SIENA. Chissà se i soci riuniti nel patto di sindacato del 9%, Btg Pactual, Fintech e la Fondazione Mps, sentono puzza di bruciato dopo aver avuto la conferma, ieri in serata, che gli investimenti fatti con l’aumento di capitale Monte dei Paschi sono sostanzialmente soldi buttati via. Palazzo Sansedoni proprio oggi riunisce la deputazione amministratrice e, anche se all’ordine del giorno non ci sono delibere sulla banca, il ritorno da Bruxelles con le pive nel sacco del Tandem che si appresta a mettere a bilancio altri 3 miliardi di crediti inesigibili, rende la discussione sugli ultimi avvenimenti imprescindibile.
Il succo, al di là delle spiegazioni contabili e della burocrazia finanziaria che accompagna l’ennesima ristrutturazione dell’istituto di credito senese, è nel fatto che senza l’alzata di ingegno della BCE di elevare l’asticella del requisito minimo di Common equity tier 1 il buon Profumo avrebbe potuto continuare a tenere occultati 3 miliardi di perdite per tutto il 2015 almeno, rendendo fasullo anche il bilancio che l’assemblea dei soci dovrà approvare entro il 30 aprile prossimo, con ogni probabilità contestualmente all’aumento da 2,1 miliardi che è improcrastinabile.
Ora c’è da capire come abbia fatto la BCE a farsi prendere per il naso per tre anni di fila. Quando Profumo è diventato presidente di MPS la banca valeva 2,5 miliardi di euro (fonte: Il Sole 24 Ore). Da allora, attraverso vari passaggi, Viola ha contabilizzato perdite per cinque volte quel capitale. Se li avesse contabilizzati in una unica soluzione, qualsiasi economista avrebbe detto che rimaneva solo una alternativa al portare i libri in tribunale: la nazionalizzazione. Così invece, a leggere i racconti slegati che ne fa qualche beneficiato da rendite pubblicitarie, sembra che ci siano dei geni alla guida della banca e della BCE, che lavorano per i cittadini al meglio delle possibilità.
Diversi commentatori hanno scritto stamattina che Rocca Salimbeni potrebbe essere costretta a contabilizzare nel capitale sociale, oltre i 2,1 mld dell’aumento che si appresta a fare, anche il miliardo di Monti bond residuo per arrivare ai parametri richiesti. Nei prossimi giorni Profumo dovrà quindi parlare anche con il governo, con quel Renzi che ha sempre mandato a dire di non volerne sapere nulla del Monte. La barca affonda? Ma non la banca. Nel giro di parole, la banca è il mare, la barca è chi ci ha navigato a piacere per tutti questi anni con i risultati che sappiamo.
Fare il piacere di salvare il Santander per conto terzi ripianandogli le perdite del takeover AMRO, mentre Fortis e Royal Bank of Scotland affrontavano il fallimento, è costato caro a un gruppo di potere interno al PD, che ha perso per volere papale anche la sponda IOR. Mai caro quanto alla città di Siena, però. Può essere che sia arrivata l’ora della resa dei conti per le intelligenze(?) che da sempre agiscono dietro le quinte, quei fantasmi evocati da Gabriello Mancini nell’ultimo incontro con i suoi fedelissimi prima del tramonto, poi rievocati dalle dichiarazioni dei galoppini senesi e non ai magistrati a mò di discolpa.