"I clienti costretti a pagare e le maggiori banche sull'orlo della bancarotta fraudolenta"
ROMA. Il governatore di Bankitalia Visco mette le mani avanti lavandosi la coscienza con l’informazione dei clienti, che andranno pienamente informati del fatto che potrebbero dover contribuire al risanamento di una banca, alla luce delle nuove norme europee sulla gestione delle crisi. Le banche- dice Visco “dovranno adottare un approccio nei confronti della clientela coerente con il cambiamento fondamentale apportato dalle nuove regole, che non consentono d’ora in poi il salvataggio di una banca, senza un sacrificio significativo da parte dei suoi creditori”.
I correntisti e risparmiatori, già frodati per le rilevanti collusioni degli organismi preposti alla vigilanza preventiva, che gestiscono crisi e commissariamenti bancari con criteri amicali, lasciando che commissari indagati, come nel caso del ragionier Riccardo Sora, possano continuare ad esercitare le loro mission nella Banca Popolare dell’Etruria, in caso di bancarotta, senza poter avere alcuna voce in capitolo per prevenire usi,abusi ed ordinari soprusi, debbano pagare errori, omissioni, elargizioni creditizie ad amici, compari e compagni di merende.
I correntisti così informati dalle banche, costretti da norme europee vessatorie a pagare le responsabilità ed i lauti pasti dei banchieri, pretendono tetti alle retribuzioni ed alle stock option dei manager e della stessa Bankitalia, che non debbano superare i 240.000 euro l’anno, fissati dal Governo per tutti i pubblici dipendenti, essendo scandalose alcune retribuzioni e stock option dei mandarini degli Istituti creditizi.
Visco informa correntisti e risparmiatori all’indomani del rapporto semestrale del Global Capital Index, pubblicato ai primi di aprile dal Vicepresidente della Federal Insurance Deposit Corporation, Thomas Hoenig, con la dimostrazione lampante della bancarotta fraudolenta delle grandi banche internazionali, in merito ai requisiti patrimoniali, esulando da criteri di valutazione, come Basilea II, che non prendono in considerazione i derivati e altri investimenti fuori bilancio.
Utilizzando il criterio del “patrimonio tangibile”, accettato a livello internazionale, i coefficienti di capitale delle grandi banche americane sono in media al 4,97%, per cui ogni dollaro di investimento è finanziato con 95centesimi di debito. Per alcune banche dell’Eurozona la quota è ancora più bassa, come Deutsche Bank, che ha un coefficiente di capitale del 3,05%; la spagnola Santander del 3,06%; BNP Paribas del 3,50%; Unicredit del 3,83%, cifre molto al di sotto dei requisiti patrimoniali stabiliti dall’EBA/BCE, che ha fissato standards minimi del 10,5% come adeguati per affrontare crisi sistemiche. e banche sopra elencate hanno soddisfatto quei requisiti, grazie ad un metodo di calcolo fraudolento appoggiato dall’istituto di Francoforte,che vede calcolare solo i cosiddetti investimenti “a rischio ponderato”, cioè quelli che escludono la maggior parte dei derivati e sicuramente i titoli fuori bilancio. Se si considerano tutti gli assets fuori bilancio, gli attivi totali delle banche dell’Eurozona sono quasi il triplo di quelli considerati da ECB e EBA. Ciò colloca il rapporto assets/patrimonio delle quattro banche tra 96: 4 e 97:3. In altre parole, ogni euro di investimenti è finanziato con 96-97 euro di debiti.
“Il settore dell’industria finanziaria con la più grande concentrazione di attivi è il peggio capitalizzato”, dice Hoenig, poichè opera con l’ammontare massimo di fondi a leva presi in prestito ed è il meno preparato ad assorbire perdite. Poiché l’intera industria bancaria è sottocapitalizzata, ed è quindi vulnerabili nel caso che un’impresa fallisca, al contagio e ad una crisi sistemica, vengono addossati ai correntisti tutti i rischi di crack, fallimenti, bancarotte, con la scandalosa Bankitalia -a braccetto con i banchieri-che si lava la coscienza per aver informato i risparmiatori.
Elio Lannutti (presidente Adusbef)