Schede a cura di Paola Dei
Cloro Genere: Drammatico Regia: Lamberto Sanfelice Attori: Sara Serraiocco, Ivan Franek, Giorgio Colangeli, Anatol Sassi, Andrea Vergoni, Piera Degli Esposti Distribuzione: Good Films
La storia è quella di un fratello ed una sorella che, dopo la morte della madre, si trovano con un padre caduto in depressione che ha perso il lavoro, costringendoli a lasciare il mare per trasferirsi in montagna. Qui lo zio Tondino mette loro a disposizione una baita vicino ad un vecchio Hotel dismesso. Jennifer tenta in ogni modo di far andare le cose nel migliore dei modi e trova anche il tempo per allenarsi in piscina dove scopre le prime sensazioni del sesso. Dalla dimensione liquida che più le si confà Jannifer deve passare ad una condizione più terrena e pesante riprovando ad abitare il suo corpo. Molto intensi i primi piani ed i momenti durante i quali Jennifer offre al nostro sguardo i virtuosismi della sua vita in acqua, dove galleggia, gioca, respira, attinge energia. Girato tra Ostia e la Maiella, Cloro esplora le possibilità di un nuovo cinema dove Sanfelice riduce i dialoghi e si affida a un’interprete intensa, già apparsa in Salvo, che non ci racconta il dolore ma c’è ne mostra gli effetti dentro un costume da bagno che racchiude i suoi sogni di bambina e di adulta.
Ma che bella sorpresa Genere: Commedia Regia: Alessandro Genovesi Attori: Claudio Bisio, Frank Matano, Valentina Lodovin, Chiara Baschetti, Ornella Vanoni, Renato Pozzetto Distribuzione: Medusa
Un professore di lettere di un liceo di Napoli, simpatico ma anche monocorde, viene lasciato dalla sua fidanzata napoletana che gli preferisce un tipo del Nord Europa estroverso e avventuroso. Guido viene aiutato a sostenere l’abbandono da un suo ex allievo diventato professore di ginnastica ma i suoi pensieri navigano in una unica direzione: quella della vendetta, fin quando Silvia, una avvenente vicina di casa bussa la sua porta risvegliandolo dal torpore. Gradevoli e ben calibrate le interpretazioni di Ornella Vanoni e Bruno Pozzetto, nei panni del padre e della madre del protagonista. Dopo Soap Opera, genovesi ci riprova intessendo la sua commedia con un ritmo incalzante portandola fuori dai soliti schemi a cui siamo abituati. La scrittura è ben calibrata e qualche risata assicurata.
Mark Schultz, viene contattato da emissari del miliardario John Dupont, erede della dinastia di industriali, decide di finanziare e costruire un team di lottatori che tengano alto il vessillo degli USA alle Olimpiadi di Seul dell’anno 1988. Per Mark è l’occasione per ari scattare la sua posizione con il fratello maggiore e accetta la proposta ma ben presto si rende conto che Dupont soffre di una forma di dipendenza dalla madre anziana. Ispirato ad una storia vera il film ci mostra la complessità di un sistema sportivo statunitense che fa crescere campioni che credono di possedere una cultura (si è laureato) mentre invece sono stati semplicemente accolti grazie alle loro qualità atletiche. Ispirato ad una storia vera, il film mette in evidenza un campione tanto forte e aiutante fisicamente quanto fragile psicologicamente che, proprio per questo motivo, accetta di mettersi al servizio di chi gli prospetta un futuro grande e luminoso ma ha una psiche altrettanto debole. Con queste premesse e con i due personaggi descritti la strada verso l’abisso è scontata e la lotta psicologica contro il male del vivere si mostra molto più forte della lotta fisica.
