SIENA. Al policlinico Santa Maria alle Scotte, l’équipe diretta da Mario Messina ha effettuato uno straordinario intervento di chirurgia pediatrica su un bimbo appena nato. Il neonato era affetto da volvolo intestinale, una grave malformazione dell’intestino.
“Normalmente – spiega Messina – durante la vita fetale, tra l’ottava e la decima settimana di gestazione, l’intestino per svilupparsi effettua una rotazione di 270°. In questo caso invece, a causa di una malrotazione, l’organo ha compiuto una rotazione di soli 90°, attorcigliandosi intorno all’arteria che lo nutre e ciò ha compromesso il suo naturale sviluppo”. Questo avvolgimento intorno all’arteria ha bloccato il flusso sanguigno e l’intestino è andato incontro a necrosi con conseguente distruzione di buona parte dell’organo.
“Abbiamo salvato gli ultimi 20 centimetri di tessuto intestinale collegati con il colon – aggiunge Messina – e altri 25 centimetri leggermente danneggiati ma ancora vivi, collegati con il duodeno. In questo modo, con 45 centimetri di intestino, abbiamo pensato di poter garantire al piccolo la salvezza”.
Questa malformazione, chiamata volvolo prenatale, spesso porta i neonati al decesso per shock tossico, poichè il loro intestino riassorbe le tossine. “Durante la gestazione – continua Messina – con i colleghi ginecologi abbiamo subito capito che qualcosa non andava e, al momento della
nascita, grazie anche alla preziosa collaborazione della Terapia Intensiva Neonatale diretta da Franco Bagnoli, degli anestesisti e degli infermieri, siamo prontamente intervenuti chirurgicamente”. L’intervento, effettuato 16 giorni fa, è riuscito ed è uno dei pochi di questo tipo che vengono realizzati in Italia. “Oggi il bambino, per la prima volta, ha assaggiato il latte – conclude Messina – e per noi è stata una piccola vittoria. Verificheremo attentamente come reagirà all’alimentazione nei prossimi giorni ma siamo convinti che, dopo un adattamento di 4-5 mesi, riuscirà ad avere una vita normale”.
“Normalmente – spiega Messina – durante la vita fetale, tra l’ottava e la decima settimana di gestazione, l’intestino per svilupparsi effettua una rotazione di 270°. In questo caso invece, a causa di una malrotazione, l’organo ha compiuto una rotazione di soli 90°, attorcigliandosi intorno all’arteria che lo nutre e ciò ha compromesso il suo naturale sviluppo”. Questo avvolgimento intorno all’arteria ha bloccato il flusso sanguigno e l’intestino è andato incontro a necrosi con conseguente distruzione di buona parte dell’organo.
“Abbiamo salvato gli ultimi 20 centimetri di tessuto intestinale collegati con il colon – aggiunge Messina – e altri 25 centimetri leggermente danneggiati ma ancora vivi, collegati con il duodeno. In questo modo, con 45 centimetri di intestino, abbiamo pensato di poter garantire al piccolo la salvezza”.
Questa malformazione, chiamata volvolo prenatale, spesso porta i neonati al decesso per shock tossico, poichè il loro intestino riassorbe le tossine. “Durante la gestazione – continua Messina – con i colleghi ginecologi abbiamo subito capito che qualcosa non andava e, al momento della
nascita, grazie anche alla preziosa collaborazione della Terapia Intensiva Neonatale diretta da Franco Bagnoli, degli anestesisti e degli infermieri, siamo prontamente intervenuti chirurgicamente”. L’intervento, effettuato 16 giorni fa, è riuscito ed è uno dei pochi di questo tipo che vengono realizzati in Italia. “Oggi il bambino, per la prima volta, ha assaggiato il latte – conclude Messina – e per noi è stata una piccola vittoria. Verificheremo attentamente come reagirà all’alimentazione nei prossimi giorni ma siamo convinti che, dopo un adattamento di 4-5 mesi, riuscirà ad avere una vita normale”.