Nel disegno di Legge 2187, ormai prossimo alla conversione, il Governo, a sorpresa, ha inserito una serie di norme che generalizzano il lavoro accessorio in agricoltura ed ampliano le prestazioni lavorative di parenti ed affini che non danno luogo a corresponsione di retribuzione, istituendo le cosiddette “casalinghe in agricoltura”.
Queste norme sono destinate a produrre profonde distorsioni nel mercato del lavoro agricolo con ripercussioni pesanti sui diritti e sulle tutele di centinaia di migliaia di lavoratori e, in modo particolare, di lavoratrici del comparto agricolo.
Respingiamo con forza questo provvedimento e chiediamo al Governo di modificarlo.
Il lavoro in agricoltura (settore primario fondamentale) non può essere devastato da normative tese a destrutturate i diritti acquisiti, a partire dal salario.
Con tale provvedimento viene colpita particolarmente la Toscana laddove sono stati sottoscritti i contratti provinciali, che rappresentano un grande strumento di tutela per i lavoratori agricoli che rischiano in virtù di questi nuovi atti del Governo di essere fortemente indeboliti.
Il comparto agricolo ha necessità di tutele, anche maggiori, che siano adeguate al riconoscimento delle alte professionalità presenti nel settore e che contestualmente vengano riconosciute le dure condizioni di lavoro.
Ancora una volta le iniziative del Governo, eliminando diritti e tutele conquistati dalle donne anche in questo settore, risultano essere particolarmente penalizzanti nei confronti del lavoro femminile.
I lavoratori e le lavoratrici dell’agricoltura scioperano facendo appello alla società toscana tutta affinché si mobiliti insieme a loro.
L'appuntamento in Toscana è per venerdi’ (17 aprile) dalle ore 10.00 alle 12.00 davanti alla prefettura di Firenze.