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VALDICHIANA. Il Partito Democratico della Valdichiana non ritiene opportuni i criteri di valutazione con i quali gli agricoltori dovranno pagare l’Imu sui terreni agricoli. Già con il primo decreto si erano sollevati dei dubbi sul criterio di attribuzione dell’imposta, in quanto la classificazione in base all’altimetria della sede comunale ci sembrava un criterio di distinzione alquanto sbrigativo. Con il secondo decreto del 24 Gennaio si è fatto di peggio, riprendendo la vecchia classificazione ISTAT dei comuni montani, parzialmente montani e non montani. Al di là della valutazione sulla contemporaneità di questa classificazione, essa purtroppo genera distinzioni enormi non soltanto tra comuni limitrofi, ma addirittura tra appezzamenti di terreno contigui, ma insistenti su comuni differenti. Può succedere, infatti, che un comune sia definito montano e che quindi l’agricoltore abbia le esenzioni su quel terreno e che il comune accanto non lo sia, facendo in modo che l’agricoltore vicino, possedente il terreno contiguo, debba pagare l’Imu.
Oltre a questa considerazione è importante, inoltre, aggiungere che l’agricoltura, negli ultimi due decenni, ha attraversato profondi cambiamenti che hanno mutato la distribuzione dei profitti economici degli agricoltori. Territori che 20 anni fa erano considerati “disagiati”, oggi sono economicamente più redditizi rispetto a quanto non fossero all’epoca e viceversa alcuni che lo erano di più oggi lo sono di meno.
Un criterio di valutazione differente dai due finora adottati diventa quindi un’esigenza e non una possibilità. Questa tassa oltre ad essere iniqua nella sua ripartizione, va ad incidere fortemente su quell’attività che da sempre ha dato importanza economica, turistica, salutare e paesaggistica ai nostri territori. L’agricoltura invece dovrebbe essere oggetto di maggior tutela, considerando il fatto che attualmente è uno dei pochi settori produttivi in crescita nel Paese, che da lavoro a moltissime persone e che riesce ad attrarre sempre più giovani.
A questa tassa purtroppo si è aggiunta anche la decurtazione di un 23 per cento delle forniture di gasolio agricolo; così facendo gli agricoltori saranno costretti a rifornirsi maggiormente alle “pompe normali” perdendo quindi agevolazioni per oltre 50 centesimi il litro.
Non ci dimentichiamo, inoltre, che i territori della Toscana, soprattutto del sud, sono da sempre visti come uno spettacolo paesaggistico unico al mondo non perché selvaggi, ma proprio grazie al lavoro continuo che i nostri nonni agricoltori e che gli agricoltori di oggi hanno svolto e svolgono quotidianamente con scarsi profitti e molti disagi.
E’ per questo che abbiamo deciso di rivolgere un appello ai nostri rappresentanti presso la Camera dei Deputati. Un appello affinché continuino a lavorare a stretto contatto con il Ministero per rivedere questa norma che così come è proposta ci sembra soltanto un dazio.
Pd Valdichiana – Agrinsieme Arezzo Siena