Un commento sul direttore di Confindustria candidato dal PD alle regionali
SIENA. Qualcuno a Siena ha detto: “pensatela come volete, ma solo da queste parti il direttore di Confindustria si candida per il PD…”. Già. Quel che accade a Siena ormai non stupisce più. La Città ha perso la netta percezione del bianco e del nero, che invece la contraddistingue nella balzana. E lo ha fatto da tempo, svendendo la propria indipendenza economica, soggiacendo a logiche esterne, che di fatto hanno portato all’espropriazione della Banca, per soddisfare logiche personalistiche e di potere di pochi individui collegati da un ‘fil rouge’, che poco aveva di ideologico e che, a forza di aggrovigliamenti e rigiri, ha finito per irretire, con le sue lusinghe, un’intera città, rendendo il tutto indistinguibile o peggio ‘compromesso’. Galleggiamenti e piroette di molti protagonisti della ‘Siena da bere’ di qualche anno fa non dovrebbero più stupire… ma tant’è.
Oggi, dopo il disastro conclamato, qualcuno, non senza qualche imbarazzo, dice di essersi sentito preso in giro, ingannato da chi alimentava la ‘grandeur senese’, comprando banche al quadruplo del loro valore (Antonveneta), sovvenzionando Calcio e Basket ai massimi livelli, vaneggiando di un ‘modello Siena’ che non esisteva se non grazie ai soldi (facili) di MPS, che, tramite la Fondazione, erogava a pioggia, senza distinzione di merito e criteri di sostenibilità e redditività degli investimenti. Chi denunciava i disastri imminenti, con argomentazioni spesso documentate e verificabili con semplice buon senso, veniva visto come semplice ‘antagonista’, che agiva secondo la logica della mera contrapposizione politica (quando andava bene, altrimenti era un disfattista), e non già – come effettivamente era e come la cronaca ha sancito – ispirato da lucido e genuino interesse per le sorti della Città. Ragionare con la logica “dei gruppi”, talvolta, può impedire forse di immaginare che vi siano persone che ragionano con la logica “della comunità”…
Oggi i risultati nefasti li conoscano tutti, anche se nessuno pare ne sia responsabile. Il buco di bilancio all’Università? L’indebitamento del Comune? Il drastico ridimensionamento della Fondazione? Il crollo del titolo MPS? L’Aeroporto di Ampugnano? I fallimenti delle storiche società sportive di Siena Calcio e Mens Sana? Enoteca Italiana? Siena Biotech?
Tutto pare derubricato a generici ‘errori del passato’, sottacendo del tutto (o quasi) le responsabilità.
In questa logica dove tutto è possibile, non sorprende dunque che le candidature per la classe dirigente avvengano ancora secondo criteri sconosciuti ai più, e, allo stesso tempo, conosciutissimi ai soliti ‘maestri del consenso’ e ispiratori di correnti politiche e associazioni delle più varie, dentro e fuori i partiti, sempre pronti alle manovre elettorali, in vista cioè di spartizioni di potere e controllo degli equilibri politici (interni e fra fronti contrapposti) e per lo più assenti invece nella risoluzione dei problemi quotidiani dei cittadini, troppo spesso considerati solo in termini di voti da ‘carpire’ e da indirizzare per fini personalistici o di gruppo/fazione/corrente/partito.
Ecco, noi ci ribelliamo a tutto questo e cioè alla mera ‘cooptazione dei rappresentanti politici’. Visto poi quanto accaduto ad Agrigento (il candidato sostenuto da Forza Italia vincitore alle primarie PD) poco ci convincono anche le tornate elettorali ‘fatte in casa’, le primarie, dove il gioco democratico è appannaggio di chi è meglio organizzato e ‘collegato’ sul territorio, piuttosto che basato sulle effettive potenzialità del candidato ad occuparsi della Cosa Pubblica, cioè di tutti, e dunque, come tale, da gestire nell’interesse collettivo, anche se si è eletti in un partito, con i voti di una certa corrente.
Ragionare con la logica del bene diffuso è la sola caratteristica che vale veramente in un eletto dal popolo. Questo è il nostro credo di ispirazione civica. Il resto è solo (bassa) politica.
Associazione Pietraserena