SIENA. Dalla Corte dei Miracoli riceviamo e pubblichiamo.
“Potrebbe sembrare assurdo, eppure in una città capoluogo di provincia, ricca di storia, di fascino, di turisti e di studenti universitari provenienti da tutta Italia, e che si è appena candidata ad essere capitale della cultura europea, un altro luogo come la Corte dei Miracoli non esiste. Più che un’associazione potremmo definirla un’istituzione, o almeno così è percepita dalle centinaia di persone che ogni mese usufruiscono dei tanti servizi messi a disposizione, ciascuno a suo modo: chi porta i propri bambini ad affrontare i primi passi di breakdance o danza indiana, gli anziani che si rilassano con lo yoga o il pilates, uomini e donne che si affidano alla competenza di insegnanti di fotografia, arti marziali, teatro, gli immigrati che vengono ad imparare (gratuitamente!) la cultura e la lingua italiana o che si avvalgono dello sportello sociale di prima accoglienza “Benvenuti!” , i ragazzi che scelgono, ogni sabato sera, di ascoltare musica di qualità in uno spazio che è divenuto negli anni punto di riferimento per l’intera scena underground toscana. Ma non solo: presentazioni di libri, mostre d’arte, spettacoli di danza e teatro. Non basterebbe un articolo per racchiudere o descrivere l’universo vasto e composito di una realtà unica, speciale, irrinunciabile quale a tutti gli effetti è la Corte dei Miracoli per una città come Siena che vive una cronica mancanza di spazi culturali e aggregativi. Ecco, vorremmo dedicarci, con la passione e l’impegno di sempre, a migliorare ancora questo mondo in continuo movimento, concentrarci sull’offerta da presentare alla cittadinanza, a tutti coloro che non hanno mai smesso di credere e di frequentare questo spazio al “confine” del centro storico. Ma non è così. Perché ancora una volta, dopo le avvisaglie dello scorso anno, siamo qui a barcamenarci tra cause giudiziarie, avvisi di sfratto, ingiunzioni di pagamento.
Non è questa, a nostro avviso, la sede per dilungarci sulle responsabilità e sugli errori commessi in passato (e di cui solo oggi, purtroppo, paghiamo le conseguenze). Quello che ci preme sottolineare, anzi urlare, all’intera cittadinanza è che non può esistere legge economica o logica di bilancio in grado di giustificare, oggi come domani, la chiusura di uno spazio unico come la Corte dei Miracoli. Nonostante l’assoluta mancanza di fondi e di aiuti economici da parte di Banca e Comune (un aspetto sul quale non vale neanche la pena soffermarsi), la nostra associazione (che, lo ricordiamo, non ha scopo di lucro) ha deciso, autonomamente, di “auto-tassarsi”, di produrre un ulteriore sforzo per venire incontro, con difficoltà ma con altrettanta decisione, alle legittime richieste dell’Usl 7, proprietario dello stabile. Eppure, all’interno di un dialogo che non si è mai interrotto in questi mesi, l’impressione è che l’asticella si vada sempre alzando e che non ci sia una reale intenzione di salvaguardare un patrimonio, lo ripetiamo, non di questa o di quella persona, non di questo o quel collettivo, ma di un’intera città. O almeno tale è sembrato essere solo pochi mesi fa, quando le istituzioni cittadine e il comitato Siena2019 hanno scelto proprio la Corte dei Miracoli come luogo di presentazione, alla giura internazionale, dei progetti per la candidatura a capitale della cultura europea. “Passato il santo, finita la festa” verrebbe da dire. Peccato che tutti, all’indomani della bocciatura, si erano affrettati a precisare che il percorso non sarebbe terminato lì, che quello era solo il primo passo, che sarebbero stati spesi soldi e competenze per investire maggiormente sulla e per la cultura. Non spetta a noi rimarcare in che stato versino luoghi prestigiosi come il Santa Maria della Scala o il Palazzo delle Papesse, la totale mancanza di musei di arte contemporanea, di luoghi associativi dove produrre e far circolare cultura, di spazi aggregativi dove poter suonare dal vivo. Non entriamo nel merito se una grande azienda, a livello nazionale, come l’Usl riesca o meno a sopravvivere con mille euro in più provenienti da una piccola associazione senza scopo di lucro come la nostra. Non ci interessa.
Quello che ci interessa è che in questi casi (altrimenti a cosa servirebbe la “cosa pubblica”?) interviene, senza se e senza ma, la politica, quella con la P maiuscola, che al di fuori di logiche di appartenenza o di schemi partitici, si assume la responsabilità di salvaguardare uno degli ultimi baluardi di cultura di una città evidentemente ancora frastornata ed orfana di schemi economico-finanziari che, piaccia o meno, non torneranno più. Serve fare quadrato, remare tutti nella stessa direzione, se è vero che la cultura, la formazione, il sostegno agli immigrati, non sono futili e vuote bandierine da sventolare sotto le elezioni per fare propaganda o raccattare qualche decina di voti, ma al contrario una priorità, un impegno non sindacabile o contrattabile secondo logiche vecchie e che non ci appartengono. Sono anni che i membri dell’attuale direttivo e tutte le persone che lavorano all’interno della Corte dei Miracoli stanno cercando, con dedizione ed impegno, di porre rimedio agli errori del passato, di migliorare continuamente l’offerta e le proposte di uno spazio già ricco di eventi, di trovare soluzioni economiche nella difficoltà generali, senza pesare eccessivamente sugli utenti. Ecco, non ci aspettiamo nessun grazie, ma forse, a pensarci bene, neanche meritiamo una sbrigativa pacca sulla spalla accompagnata da un grazioso invito ad uscire dalla porta secondaria”.