SIENA. Elio Lannutti, ex-senatore e presidente dall’Adusbef (Associazione di utenti bancari finanziari assicurativi e postali) ha presentato un esposto-denuncia contro il fallito tentativo di introdurre, da parte del presidente del consiglio Matteo Renzi una normativa, «probabilmente scritta da studi legali che difendono imputati eccellenti di frodi fiscali a danno della fiscalità generale e dei contribuenti onesti tartassati», anche per colpa «di evasori che sottraggono circa 120 miliardi l’anno» all’Erario, che avrebbe permesso la legalizzazione del presunto furto all’erario da parte di soggetti eccellenti. La procura di Roma dovrà indagare se il premier non sia andato oltre i limiti delle norme che regolano le sue competenze e la correttezza dei procedimenti legislativi.
Il pensiero di tutti andrà subito all’evasore per eccellenza nel panorama dei contribuenti italiani, Silvio Berlusconi, che tante agevolazioni al sé stesso imprenditore ha creato – a cominciare dalla depenalizzazione del falso in bilancio – quando ha potuto nel posto in cui si trova Renzi adesso. Ma nel nostro piccolo mondo senese questa misura di “favoritismo” sarebbe arrivata “all’ex amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo (si parla di 245 milioni di euro sottratti al fisco dal 2007 al 2009), di cui la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio nel giugno scorso”. Poi uno si può permettere facilmente di venire a lavorare gratis al Monte dei Paschi, se si dovesse stabilire che la contropartita fosse stata un colpo di spugna fiscale. Matteo Renzi potrà continuare a dire che nelle vicende di Rocca Salimbeni non vuole essere coinvolto, ma i segnali contrari certo non mancano, anzi. Di solito l’ultimo arrivato è quello che ha più appetito, come le vicende degli onorevoli M5S fuoriusciti per non dover consegnare al Movimento parte dei soldi del salario parlamentare confermano.
Intanto il manager genovese incassa una leggera benevolenza del mercato sul titolo MPS, e tutta la stampa scopre gli effetti della riforma del sistema di voto delle Popolari. «Abbiamo troppi banchieri e facciamo poco credito» ha detto Matteo Renzi e, logicamente, ha fatto una legge per colpire quelle poche che si possono permettere di farlo. “Lo ha chiesto l’Europa” detto tra il serio e il faceto, così la BCE potrà mettere le mani su qualcosa che oggi è fuori dal suo perimetro come le Casse di Risparmio locali tedesche, ma alla Merkel non le si può toccare nulla. Finirà come la grande distribuzione alimentare: le catene straniere fanno il bello e cattivo tempo, proponendo poi prodotti alimentari di fattura e tradizione estera, quasi sempre scadenti per qualità a scapito del Made in Italy. Così le Popolari, diventate Spa, saranno preda del grande capitale, salveranno il Monte perché hanno già la dimensione per farlo ma non la governance gradita, e saranno trasferite a una proprietà straniera, esattamente come successo per l’industria chimica italiana che costò la vita a Raul Gardini e a tante altre eccellenze italiane. Tutto perché la politica romana non ha un progetto politico per la Nazione da portare avanti se non l’occupazione del potere per l’evidente mancanza di immaginazione del futuro. E per Profumo il futuro prossimo venturo sono i report degli analisti finanziari che vedono il prossimo aumento di capitale di Rocca Salimbeni in arrivo a una cifra superiore a quella prevista dal Tandem. Si parla già del doppio.