Basta con i pregiudizi con Valentini?
SIENA. Qualcuno ricorderà che ho parlato di marcia dei 501 perché non ero d’accordo con le modalità di organizzazione, guidata dai consiglieri di minoranza. E infatti non mi risulta che siano riusciti ad andare oltre quella serata. Le proposte di partito dei senesi di Neri da un lato e di Tucci-Pinassi-Campanini dall’altro, già ‘unitari’ in altre occasioni, sembrano procedere parallele, cioè sono incomponibili per il vulnus del ballottaggio, non ricucito. Strada impraticabile per cui lascio alla fantasia dei giovani bloggheristi il dovere di lanciare una proposta. Loro hanno un futuro da difendere, io no: ho solo da fare analisi da vecchio professore brontolone di storia delle istituzioni. Ma sono anche pronto a riconoscere giudizi frettolosi o in parte da rivedere come su Valentini SE c’è motivo.
Non voglio dire che la mia marcia sia stata sbagliata (almeno ha provocato risposta poco serena, ed è un fatto non insignificante); voglio dire che non avevo visto l’intervista a caldo che il sindaco ha rilasciato a Canale 3 dopo Report e che Margherita Carignani Vasconetto mi ha gentilmente proposto di sentire per un giudizio. Consentite un po’ di spazio allora, per un minimo di serietà.
Chi nel 2007 e dopo ha fatto analisi fredde e motivate sulla strada imboccata dal MPS e dalla Fondazione ha tutto il diritto di criticare la leggerezza con cui il sindaco parla di colpi dati qua e là, a casaccio, e quindi di cui giustamente non avrebbe tenuto conto. E no, caro sindaco! C’è stata leggerezza grande (qualcuno l’ha chiamata bischeraggine), perché molti (tra cui Lei) hanno caricato sugli occhi delle belle fette di prosciutto che hanno impedito di vedere quello che un manipolo andava lamentando ANCHE in CONSIGLIO COMUNALE, che veniva regolarmente trasmesso (e ritrasmesso) in tv.
Chi voleva sapere poteva informarsi, e un politico di lungo corso come Lei (per di più direttamente interessato come dipendente MPS) aveva il DOVERE politico-morale di informarsi e di verificare quel che quei temerari andavano dicendo: che la Fondazione andava rischiando CONTRO LO STATUTO perché metteva tutto in azioni MPS; che l’acquisto era stato imprevidente al limite dell’incauto perché fatto senza riserva di approfondire le condizioni reali di Antonveneta (che Di Tanno ha poi dichiarato valere in realtà 2,9 miliardi: v. mia Storia di Siena, p. 261); che la Fondazione non aveva deciso nulla e solo obbediva al diktat della banca; che c’erano riserve anche tecniche rilevabili (pur nell’assenza di carte) esposte a Mancini da PL Piccini e messe agli atti del consiglio comunale.
Chi non ci ha riflettuto allora, ne è responsabile non penalmente, ovviamente, ma politicamente sì, SE aveva certe posizioni in PDS/PD e nella vita pubblica del Senese. Punto e basta.
Quando poi il sindaco dice che non è stata questione di PD ma molto più ampia, il detto è in parte vero ma fuorviante, perché messa com’è stata messa la sua dichiarazione ripetuta tende a oscurare la responsabilità del PD (il rapporto partito-banca è venuto fuori clamorosamente persino da intercettazioni ormai pubbliche e ribadito dal recente solenne incontro del sottosegretario al partito!), come in parte ha fatto la stessa puntata di Report, che si è distesa non stranamente sulla Santanché o sul Masoni anziché dire ad esempio delle precise denunce effettuate a suo tempo o che, ad esempio, già a febbraio del 2012 usciva il libro di Raffaele su Mussari, ben noto a Mondani, che lo intervistò a lungo ben prima della prima puntata (maggio?). Dove, tra parentesi, Raffaele non è stato neppur ricordato, come nella seconda puntata peraltro. Amore di padre? Sarà, ma anche fatto oggettivo che dovrebbe aprire gli occhi: ma è vero come dice il sindaco: il MPS è storia che coinvolge molti, moltissimi nel nostro Paese, e Report ha posto giustamente certi problemi: se son rose fioriranno. I giudici lavorino solerti, per cortesia anche storica nei confronti della Nazione! Che non vada a finire come lo scandalo della Banca Romana dipende in gran parte da loro.
Ma dove Valentini ha riempito parte del bicchiere, anche senza trarne però conseguenze esplicite, è laddove dice che non si può essere tranquilli a Siena fintantoché non sarà fatta chiarezza. BRAVO! Siamo tutti d’accordo su questo, caro Sindaco! Ma una dichiarazione così va portata a conseguenze concrete: essa non può restare una petizione di principio per far bella figura con i telespettatori e mettere le coscienze dei semplici a posto.
E portarla a conseguenze concrete vuol dire che c’è da fare un percorso diverso da quello della magistratura. Vuol dire chiarire i legami politici, chi ha dato retta a chi, a Roma come a Siena o altrove. Procurarsi verbali, testimonianze (politiche, non giudiziarie), ricordi non della Liberazione del ’44, ma della delinquenza di QUESTI NOSTRI ANNI! E se il partito non collabora con il sindaco o con una commissione comunale che chiede certe cose, com’è facile immaginare, allora il problema è quello della rifondazione del Partito almeno a Siena (a Roma il tema è all’odg ora per altri motivi diversi, ma analoghi).
Bicchiere mezzo pieno, quindi, SE il sindaco porterà avanti i propositi che ha dichiarato. E, dovendo tutelare gli interessi della città, dovrebbe farlo. O sto sbagliando? Se non si pone ora questo problema, quando lo si pone?
Quindi, caro sindaco, rafforzi la Sua posizione nell’unico modo possibile: facendo vedere che non chiacchiera soltanto, ma che sa portare ad effetti le proprie parole nell’interesse della città.
Quali consiglieri comunali vorranno dargli una mano? Una bella discussione su cosa si può e deve fare ormai non sarebbe utile? Cosa fare per avere chiarezza e saldare il conto con il recente passato? NON è necessario per ripartire con qualche speranza?
Mario Ascheri