SIENA. La Regione Toscana ha individuato nelle Scienze della Vita uno dei settori trainanti per il rilancio e il potenziamento della competitività regionale, guardando al miglioramento complessivo della salute e del benessere dei cittadini, ma anche alla crescita economica del territorio. I Distretti sono gli ecosistemi di riferimento creati per questo obiettivo e per favorire il dialogo e la collaborazione tra gli attori principali dei settori strategici, in primis imprese, università, soggetti territoriali e, in questo caso assai rilevante, anche il Sistema Sanitario Regionale.
In Toscana, il Distretto Scienze della vita conta su tre poli di specializzazione che fanno riferimento alle province sedi di università: Firenze, Pisa e Siena. Quest’ultima, in particolare, ha saputo mettere a valore una tradizione di ricerca biotecnologica che risale agli inizi del Novecento, attraverso lo sviluppo di un tessuto competitivo a livello internazionale dove convivono grandi imprese e start-up innovative, un ateneo d’eccellenza per didattica e ricerca, un incubatore di imprese, oggi insediato presso la Fondazione Toscana Life Sciences, che ha raggiunto negli anni i risultati attesi, e un’azienda ospedaliera che, sempre più, vede nella generazione di innovazione uno strumento fondamentale per il miglioramento dell’assistenza e della cura.
E’ su questa qualità diffusa che dobbiamo scommettere per il futuro del nostro territorio e per affrontare anche situazioni critiche – come quella che stanno vivendo Siena Biotech e i suoi lavoratori – che sono connaturate a settori in cui il rischio è un fattore intrinseco. Perché senza rischio difficilmente si genera innovazione.
La specializzazione, l’integrazione delle politiche, l’allineamento con gli scenari europei e, più in generale, con le dinamiche internazionali del settore sono gli ingredienti chiave per rendere la nostra realtà ancora più competitiva, per favorire nuovi investimenti e per sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro altamente specializzati. E’ auspicabile puntare su una dinamica di convergenza tecnologica che venga concretamente sostenuta da azioni sistemiche. Tra le principali, il potenziamento dell’alta formazione specialistica e della formazione tecnico professionale, perché la competitività del settore è massimamente legata al valore del capitale umano. Di primaria importanza è anche la messa a sistema degli strumenti e dei processi di trasferimento tecnologico, affinché favoriscano ancor di più il dialogo tra università e impresa. Questo avviene anche attraverso la condivisione e il potenziamento di piattaforme tecnologiche e di ricerca congiunte pubblico-provato e ad accesso aperto, partendo da quelle già esistenti sul territorio. In tale ottica, si inserisce il progetto di Polo senese delle Scienze della Vita, che vede nel sapere tecnico-scientifico e nella presenza della struttura e delle piattaforme tecnologiche di Siena Biotech una grande opportunità di attrazione di nuovi investimenti e di potenziamento di quelli esistenti.
In questa “partita” la Regione Toscana è stata e deve essere sempre di più il nostro interlocutore di riferimento. Negli anni la positiva collaborazione con la Regione – che ha visto in TLS sia un braccio tecnico-operativo, sia il soggetto di riferimento per il coordinamento del Distretto regionale e del progetto di Cluster nazionale – si è consolidata ed è la base su cui possiamo accelerare nella valorizzazione delle eccellenze e delle competenze del territorio senese, all’interno delle politiche regionali di settore. Questo per evitare la frammentazione degli interventi e per mettere a sistema gli sforzi in materia di sostegno all’innovazione e ai nuovi investimenti industriali, che sono le direttrice della Regione nelle politiche di Distretto Life Sciences e per la creazione della cosiddetta Pharma e Devices Valley, di cui Siena è uno degli assi strategici.
Fabrizio Landi, Presidente Fondazione Toscana Life Sciences
Rino Rappuoli, Presidente Distretto Toscano Scienze della Vita
Angelo Riccaboni, Rettore Università di Siena