata si cerchi di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
A tutto questo non va dimenticato che dalla nascita ad oggi una sensazione mai sopita è che sia nata un’Azienda con due gambe ma che purtroppo le stesse camminino in direzioni diverse (ancora oggi sulle buste paga il centro di costo non è comunque Fruendo bensì c’è chi trova un poco comprensibile BA e chi un altrettanto incomprensibile AC), sarà per questo che non è possibile firmare un accordo che prevede anche la non esternalizzazione per tutto il periodo del piano industriale.
Ad oggi, mettendo da parte lo sconcerto per la posizione aziendale, ribadiamo comunque che queste incertezze in presenza delle minacce che si profilano all’orizzonte siano inaccettabili e che mai come in questo momento sia il momento di essere ,da veri imprenditori, capaci di fare le scelte giuste!
IL COORDINAMENTO FRUENDO