Dall’Università di Siena le soluzioni praticabili per una produzione più efficiente
SIENA. Progetti di ricerca per il miglioramento della produzione agricola nell’area del Mediterraneo, realizzabili e già finanziati: sono state presentate oggi, all’Università di Siena, a conclusione delle due giornate di convegno internazionale sulla sostenibilità nell’agricoltura, le cinque “solutions” che permetteranno, in alcuni specifici settori agricoli ed aree geografiche, di aumentare l’efficienza nella produzione alimentare e ridurre l’impatto ambientale, grazie all’apporto della tecnologia e dell’innovazione. Obiettivo dei progetti presentati è permettere uno sviluppo delle comunità locali sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, creando posti di lavoro in settori chiave dell’economia dell’area mediterranea, il miglioramento delle condizioni di vita e la stabilizzazione politica e sociale dei Paesi oggi al centro di una forte crisi.
E’ infatti il tema del lavoro come propulsore di sviluppo sociale ed economico il concetto sui cui si sono trovati d’accordo gli esperti intervenuti alla conferenza internazionale “Solutions for agri-food sustainability in the Mediterranean”, che l’Università di Siena ha organizzato come coordinatore della rete per il Mediterraneo Sustainable Development Solutions Network.
La creazione di lavoro è considerata imprescindibile per tutti i paesi che si affacciamo sul bacino del Mediterraneo. A questo può contribuire in modo decisivo la ricerca scientifica, sostenendo l’innovazione nei settori chiave dell’economia, come l’agricoltura, e creando lo sviluppo essenziale per la pace.
I progetti affrontati nelle “solutions” selezionate riguardano la trasformazione dei sottoprodotti della lavorazione della frutta e dei cereali, e gli scarti agro industriali di molti prodotti agricoli mediterranei, in ingredienti alimentari ad alto valore aggiunto, attraverso procedimenti sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico; piattaforme tecnologiche che aiutano a prevedere e controllare la presenza di parassiti delle piante, anche in base a modelli metereologici, con una riduzione ed una maggiore efficienza dei disinfestanti; sistemi tecnologici di supporto alle decisioni per praticare, in modo efficace, un’agricoltura non intensiva e distruttiva del suolo, che sappia adattarsi anche ai cambiamenti climatici in corso e alle condizioni ambientali delle regioni della sponda Sud del Mediterraneo.
I progetti, selezionati a seguito di un bando internazionale, sono stati elaborati da Fabio Fava dell’Università di Bologna, Gianni Gilioli dell’Università di Brescia e Valentina Giannini, del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici di Venezia. Una ulteriore proposta, nella categoria riservata ad un giovane ricercatore, è stata presentata dallo studente di dottorato Tommaso Campani, del dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, e riguarda metodi innovativi di riciclo dei sottoprodotti della produzione olearia, come la sansa, abbattendone la tossicità, e permettendo il loro riutilizzo come fertilizzanti nel settore agricolo e vivaistico. Questa tecnica innovativa consente una riduzione dei costi di filiera e una riduzione nell’utilizzo di fertilizzanti chimici, fornendo fertilizzanti per il suolo a km0.
A conclusione della conferenza all’Università di Siena, alla quale hanno partecipato numerosi esponenti delle istituzioni e dei centri di ricerca dei paesi mediterranei, è stata inoltre sottoscritta la “Siena Declaration”, un documento condiviso da tutti i partecipanti, nel quale la cooperazione tra i paesi, l’importanza della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, e il coinvolgimento del mondo produttivo sono stati indicati come pilastri dello sviluppo sostenibile, per un futuro di pace e prosperità nell’area del Mediterraneo.