SIENA. “Sono gli agricoltori della nostra provincia che ci chiedono un impegno concreto sulle priorità che sentono e che ci indicano chiaramente. L’agricoltura, ma anche la caccia, sono ambito in cui la Regione interviene e dove soprattutto potrà intervenire in modo più incisivo e serio e su questo terreno mi batterò da consigliere regionale. Io non ho mai fatto dichiarazione generiche e non sposo cause su cui non potrò assicurare attenzione ed un impegno concreto e proprio in virtù di questo sento il dovere di confrontarmi con i problemi dell’agricoltura senese e portarne le istanze in Regione”.
Angela Pagni, candidata del Partito Democratico al consiglio regionale, interviene per presentare le proprie idee in fatto di agricoltura e sviluppo del territorio, anche partendo dalle sollecitazioni dell’Unione Provinciale Agricoltori apparse sulla stampa.
“Il confronto su un’Imu agricola più equa e soprattutto calcolata sulla realtà e sugli effettivi rendimenti è da sempre una mia battaglia come lo è la necessità di una programmazione di area che permetta di intercettare finanziamenti europei e creare uniformità territoriale e anche queste, leggo, sono tra le priorità che l’Upa chiede ai candidati alla Regione. Il settore agricolo non soltanto è importante come volano economico per il territorio ma ne è parte integrante vera e propria, sarà quindi importante il lavoro di coordinamento tra la regione e l’agricoltura per spendere bene e nei tempi stabiliti le risorse a disposizione con il Pac 2014/2020. Formazione, informazione e azioni concrete di semplificazione saranno temi centrali per sfruttare al meglio queste opportunità per l’intero territorio. Sull’Imu ho dettato come prioritario un percorso che arrivi alla sua eliminazione o quantomeno alla nascita di un valore di equità dell’imposta tenendo conto delle reddite domenicali, per esempio. Dobbiamo poi prevedere nuove esenzioni, una per tutte quella per terreni concessi in affitto agli IAP, in modo da attivare una leva all’utilizzo del territorio”.
“Lo snellimento amministrativo servirà come salvaguardia per le aree a vocazione agricola per consentire lo sviluppo delle imprese riconoscendo loro la possibilità di realizzare le infrastrutture necessarie all’attività d’impresa, favorendo lo snellimento burocratico relativo conseguimento delle autorizzazioni necessarie. Le amministrazioni da parte loro dovranno – con l’aiuto della Regione – garantire il mantenimento dei servizi nelle zone rurali (strade, servizi per bambini, collegamento veloce ad internet, ecc.) . Ma il documento degli agricoltori parla anche della fauna selvatica, ebbene dobbiamo decisamente puntare sulla riduzione dei danni che questa causa, danni che spesso creano un circolo vizioso che mette in ginocchio intere stagioni per agricoltori e allevatori. In questo senso dobbiamo intervenire con un calendario di azioni condivise tra mondo agricolo, ambientalista e venatorio e soltanto la Regione avrà la forza legislativa e la giusta distanza per operare in modo efficace”.
“Altre idee che ho avuto in queste settimane, parlando con gli agricoltori, con le loro associazioni ma anche con le loro famiglie riguardano innanzitutto l’agricoltura sociale: la possibilità di offrire opportunità di terapia, riabilitazione integrazione lavorativa alle persone svantaggiate. Interventi in cui l’impresa agricola insieme ai soggetti istituzionali e ad altri soggetti del terzo settore potranno progettare e gestire insieme azioni mirate a ottimizzare le sinergie specifiche di ogni territorio. Ed infine sarà necessario valorizzare le nostre produzioni più e meglio di quanto fatto fino ad oggi, attraverso incentivi alla vendita diretta e alla creazione di filiere complete per i prodotti, ma penso anche all’attivazione di programmi di educazione alimentare nelle scuole per facilitare ed incentivare l’utilizzo dei prodotti locali di qualità nelle mense pubbliche”.