Si laurea in giurisprudenza a 50 anni
“La decisione di iscrivermi all’Università è arrivata quasi per caso – racconta Patrizia -, certo non avrei mai pensato di raggiungere un traguardo così importante, ma la vita e il lavoro, a volte riservano sorprese che mai avrei immaginato. Nel 1968 i miei genitori si trasferiscono da San Rocco a Pilli a Racconigi in provincia di Cuneo, abbandonando la campagna per una delle tante città del nord in cerca di lavoro e stipendio sicuro”.
“Nel 1985 – prosegue Patrizia – arriva il diploma triennale di scuola media superiore e dopo aver consegnato il mio primo e unico curriculum, vengo assunta dalla Ferrero di Alba con la mansione di carrellista-magazziniere. Lavoro, casa, mutuo, famiglia tutto bene, ma il grigio del cielo del nord e la nebbia anche d’agosto, ci spingono a fare una scelta importante, lasciare tutto per vivere in Toscana”.
Qando arriva la prima svolta? “Nel 1993, quando io e mio marito decidiamo di dare un futuro migliore a nostro figlio e scegliamo la Maremma come luogo dove abitare.
Pochi mesi dopo preparo il mio secondo curriculum e dopo un lungo colloquio vengo assunta nel 1994 dalla Whirlpool come carrellista. Lavorare mi ha sempre gratificata, ma a volte non ci si accontenta più e per chi come me ha voglia di crescere, di mettersi alla prova, di rimettersi in discussione, le occasioni si presentano; così un giorno durante una di quelle lunghe code che si fanno nei corridoi delle scuole per i ricevimenti dei genitori, mentre aspettavo il mio turno per parlare ai professori dell’Istituto Einaudi di Grosseto, trascorro il tempo a leggere ogni sorta di inserzione e foglietto che svolazzano nella bacheca della scuola. La mia attenzione si focalizza su un titolo in particolare: diploma di scuola media superiore per studenti lavoratori. Dopo aver chiesto informazioni all’ufficio competente ne esco con la modulistica da compilare e da restituire con la documentazione richesta”.
La vita di Patrizia così ha una seconda svolta. “A 42 anni, da madre di due figli di 15 e 3 anni, moglie, operaia e pendolare divento anche studentessa iscrivendomi al quarto anno di Tecnico della Gestione Aziendale a Grosseto, dove inizio a frequentare regolarmente la scuola utilizzando le famose 150 ore previste nel Contratto Nazionale di Lavoro”.
Il tragitto per Patrizia si dilata in modo esponenziale, “da 7 mezzi pubblici al giorno per andare e tornare dal lavoro da Paganico a Siena, mi trovo ad utilizzare 8 mezzi pubblici che da Paganico mi portano a Siena e da Siena direttamente a Grosseto per poi rientrare la sera alle 21 a Paganico”.
Il Diploma arriva dopo due anni di grandi sacrifici, dove non sono mancate interrogazioni e verifiche, “il giorno degli esami di Stato ho presentato la mia tesina sul primo giorno di lavoro in fabbrica di un operaio metalmeccanico, vissuto da un operaio” ricorda. “Non potrò mai dimenticare le espressioni dei professori – aggiunge – che l’hanno letta e i pianti delle mie colleghe di lavoro che l’hanno voluta leggere e l’hanno voluta portare a casa per farla leggere ai loro mariti e figli. Tutte loro si sono riviste in quella descrizione facendo riemergere sensazioni che solo chi le ha passate sa cosa vogliono dire. Un pianto carico di emozioni e condivisione di rassegnazione a una vita lavorativa poco gratificante”.
Il Diploma di Maturità “…mi ha permesso di smettere di indossare la tuta da operaia, le scarpe antinfortunistica che tutto avevano, tranne che i tratti della femminilità”. Qui per Patrizia arriva un’altra svolta. “Dal sedile di un muletto ero passata ad una poltrona in pelle ed ergonomica in un ufficio tutto mio”. Ma la felicità per la sua gratificazione non dura molto, anche lei sarà chiamata a una nuova prova di carattere. “Quando la crisi globale ha bussato alla porta della Whirlpool, ho deciso nuovamente di mettermi alla prova, facendo un salto ancora più alto e così a 46 anni mi sono iscritta all’Università. Il primo anno ho lavorato e studiato con grande fatica, ma con tanto spirito di sacrificio portando avanti gli studi con un impegno costante e superando regolarmente e puntualmente tutti gli esami”.
Patrizia descrive la sua vita quotidiana durante gli studi: “I miei libri, gli appunti, le dispense profumavano di ragù e di polpette fritte, non di rado gli schizzi del mangiare completavano il lavoro degli evidenziatori sui miei appunti”.
“I due anni successivi divento lavoratore in “mobilità” e mi dedico esclusivamente allo studio.
Durante l’ultimo anno di Università ho avuto la possibilità, a differenza di molti miei ex colleghi di lavoro, di sostenere e superare dei colloqui di lavoro grazie anche al percorso di studi fatti”.
“Non ho avuto molti colloqui, visti i tempi di crisi, ma quei pochi colloqui, comunque mi assicuravano un dignitoso tenore di vita; nonostante tutto ho rinunciato per poi scegliere la proposta dell’Organizzazione Sindacale UIL di Firenze, la quale, assumendomi con regolare contratto di lavoro, mi ha assegnato l’incarico di “Delegato di bacino per l’Artigianato” per Area Toscana Sud Siena e Grosseto per la tutela dei diritti dei lavoratori subordinati” conclude. Quella di Patrizia è una storia dalla quale prendere esempio.