FIRENZE. Voto unanime dell’aula, anche se con opinioni diverse, alla proposta di legge di modifica alle disposizioni per il gioco consapevole e per la prevenzione della ludopatia. La pdl – proponenti i consiglieri pd Marco Remaschi, Enzo Brogi e Ivan Ferrucci – nasce dall’esigenza di dare risposta ad alcune problematiche sorte durante l’attuazione della legge regionale dell’ottobre 2013, e che riguardano sostanzialmente il suo ambito applicativo.
Il testo, che si compone di otto articoli, è stato illustrato in aula dal presidente della commissione Sanità, Marco Remaschi. “Questa legge – ha detto – introduce una definizione più ampia di centri scommesse e di spazi per il gioco con vincite in denaro e chiarisce quali siano le strutture obbligate a rispettare una distanza minima”. Si interviene, poi, per ragioni di coordinamento formale, sugli articoli riguardanti gli obblighi dei gestori, la formazione e il controllo. L’atto rende quindi la legge regionale più coerente con l’obiettivo che si propone di raggiungere, ovvero la prevenzione al gioco che diventa malattia, coinvolgendo singoli, famiglie, fino a creare problemi sociali, talvolta devastanti.
“Il tema – ha detto il vicepresidente della commissione Sanità, Stefano Mugnai (Pdl) – è importante e complesso e tocca tutte le fasce sociali, anche quelle più deboli”. “E’ indubbio – aggiunge il consigliere – che avere l’offerta di sale slot vicine rende più semplice la fruizione e alto il rischio di cadere in tentazione. La tensione non va allentata, ci vuole una battaglia culturale e bisogna incentivare gli esercenti che rinunciano a quella forma di reddito derivante dal gioco”.
Maria Luisa Chincarini (Gruppo misto) ha definito la legge “un pannicello caldo su questo grave problema del nostro Paese” e ha sollecitato un “intervento del Parlamento affinchè le slot machine siano messe fuori legge”.
Il contributo culturale e concreto della legge è stato evidenziato dal consigliere Enzo Brogi (Pd): “Siamo – ha detto Brogi – tra i Paesi che più soffrono del gioco d’azzardo, tra slot e gratta e vinci, che colpisce le fasce deboli, in particolare le donne”. Brogi ha ricordato “il fatturato legato al gioco d’azzardo in Italia è di 90 miliardi di euro, il 4 per cento del prodotto interno lordo”.
Poco convinto il sì alla legge del consigliere Marco Taradash (Nuovo centrodestra): “La voterò – ha detto – consapevole che non serve a niente”. Per il consigliere “ci mancano dati” relativi a uso e abuso del gioco, ai cambiamenti intervenuti nel tempo, all’incidenza della ludopatia. “Andiamo a modificare una legge senza sapere se questa abbia inciso e in quale misura – ha aggiunto Taradash -; credo che la ludopatia appartenga a quelle malattie sociali dalle quali è difficile liberarsi”.
Dubbioso anche il sì di Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana) che afferma: “Voterò la legge anche se penso che serva a poco. Andrebbero incentivati i locali che non hanno le slot machine. Vietare l’apertura a nuove sale da gioco è ridicolo se siamo nel libero mercato”.
“Una legge importante – ha detto Rosanna Pugnalini (Pd) – per tutelare e fare prevenzione sul gioco d’azzardo. Spero che la Toscana sia punto di riferimento anche per altre regioni”.
“Lo Stato è arrendevole verso chi gestisce le sale slot – ha detto Marco Manneschi (Toscana civica riformista)- e non ha il coraggio di affrontare questa situazione. Nel combattere la ludopatia, lo Stato spende di più di quanto siano gli introiti fiscali derivanti dal gioco”. “La legge toscana va nella direzione giusta – conclude il consigliere regionale – serve per richiamare lo Stato ad una maggiore responsabilità”.
Daniela Lastri (Pd) ha ricordato l’impegno del Parlamento degli Studenti sul tema gioco d’azzardo. “I ragazzi – ha detto Lastri – si stanno documentando e adoperando, coinvolgendo anche diverse realtà per affrontare questo argomento”.