Cenerentola Genere: Fantastico,
Le favole non passano mai di moda e ci avvincono con quel fascino di eternità che calca desideri e sogni della storia dell’umanità. Lilly, figlia di un mercante, resta orfana di madre ed il padre si risposa portando in casa la matrigna e le sue figlie. Cenerentola è circondata da donne gelose e malvagie verso le quali potrebbe avere un comportamento più aggressivo, ma lei non dimentica mai le ultime parole dettele dalla madre quando la esortava ad “avere coraggio ed essere gentile”. La giovane fanciulla che per bontà d’animo non disprezza neppure chi la maltratta conosce il suo Principe ma deve superare altri ostacoli per vivere la sua storia d’amore, ma, come in tute le favole che allietano il cuore, alla fine c’è la farà.
Suite francese Genere: Sentimentale, Guerra Regia: Saul Dibb Attori: Michelle Williams, Kristin Scott-Thomas, Matthias Schoenaerts, Ruth Wilson, Sam Riley, Margot Robbie Distribuzione: Videa
Il film tratto dal romanzo di Irene Nemirovsky, rimasto incompiuto a causa della morte dell’autrice ad Auschwitz dove fece appena in tempo a scrivere solo due dei cinque capitoli di cui immaginava dovesse essere composta l’opera, ci racconta le vicende della Francia occupata da inezia ti nel 1940. Fra sguardi, silenzi e melodie sta per nascere un amore proibito.
Il film ha una indubbia forza narrativa addolcita dalla colonna sonora che scandisce momenti di grande intensità sensuale. Il loro rifugio e il loro impossibile amore è fuori dalle brutture della guerra dove non conta più chi è che fa sentire ancora belle e desiderabili ma tutto è racchiuso nell’attimo un tempo e di un luogo che escono fuori da ogni logica razionale.
Blackhat Genere: Thriller Regia: Michael Mann Attori: Chris Hemsworth, Viola Davis, Tang Wei Distribuzione: Universal Pictures
Una centrale nucleare esplode a causa di un attacco informatico nei pressi di Hong Kong e nello stesso tempo c’è un attacco informatico ai danni della borsa di Chicago che fa alzare a livelli vertiginosi il prezzo della soia. Le superpotenze cinesi e americane comprendono che devono fermare gli attacchi e l’FBI si serve di Nick Hathaway, un criminale, per sconfiggere gli attacchi mentre lui ad opera finita, guadagnerà la libertà. Con qualche vuoto nella regia che relega i personaggi a comparse il film non avvince e convince fino in fondo.
Io sono Mateusz Genere: Drammatico Regia: Maciej Pieprzyca Attori: Dawid Ogrodnik, Kamil Tkacz, Dorota Kolak, Akradiusz Jakubik Distribuzione: Draka
Il piccolo Mateusz, grave disabile, viene lasciato a se stesso dopo che i medici si sono convinti che la sua grave forma di paralisi cerebrale è incurabile. I genitori però riescono a regalargli un’infanzia felice pure nella mancanza di comunicazione. Passano 25 anni prima che qualcuno si renda conto dell’intelligenza imprigionata in quel corpo indomabile e offra finalmente a Mateusz gli strumenti per dire chi è e chi è sempre stato. Gli occhi dell’attore che interpreta il ragazzino mostrano una disarmante espressività, ispirati dalla storia vera di Przemek, ragazzino semiparalizzato dalla nascita e incapace di parlare, che all’età di 16 anni riuscì a trovare la comprensione e le cure idonee. Le inquadrature che mostrano sempre due scene in contrasto fra di loro suddivise fa ambiente familiare e la finestra davanti alla quale siete Mateusz che osserva gli altri ed inizia così a conoscere il mondo. Nella seconda parte sono gli altri a guardare lui e gli sguardi variano mostrandoci il vero volto degli osservatori: opportunista, sconfortato, pessimista, crudeltà, sentimentalismo. Nell’ultima parte del film avviene un terzo mutamento con Mateusz finalmente in condizione di allargare la sua visione e vede al di là dell’apparenza. Il film è dedicato alla scomparsa Ewa Pieta, autrice di un primo documentario su Przemek: Like a Butterfly.