ROMA Dopo interminabili schermaglie, opposizioni e tentativi di insabbiamento, finalmente andranno a processo Alessandro Profumo (attuale presidente del MPS) ed altri 16 manager Unicredit e 3 Barclays, per una presunta frode fiscale avvenuta tra il 2007 ed il 2009 con una complessa operazione finanziaria denominata Brontos, che avrebbe sottratto al fisco ed ai contribuenti onesti, 245 milioni di euro dall’imponibile.
Il procedimento giudiziario avviato dalla Procura della Repubblica di Milano per poi passare a Bologna ed approdare a Roma su decisione della Cassazione, con l’udienza svoltasi oggi davanti al Gup capitolino Maria Grazia Gammarinaro, vede coinvolte Unicredit e Barclays, accusate di aver effettuato operazioni ad hoc con società inglesi e lussemburghesi, mascherando gli utili e facendoli figurare come dividendi, per pagare un’aliquota fiscale molto più bassa.
L’inchiesta Brontos era partita dopo che il pm di Milano Alfredo Robledo (ci sono collegamenti con la richiesta di punizione avanzata dal procuratore generale della Cassazione Ciani ?), aveva messo nel mirino una serie di operazioni che avrebbero permesso a Unicredit di pagare meno tasse nel periodo 2007-2009, con la richiesta di rinvio a giudizio avanzata il 5 giugno 2012.
Il processo aggiornato al 5 marzo prossimo, con Adusbef che potrebbe chiedere la costituzione di parte civile, sarebbe stato estinto qualora fosse stato in vigore l’art. 19 bis del decreto delega fiscale approvato nella notte del 24 dicembre, ovvero quella norma che consente di evadere e frodare il fisco sino al 3% del fatturato dichiarato, assolvendo così Alessandro Profumo (ex amministratore delegato di Unicredit), Corrado Passera (di Banca Intesa), Emilio Riva (patron dell’ILVA), Nicola Ciniero (di IBM Italia),Bruno Spagnolini (di Augusta), Pier Francesco Guargaglini (di Finmeccanica), e così via per una lunga ed infinita lista quantificati tra 16 e 20 miliardi di euro di danni erariali dall’Agenzia delle Entrate.
Elio Lannutti (Adusbef)