Domani mobilitazione degli agricoltori presso il casello A1 - Valdichiana
di Lorenzo Croci
SIENA. La nuova “Imu agricola” – tassa imposta dal governo Renzi dal decreto legge del 24 gennaio scorso – ha schierato sul piede di guerra l’Upa ( Unione Provinciale Agricoltori ) oltre a diversi sindaci di comuni della nostra provincia per la sua illogicità e iniquità, concernente la modalità di esenzione sulla base di aree montane e collinari.
In base all’articolo 1 del decreto legge, l’esenzione dall’Imu agricola si applica: a) ai terreni agricoli anche se non coltivati ma ubicati nei classificati come totalmente montani, di cui all’elenco dei comuni italiani predisposto dall’Istat contrassegnati dalla lettera “T” come “Totalmente montani; b) ai terreni agricoli anche se non coltivati ma posseduti e condotti da IAP ( Imprenditore Agricolo Professionale ) e CD ( Coltivatore Diretto ) di cui all’articolo 1 del D. Lgs. n. 99/2004, iscritti alla previdenza agricola, ubicati nei comuni classificati come parzialmente montani, di cui, al predetto elenco Istat, contrassegnati con la lettera “P”.
Però il nuovo decreto legge dello scorso 24 gennaio ha deciso di estendere l’esenzione anche ai terreni concessi in affitto o comodato ad un imprenditore agricolo professionale e coltivatore diretto iscritti alla previdenza agricola, ma l’esenzione è limitata solamente ai casi dei terreni dati in affitto o in comodato da un imprenditore agricolo professionale ad un altro imprenditore agricolo professionale, o da un coltivatore diretto ad un altro coltivatore diretto, e basta. Ed è da questo semplice punto che è scaturita ed iniziata la protesta. E dal 2015 in poi, i comuni dove pagheranno tutti gli agricoltori, compresi i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli iscritti all’Inps, passeranno da 7 a 21.
L’Upa in primis non ci sta e, alla vigilia del termine ultimo per il versamento dell’imposta per i terreni che non rientrano nei nuovi parametri dell’esenzione, previsto per domani (10 febbraio), ha annunciato questa mattina una ferma presa di posizione contro questa normativa che rischia di essere un ulteriore scure sulla testa degli agricoltori
Il presidente dell’Upa di Siena Giuseppe Bicocchi ha espresso il punto cardine della protesta dichiarando: “questa è una normativa che va contro qualsiasi criterio di equità fiscale, frutto di un mancato e necessario confronto e di un iter macchiato da ritardi e incomprensioni ma, soprattutto, un decreto che penalizza pesantemente gli agricoltori della provincia di Siena. Relativamente all’anno 2014, il termine ultimo per il pagamento è il 10 febbraio, ma la data ultima per la conversione del decreto in legge è il 23 marzo; per questo motivo invitiamo i soci ad attendere nel pagamento contando poi sul “ravvedimento operoso” il quale va da un tasso di interesse dello 0,5% per il ritardi di pagamento di oltre 15 giorni con una sanzione dell’imposta dovuta pari al 3,75%”. Bicocchi ha proseguito esprimendo il fatto che questo invito a non pagare si basa su una fiducia ma soprattutto su una battaglia nelle sedi opportune affinché questo decreto iniquo ed assurdo non diventi legge. “Il governo – ha concluso il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – non può rimanere sordo ed indifferente al grido delle associazioni e anche di alcune istituzioni di un territorio, come quello senese, che è sinonimo e simbolo di quella agricoltura conosciuta nel mondo come esempio di produzione, occupazione e qualità agroalimentare”.
Univocamente anche il direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli ha espresso la propria protesta e rifiuto verso il decreto legge, dichiarando: “l’esenzione basata sulla classificazione Istat delle aree montane ( www.istat.it ) è addirittura peggiorativa rispetto al criterio altimetrico indicato nel precedente decreto legge e crea delle vere e proprie assurdità nel territorio senese andando a tangere la tanto citata democrazia, perché rischiamo anche che tutti i contributi della “Pac” ritornino nelle casse dello Stato sotto forma di prelievo fiscale andando a mettere in serio pericolo la sopravvivenza dell’imprenditoria agricoli”.
Infatti,il nuovo criterio altimetrico prevede:
“Imponibilità sotto 280m” per: Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Asciano, Sovicille, Monteriggioni;
“Imponibilità tra 281m e 600m” per: Murlo, San Giovanni d’asso, Siena, San Gimignano, Torrita di Siena, Rapolano Terme, Castelnuovo, Sinalunga, Chiusi, San Quirico d’Orcia, Casole d’Elsa, Trequanda, Pienza, Castellina in Chianti.
“Parzialmente montani con esonero solo IAP e CD con possesso e conduzione” per: Gaiole in Chianti, Cetona, Chianciano Terme, Radda in Chianti, Chiusdino, Montalcino, Sarteano, Montepulciano.
“Esonero completo territorio montano” per: Monticiano, Radicondoli, Castiglion d’Orcia, San Casciano dei Bagni, Piancastagnaio, Radicofani, Abbadia San Salvatore.
L’assurdità di questa nuova imposta è stata espressa e motivata anche dal sindaco di Casole d’Elsa, Piero Pii, il quale ha spiegato il motivo fondante della manovra di governo, il quale è finalizzato a coprire un buco di ben 350 milioni di euro dello Stato, cosicché questa nuova tassa – denominata “tassa dell’orto” – va a tangere tutti coloro che hanno un piccolo pezzo di terra indipendentemente dal reddito reale ottenibile dalla lavorazione di quel piccolo pezzo di terra: “il governo prende soldi dai comuni ciò che i comuni prendono dai cittadini”.
Di comune accordo, tutti i sindaci presenti alla conferenza di protesta, insieme al vice sindaco Fulvio Mancuso, hanno espresso, innanzitutto, l’obiettivo di fare in modo che l’Imu agricola 2014 venga cancellata e che vengano ridati i soldi ai comuni, e successivamente, l’obiettivo di una partecipazione di massa alla manifestazione di sdegno e protesta indetta per domani martedì 10 febbraio – presso il casello A1 Valdichiana a Bettolle ( Sinalunga-Si) – atta a mobilitare la viabilità dell’autostrada – attraverso carri, trattori, oltre che ad agricoltori – come forma di protesta contro l’Imu agricola.
Difatti la mobilitazione, come ha anche esperito in coro “Cia” “Confagricoltura” e “Alleanza delle Cooperative Agroalimentari”, vuole raggiungere una larga fascia di cittadini, di esponenti del mondo politico, di istituzioni, ma anche presentare idee, programmi e richieste, in modo tale che le iniziative privilegino il carattere propositivo delle rivendicazioni da parte di un settore, come quello agricolo, orgoglioso del ruolo non solo economico che riveste, ma anche sociale ed ambientale – e con forti ricadute occupazionali e turistiche – nei territori di Siena e Arezzo.
L’appuntamento di domani 10 febbraio sarà anche l’occasione per evidenziare la situazione relativa alla crisi del prezzo del latte, alla situazione sulla diminuzione di produzione di importanti settori come quello olivicolo e vitivinicolo, e sulla situazione della legge di stabilità che prevede l’incremento delle accise sul gasolio agricolo e la riduzione dell’assegnazione.