Firmato un accordo tra Azienda regionale per il diritto allo Studio Universitario e i comuni di Pisa, Firenze e Siena
SIENA. Anche il cibo che avanza nelle mense regionali (Novoli, via Alderotti e consiglio regionale), così come accade già nelle mense universitarie di Pisa e come presto accadrà anche in quelle di Firenze e Siena, non sarà smaltito ma verrà distribuito, attraverso Banco Alimentare e Caritas, ai più bisognosi. E’ questa la novità che emerge dalla firma dell’accordo di collaborazione, avvenuta oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, tra Regione, Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario ed i tre Comuni di Firenze, Pisa e Siena, sedi dei tre atenei, per il recupero del cibo in 6 mense universitarie.
Sul recupero del cibo delle mense universitarie, per donarlo alle organizzazioni che operano nel campo della solidarietà sociale, quella di Pisa ha fatto da apripista con il ‘Progetto Homeless’: un’esperienza promossa dalla Società della salute e realizzata con la collaborazione di coop sociali e Caritas. Prendendo spunto da questo progetto, l’accordo siglato oggi estende l’iniziativa anche alle mense universitarie di Firenze (2) e Siena (1). A queste, in virtù di un’apposita previsione contenuta nell’accordo stesso, si aggiungono anche le 3 fiorentine della Regione (centro direzionale di Novoli, via Alderotti e consiglio regionale) gestite dalla Camst.
“Siamo riusciti – spiega la vicepresidente Stefania Saccardi – a trovare un accordo con il gestore, la Camst, il Banco Alimentare e la Caritas. Il Banco si occuperà di gestire operativamente il recupero del cibo mentre la Caritas di metterlo a disposizione delle persone più bisognose attraverso le proprie strutture. L’accordo, originariamente, riguarderebbe soltanto le mense dei tre atenei ma contiene un punto che impegna la Regione a promuovere il recupero anche presso le proprie mense”.
Nelle 6 mense universitarie toscane ogni anno vengono erogati circa 2,4 milioni di pasti, più di 300 mila quelli serviti nelle tre mense della Regione a Firenze. Soltanto nelle mense universitarie si stima una rimanenza annua di quasi 104 mila pasti, pari a circa 21 tonnellate di cibo. In quelle di Pisa, dove il progetto è già in atto da alcuni anni, dal 2011 al 2014 sono stati recuperati oltre 70 mila pasti. “C’è una cospicua quantità di cibo – aggiunge Saccardi – che non viene consumato, si stima più di cento pasti ogni giorno. Una legge dello Stato, quella cosiddetta del ‘Buon Samaritano’ promuove il recupero degli alimenti invenduti, sia quelli delle mense che quelli della grande distribuzione, da parte delle organizzazioni che operano nel campo della solidarietà. In tal modo si riducono gli sprechi e una buona quantità di rifiuti e si aiutano tante persone in difficoltà”. L’accordo infatti impegna i firmatari a realizzare e promuovere percorsi ed iniziative di formazione, educazione e sensibilizzazione che vanno in questa direzione. “A quest – conclude Stefania Saccardi – vorrei aggiungere che nelle future procedure di gara per l’assegnazione dei servizi di ristorazione delle mense regionali inseriremo clausole in favore di quei soggetti che si impegneranno al recupero delle eccedenze alimentari”.
“Il recupero di cibo non consumato nelle mense universitarie per destinarlo a persone e famiglie bisognose – dichiara il presidente DSU Marco Moretti – è un atto dovuto di sensibilità sociale dell’Azienda regionale per il Diritto allo Studio. Questa iniziativa è una operazione che va in continuità con quanto fatto fino ad ora ed esprimo i più sinceri ringraziamenti al consigliere Consani che ha seguito questo progetto in tutte le sue fasi. L’esperienza già maturata a Pisa – conclude – ed oggi estesa a tutte le sedi di ateneo della Toscana consente di rendere omogenea una buona prassi su tutto il territorio regionale”.
“Partiamo da buone pratiche – commenta l’assessora alle politiche sociali del Comune di Pisa Sandra Capuzzi – che diventano patrimonio di tutti. Un accordo che ci permetterà di recuperare lo spreco e che crea un’altra sinergia tra i tre territori sedi di università, un’iniziativa innovativa sotto tutti i punti di vista”. Soddisfatta anche l’assessora alle politiche sociali del Comune di Siena, Anna Ferretti, che considera “l’accordo firmato oggi di estrema importanza perchè ci consente di mettere in rete un’altra realtà del nostro territorio per poter sostenere le famiglie in difficoltà. Già esistono intese con Misericordia e Caritas. A queste si aggiunge quello con il DSU che ci permette di rendere operativo l’intervento”. Infine il commento dell’assessore al welfare del Comune di Firenze, Sara Funaro, che giudica l’iniziativa “importante perchè fa capire la sensibilità delle istituzioni nei riguardi di un tema così delicato. Il Comune di Firenze ha dato subito la propria disponibilità. Un impegno rilevante in un momento di riorganizzazione e di razionalizzazione delle risorse”.