La richiesta di maggiori informazioni nasce da una lunga serie di premesse a partire dalla mancata approvazione del bilancio di previsione 2009, causato, pare, dalla presenza di un disavanzo di oltre 2 milioni di euro.
Il timore, però – considerato il "buco" venuto fuori dalle finanze dell'ateneo senese – è che il dissesto dell'Università per stranieri di Siena contempli cifre ben più preoccupanti, almeno a detta di chi opera all'interno dell'ente. Ed anche in considerazione della decisione di tenere chiusa la struttura dal 23 dicembre al 7 febbraio.
Il gruppo di An in consiglio nel documento che sarà discusso domani (13 gennaio) ricorda la nascita dell'Università per Stranieri di Siena, quando da Istituto di Cultura divenne, appunto, una università che acquisì prestigio "per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo". Ed è proprio nel campo dell'insegnamento della lingua e della cultura italiana che l’’Università per Stranieri di Siena si è fatta conoscere anche attraverso il centro CILS (settore molto importante per la certificazione delle competenze in lingua italiana). A partire dalla metà degli anni ’90 l’Università per Stranieri di Siena ha istituito due corsi di laurea triennali e specialistici con laurea in mediazione linguistica e culturale e laurea in lingua e cultura italiana, cui si aggiungono master di 1° e 2° livello, corsi di perfezionamento in didattica, scuola di specializzazione in didattica e due dottorati.
Attualmente il numero degli studenti, cresciuto gradualmente fino agli anni '90, sta gradualmente scendendo e pare sia andato sotto i tremila studenti. Gli insegnanti pare siano 21 a tempo indeterminato e 35 a tempo determinato. Gli studenti che seguono, invece, i corsi di laurea di alta formazione sarebbero intorno ai 500 all'anno a fronte di oltre 100 docenti (comprendendo anche ricercatori e collaboratori linguistici).
I consiglieri di An Capitani, Milani e Manganelli evidenziano nel loro documento che il calo di studenti potrebbe essere derivato anche – ma non solo – dalla riduzione sempre più evidente di comunicazione e promozione dei corsi senesi, con assenza dell'esnte a fiere nazionali ed internazionali di settore. Nell'interrogazione viene ricordato che "il Ministero dell’Università e Ricerca (MIUR) eroga finanziamenti solo in base al numero degli studenti dei corsi di laurea e formazione".
Pare che – e An lo riporta in Consiglio – "per fare fronte allo stato di crisi è stato deciso di ridurre in modo particolarmente significativo l’impiego degli insegnanti di lingua e cultura italiana a tempo determinato e che i tagli interesseranno anche altri settori occupazionali della stessa Università".
Con queste premesse i consiglieri chiedono al sindaco "Se non ritenga tuttora valida per la città di Siena la presenza di una fiorente ed importante Università per Stranieri".
Qualora il sindaco "ritenga tuttora valida tale Istituzione", si chiede "Se non ritenga strategicamente opportuno che l’’Università per stranieri di Siena mantenga le ragioni e le caratteristiche per le quali è stata a suo tempo creata, ragioni e caratteristiche che derivano dal glorioso Istituto Superiore di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri".
Si chiede inoltre al sindaco di "accertare presso gli organi competenti le ragioni del mancato sviluppo di questo settore fondamentale (il centro linguistico per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana) per l’Università per Stranieri di Siena e la sua prosperità, anche considerando lo sviluppo vertiginoso dell’Università per Stranieri di Perugia".
Capitani, Milani e Manganelli chiedono al sindaco di chiarire, tramite il nominato dal Comune del CdA dell'Università per stranieri, "come sia stato possibile realizzare nel solo anno 2008 un disavanzo di oltre 2 mln di Euro".
Infine si chiede al Primo cittadino "che cosa intenda fare a tutela dei lavoratori dell’’Università per Stranieri di Siena che incolpevolmente vengono a trovarsi senza lavoro" e se, la riduzione del numero degli insegnanti del Cluss possa essere considerato un primo passo verso la chiusura dello stesso. Una operazione che, portata all'estremo, non comporti – con la perdita di studenti e quindi del finanziamento statale – la chiusura della stessa Università per stranieri di Siena.