ROMA. E’ stata raggiunta l’intesa per il rinnovo del contratto dei bancari. “Dopo un anno e mezzo di durissime trattative, i bancari hanno finalmente un loro contratto nazionale. In questo modo è stata scongiurata l’eventuale disapplicazione del contratto stesso, che avrebbe creato enormi problemi ai lavoratori lasciandoli senza tutele”, lo sottolinea in una nota Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, dopo la firma dell’ipotesi d’accordo sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 309mila lavoratori bancari, raggiunto tra Abi e sindacati alle 5 di questa mattina (1° aprile).
”Con l’ipotesi d’accordo è stata mantenuta e difesa l’area contrattuale, sono stati valorizzati gli inquadramenti, evitando una riforma degli stessi che avrebbe creato notevoli disagi e problemi – spiega Sileoni -. Il salario d’ingresso per i giovani assunti attraverso il fondo per l’occupazione è stato aumentato dell’8% e, dal punto di vista sociale, è stata creata una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Gli aumenti economici sono pari a 85 euro da riparametrare e avranno una scadenza al primo ottobre 2016, 1 ottobre 2017 e 1 ottobre 2018”.
”Sono state date risposte concrete ai problemi occupazionali e sotto l’aspetto economico si è recuperata l’inflazione. In tema di modello di banca, creazione di nuove attività e professioni sono stati previsti confronti con le banche, attraverso un monitoraggio periodico – aggiunge Sileoni -. La categoria ha quindi un proprio contratto che scadrà il 31 dicembre del 2018 e potrà così gestire con più garanzie e meno disagi una difficile fase di riorganizzazione del settore, che partirà a breve con una nuova ondata di fusioni, a causa anche della riforma delle banche popolari recentemente diventata legge”.
”Si chiude, così, una fase conflittuale e di grande disagio che è stato possibile superare soltanto con la determinazione dell’intero movimento sindacale, sostenuto dal consenso e dai sacrifici dei lavoratori bancari -conclude Sileoni-. L’accordo sarà sottoposto alle assemblee dei lavoratori, che dovranno concludersi entro il 15 giugno”.
Il Casl dell’Abi guidato dal presidente di Mps. Alessandro Profumo. aveva fissato, con il supporto dell’esecutivo, l’ultima scadenza del 31 marzo per trovare un accordo “ma non a non ogni costo”, pena la disapplicazione del contratto. I sindacati avevano interrotto le trattative sul tema della salvaguardia dell’occupazione, una richiesta definita irricevibile secondo Profumo in un momento di profonde trasformazioni del settore ancora colpito peraltro dalla crisi. L’impasse è stata superata con l’inserimento di soluzioni per l’occupazione che tenessero conto anche dell’anima sociale, specie verso i giovani e la creazione di una piattaforma bilaterale per la ricollocazione nel settore del personale licenziato in caso di crisi aziendali. Al tavolo ieri quindi si e’ arrivati con un altro clima per discutere il tema finale dell’aumento economico ma non sono mancati momenti di confronto nella notte con alcune posizioni fra i sindacati non allineate. La firma ha ancora la sospensiva del via libera dell’esecutivo e delle assemblee dei rispettivi sindacati. Ora le banche e le organizzazioni potranno gestire meglio e senza conflitti una fase di ristrutturazione del settore che coinvolgerà, a detta di molti, non solo le popolari per effetto del decreto del governo ma anche molti altri istituti di credito.