Variegato concerto lirico di brani operistici
SIENA. Domenica (18 gennaio) alle 16.30 il Coro Vico Alto di Siena si esibirà in un concerto lirico nella prestigiosa Sala del Mappamondo in Palazzo pubblico.
Il programma di brani operistici è ambizioso: vari canti allegri e spensierati si alternano a preghiere e inni per mostrare quanto la musica del Romanticismo sia stata capace di slanci di gioia e di gesti di raccolta religiosità.
Eccone una parte. Da “Il finto Stanislao”, melodramma giocoso che fu la prima opera di Giuseppe Verdi, dove la servitù si diverte alle spalle del padrone (ricordiamo che il giovane Verdi aveva da poco perso due figli e la moglie) si prosegue con quell’esplosione di gioia che ne “I due foscari” apre il carnevale in piazza San Marco a Venezia.
Il bergamasco Gaetano Donizetti ci fa rivivere poi, con la sua “Maria Stuarda” (italianizzazione di Mary Stuart, allora si usava) la sorte infelice della pretendente al trono d’Inghilterra (‘il ceppo, …la scure, …la barbara sorte’); la preghiera, struggente, nasce quindi spontanea con l’interpretazione del nostro soprano Delia Palmieri per invocare pietà per questa regina mancata.
E cosa dire della preghiera che Amilcare Ponchielli scrisse per il riscatto del popolo lituano che attende il ‘ruggito di mille leoni’ ! E’ un brano di un lirismo da far accapponare la pelle. Deve essere cantato con il cuore.
E anche con il cuore bisogna ascoltare il lamento dei profughi scozzesi che, nel Macbeth verdiano piangono la loro Patria oppressa. Chi non conosce “La Vergine degli Angeli”! Quel giorno Verdi si trovava certamente in uno stato di grazia. Un delicato arpeggio del pianoforte (Guglielmo Pianigiani) introduce al coro dei frati che accolgono la protagonista, che, con la delicata voce di Delia Palmieri, ringrazia; è tutto così bello e delicato che non sempre riusciamo a cantare senza commuoverci!
Ma non rilassatevi: è in arrivo il “Nabucodonosor” (familiarmente detto Nabucco) con ‘Gli arredi festivi’. E’ un brano di una potenza inaudita: descrive l’attesa terrifica di un’imminente invasione nemica e ci mostra da vicino le varie reazioni di disprezzo e di odio verso le barbare schiere assire. Toccante la raccomandazione accorata dei sacerdoti che le donne elevino la loro preghiera per essere risparmiate dalla furia delle falangi nemiche. E qui le fanciulle terrorizzate cantano (per la prima volta in tonalità maggiore, piena di speranza) una preghiera commovente, dolcissima, umile ma dignitosa (‘peccammo ma in cielo le nostre preghiere ottengan pietade’) nella fede che i loro guerrieri riescano a respingere le orde nemiche. Rincuorato dall’atteggiamento di speranza delle fragili fanciulle tutto il popolo canta un’intensa ode al Dio degli avi.
Diventa perciò inevitabile l’inno maestoso del Tannhauser: lo cantiamo in lingua originale, che aggiunge quel senso di gloria e determinatezza che Richard Wagner ha voluto infondere a tutto il suo ciclo eroico.
Pia Palmieri dirigerà l’intera ensamble; al pianoforte Guglielmo Pianigiani; soprano Delia Palmieri.
Ingresso libero.