ASCIANO. Il giorno otto febbraio duemilaquindici, si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione della Bancasciano, praticamente circa quattro mesi prima della naturale scadenza, esse avverranno con il precedente consiglio ancora in carica, quindi una clamorosa balla le dimissioni dichiarate a mezzo stampa.
Questo stesso consiglio ha nominato la commissione elettorale e la data delle elezioni, a quale titolo se è dimissionario? Chi c’è dietro , che detta regole e stranezze del genere? Quale è l’obiettivo che intende raggiungere? Ad oggi non è ancora dato sapere, e ancora una volta i soci dovranno subire una situazione non conosciuta e forse neppure voluta. Non sarà per caso che il tutto sia una forzatura per tornare a parlare di fusione, alle stesse condizioni, con banca di Montepulciano? L’otto di febbraio è una data utile per riproporre il problema nel mese di giugno.
Mi immagino uno scenario e lo propongo all’attenzione: mettiamo che la banca di Montepulciano abbia da risolvere alcuni problemi importanti; situazioni incagliate che in realtà sono sofferenze e che a breve saranno costretti ad affrontare come tali, pensiamo a grandi aziende loro clienti già fallite o che falliranno a breve, pensiamo alla sede e al costo che dovrà essere affrontato, e pensiamo che forse la banca possa non avere sufficienti risorse per riuscire ad affrontare tutto ciò, e usando la loro stessa malafede pensiamo anche che qualcuno possa fare una pessima figura per come ha gestito tale partite, magari realizzando operazioni non del tutto chiare nella costruzione del bilancio.
Allora mi domando: “ cosa può esserci di meglio che prendere il salvadanaio della Bancasciano, romperlo e prelevare le sue risorse per coprire queste magagne?” come ripeto, questo è solo frutto dell’immaginazione, ma vista la titubanza a far certificare il proprio bilancio, pensar male è possibile; e anche se si tratta di un pensiero immaginario, di una persona che ha solo il coraggio di esternarlo, esso risulta condiviso con la voce del popolo e per popolo intendo tanti soci capaci di riflettere.
Il precedente consiglio di amministrazione può ripresentarsi semplicemente, mentre ogni altro socio che volesse farlo, deve presentare a sostegno della propria candidatura, entro il giorno quindici gennaio prossimo, circa centottanta firme valide, e questa è una cosa ben chiara a chi non vuole in alcun modo andar via, perché hanno ben capito che il percorso di ogni nuovo, sarà costernato da una faticosa camminata in salita, ricca di tutti gli ostacoli che loro saranno in grado di mettergli sul proprio cammino; e tutto questo per l’interesse della banca? Ci possiamo credere? Non possiamo crederci, perché questa via porta ancora una volta allo scontro.
Qualcuno ha già detto e scritto la giusta soluzione; tutti a terra e tutti alla pari, il precedente consiglio è dimissionario, non esiste più, quindi loro come gli altri dovrebbero correre alle stesse condizioni, duecento firme per tutti; purtroppo però quando c’è da nascondere la malafede, il malaffare, l’incapacità e tutto il torbido che riesce a stare dietro il vil denaro, sparisce la giustizia, l’ordine e la trasparenze, e allora l’otto di febbraio ci sarà scontro, e mi domando, i soci capiranno? saranno ancora disponibile a vedere persone che si affrontano con asprezza e con la voglia di versare il sangue, o se ne andranno verso lidi più tranquilli e sereni?boh
Massimo Mori