Il convegno dell'Acri verterà anche sulla rifocalizzazione della missione verso la sussidiarietà e il volontariat
SIENA. Intervistato da Toscana24-Il Sole 24 Ore, il presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich ha affermato: “Non credo al matrimonio per la Banca entro il 2015. Non credo che i tempi saranno così immediati”, ma ha continuato dicendo di nutrire la speranza che “il Monte arrivi all’appuntamento da una posizione di forza, cioè completamente risanato. Da questo punto di vista, i dati del primo trimestre sono incoraggianti”.
Secondo Clarich la partecipazione dell’1,55% in Mps “a questo punto è una partecipazione stabile e funzionale a mantenere il legame di Banca Mps con il territorio, come ci impone lo statuto”; il presidente ha escluso fusioni con altri enti di origine bancaria: “Dopo le ultime mosse abbiamo un buon equilibrio patrimoniale, e rispettiamo ampiamente i parametri della carta dell’Acri”.
Al congresso dell’Acri che si apre domani (18 giugno) a Lucca “affronteremo i temi della rifocalizzazione della missione verso la sussidiarietà e il volontariato”, ha affermato Marcello Clarich. “L’origine bancaria e l’obiettivo statutario della beneficenza – spiega – sono alla base del dualismo interno alle Fondazioni. Fin dai tempi della legge Ciampi ho sempre pensato e detto che questo dualismo creava un’ambiguità. Per tutto questo tempo, le Fondazioni hanno giocato su due tavoli e non di rado ha prevalso l’anima bancaria”. La crisi del settore bancario, secondo Clarich, “ha messo in evidenza il grado di rischiosità della concentrazione patrimoniale: finiti i dividendi, sono cominciati guai. Non per tutti, ovviamente, e non per tutti alla stessa maniera. Ecco perché è diventato urgente fare chiarezza, anche se una cosa è arrivare a questo cambio di pelle con il consenso, come vuol fare il protocollo, altra cosa è quando la crisi di una banca rischia di mangiarsi il non profit della Fondazione. La trasformazione è fisiologica, ma non mancano le patologie, come nei casi di Siena e Genova”