Enormi i costi di contenimento, assente la politica, silenti le vittime
GAIOLE IN CHIANTI. L’allevamento di cinghiale nel Chianti e i costi economici e paesaggistici delle recinzioni contenitive. Stando bassi, è di 18 euro al metro il costo di una recinzione contenitiva di cinghiali e cervidi per proteggere vigne, oliveti, orti, colture nel Chianti invaso dal sistematico allevamento di animali selvatici a pane e mais.
Il costo comprende i pali di sostegno, la rete krapal alta almeno due metri, i fili di ferro, l’escavatore per lo scavo della linea dove interrare la rete e la messa in possa dei pali, il costo del personale per la realizzazione. Senza contare il costo del personale per il controllo durante l’anno dei reticolati per danneggiamenti e tagli notturni.
Costi enormi per le aziende che costantemente subiscono (tacendo) danneggiamenti dall’allevamento intensivo del cinghiale erigendo ogni anno blindature sempre più alte, robuste, invasive, esteticamente irriverenti della bellezza e del paesaggio.
Il problema è ampio. Riguarda i danni all’agricoltura che l’eccesso di questi animali foraggiati provoca a viti, ulivi, muri a secco, orti, giardini, agriturismi. E’ della scorsa settimana l’intervento dei Carabinieri chiamati a scacciare una mandria di cinghiali davanti all’ingresso del Policlinico di Siena.
Cervidi e cinghiali mangiano germogli, uva, devastano boschi, c’è il problema della sicurezza stradale dove greggi di cinghiali sciamano a loro piacimento a tutte le ore. Riguarda lo smaltimento di centinaia di pelli e di interiora, dopo una battuta di caccia, che vengono gettati nei normali cassonetti della spazzatura. Spettacolo non edificante e deprimente dal punto di vista sanitario.
Le grosse aziende tacciono nonostante sia a rischio ogni anno la produzione agricola, il lavoro di un anno, posti di lavoro e stipendi per i dipendenti. Le piccole aziende arrancano e cercano di resistere come possono. Il territorio viene devastato esteticamente e fisicamente dall’allevamento sistematico di questa fauna selvatica che deve diminuire di numero.
La politica è sorda (Provincia e Regione), nonostante agricoltura e turismo siano una delle poche cose rimaste a sostenere economicamente un paese stremato. Il dibattito sul tema è statico: i cinghialai sono preda del loro fanatismo, la politica della sua assenza, le grandi aziende vittime del loro silenzio. Il territorio, la sua bellezza, la sua fruibilità, la qualità dei prodotti agricoli e il lavoro di tante persone, ne sono le vittime per il divertimento di pochi.
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