Con un film sul difficile lungo dopoguerra in Bosnia Erzegovina chiude l’evento a cura di Visionaria
SIENA. Esma, la protagonista bosniaca del film in programma giovedì 11 giugno alle 21.15 nel Cortile del Rettorato dell’Università di Siena nell’ambito della rassegna “Crescere in pace: a conoscenza tra i popoli al cinema”, ha un segreto. Lavora come cameriera in un fumoso e losco club; vive con l’adolescente, irrequieta, adorata e irrispettosa figlia Sara. E chi sia il padre di Sara è l’angoscioso segreto che la tormenta. Riuscirà a rivelarlo a sua figlia?
Sullo sfondo c’è la Sarajevo del 2006. Una città stravolta e cambiata per sempre dalle dolorose ferite della lunga guerra jugoslava. Nel raccontarcela, la regista bosniaca Jasmila Zbanic non usa filtri. Il suo “Il segreto di Esma” è un film che non ha paura diella verità e la dice per quella che è. Purtropo le tracce degli assedi serbo-bosniaci sono ancora tangibili e visibili, non solo nel tessuto urbano ma anche nell’animo delle persone. E con ciò bisognerà fare i conti per chissà quanto altro tempo.
Con una riflessione critica e pungente sul quel che resta di una delle tante grandi lacerazioni del Novecento, si conclude la rasegna curata da Visionaria nell’ambito del progetto “Danze, immagini e riflessioni su storia, politiche e azioni”promosso dallo sportello Europe Direct dell’Università di Siena per l’anno europeo dello sviluppo, insieme all’Associazione culturale Visionaria e la Compagnia ADARTE con la collaborazione con l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario e il patrocinio dei Comuni di Siena e Poggibonsi.
Una proposta culturale nuova che ha raccontato attraverso lo sguardo di alcuni straordinari autori del cinema europeo il Novecento, secolo di guerre e di ricostruzioni, puntando lo sguardo soprattutto sui difficili rapporti tra i popoli, attraverso la lente delle “storie minori” che poi sono quelle che fanno la grande Storia, quella con S maiuscola.