Dati raccolti da Confesercenti Siena: importi al top per 9 categorie merceologiche su 9
SIENA. Siena è di gran lunga la città che fa pagare più caro alle imprese lo smaltimento rifiuti nell’area vasta della Toscana meridionale. E’ quanto risulta dai dati raccolti dal servizio Ambiente e Sicurezza di Confesercenti Siena, attingendo alle delibere 2014 (dati ufficiali) dei rispettivi Comuni presi in esame. Confrontando la TARI (tariffa rifiuti) adottata per nove categorie imprenditoriali da Siena con quella deliberata da Arezzo e Grosseto, l’onere ‘senese’ risulta il più ingente nella totalità dei casi: una tendenza che non muta se la comparazione si allarga ad altri comuni delle rispettive province analizzati a campione. Spicca ad esempio la sproporzione nella tariffa disposta per i campeggi e distributori carburanti, e quella per gli alberghi senza ristorante, dove i valori imposti agli imprenditori senesi sono quasi cinque volte quelli adottati a Cortona o Pitigliano. Rilevante anche lo squilibrio nel commercio ambulante: un banco vendita di generi alimentari è tenuto a versare a Siena 41 euro al metro quadro, quasi 3 volte di quanto paga se decide di spostarsi ad Arezzo. Il capoluogo senese è superato dagli altri due comuni senesi estrapolati a campione (San Quirico e Poggibonsi) in quattro dei nove casi analizzati (ristoranti, generi alimentari, ortofrutta).
E’ evidente nel complesso come il territorio senese sia quello che fa gravare di più sulle imprese il costo della gestione rifiuti, da tre anni assegnata ad un soggetto unico per tutta la Toscana meridionale. “E’ uno stato di cose iniquo che penalizza le imprese senesi secondo un criterio che continua a risultare oscuro – commenta amaramente il Presidente di Confesercenti Siena, Carlo Conforti – alla concorrenza già spietata del mercato in tempo di crisi, le aziende del nostro territorio si trovano a scontarne un’altra di tipo tariffario, e che finisce quindi per penalizzarle due volte. Se è vero che le tariffe vengono approvate dai singoli Comuni per i rispettivi territori, le amministrazioni comunali della provincia di Siena hanno l’obbligo morale di motivare a chi fa impresa il perché di questa ingiusta situazione”.
Secondo Confesercenti Siena, l’ormai completato passaggio dai gestori provinciali al gestore unico mette fuori tempo la determinazione di tariffe diverse da Comune a Comune: “Se è unico il gestore, allora che sia unico anche il regolamento e la relativa tariffa. Diversamente, ovvero come accade tutt’ora, si creano di fatto contribuenti di serie A e B a parità di servizio erogato. E dalla Costituzione in giù, la legge italiana non legittima questo stato di cose. Chi amministra deve rendersi conto che non è più tempo di aumenti selvaggi delle tariffe, ed è necessario piuttosto rivedere con criteri di efficienza ed economicità tutto il meccanismo che attraverso la gestione dei rifiuti concorre a formare costi che vengono riversati sui contribuenti. E’ tempo di dare risposta ad imprese e cittadini” conclude Conforti.