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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Dal Consiglio comunale di Siena

I primi interventi in aula

Consiglio comunale di Siena

Consiglio comunale di Siena (foto di Mirco Mugnai)

SIENA. La recente elezione del presidente dell’Autorità Idrica Toscana (AIT) ha costituito il tema dell’interrogazione odierna di Michele Pinassi (Siena 5 Stelle). L’AIT svolge funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato e, lo scorso 19 novembre, l’assemblea dei sindaci era chiamata a individuarne il nuovo presidente, a seguito della scadenza del mandato elettorale di Alessandro Cosimi da sindaco di Livorno.
“La deliberazione n° 6/2012 con la quale era stato nominato il presidente dell’AIT – ha detto Pinassi – attestava una validità di tre anni per l’incarico conferito al sindaco di Livorno: quindi, fino al 1° ottobre 2015. Addirittura, l’atto contemplava anche il subentro di un eventuale nuovo sindaco del Comune labronico in caso di cessazione o decadenza dalla carica, nel corso del triennio, da parte di Cosimi. Chiedo pertanto – ha proseguito Pinassi – perché l’assemblea dei sindaci abbia optato per Emilio Bonifazi, sindaco di Grosseto, invece che per la sostituzione “di diritto” a favore di Filippo Nogarin, nuovo primo cittadino di Livorno dopo le ultime elezioni, come avrebbe invece richiesto il rispetto della delibera del 2012. Mi viene da supporre che la motivazione sia da trovare nell’appartenenza politica di Nogarin: unico sindaco toscano del Movimento 5 Stelle”.
E’ stato il sindaco Bruno Valentini, che ha partecipato personalmente all’assemblea del 19 novembre, a dare la risposta al consigliere 5 Stelle: “L’AIT, al momento del suo esordio, due anni fa – ha introdotto Valentini – doveva individuare il presidente. Fino a quel momento, ciascuno dei sei ambiti territoriali toscani aveva lavorato in sostanziale autonomia, senza alcuna interazione con gli altri, e quindi non sapevamo quale criterio adottare per la scelta di una persona che doveva ben rappresentare tutti. In quel momento, ci siamo quindi affidati all’autorevolezza e alle garanzie che ci assicurava il presidente dell’ANCI Toscana, Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno. Ma è chiaro che non c’era nessuna intenzione di nominare “vita natural durante” il sindaco di Livorno, in quanto tale, a presiedere l’AIT. Quella stessa delibera – ha proseguito il sindaco – sanciva che, in assenza o impedimento del presidente, le funzioni sono svolte da un suo delegato; mentre, in caso di anticipata cessazione o decadenza dalla carica di sindaco da parte di Cosimi, era previsto il possibile subentro del nuovo sindaco di Livorno. Quindi, avevamo previsto che il sindaco di Livorno, Cosimi, potesse essere sostituito da un altro sindaco di Livorno soltanto in caso di anticipata cessazione o decadenza. Escludendo, pertanto, la fine naturale del mandato e della legislatura. L’assemblea – ha continuato il primo cittadino – era libera di scegliere un altro presidente: cosa che abbiamo fatto con la nomina del sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, di cui come senesi dovremmo essere felici. Con Grosseto, infatti, abbiamo condiviso un importante lavoro nell’ATO che riunisce tutti i Comuni della provincia di Grosseto e gran parte di quelli del territorio senese, dove partivamo da un’esperienza contrassegnata da una gestione economica deficitaria e che oggi, invece, segna un utile rilevante. La scelta di Bonifazi è anche un riconoscimento a questa operazione”.
“Mi meraviglio – ha concluso Valentini – che, per motivazioni politiche di parte, un consigliere comunale di Siena possa nutrire dubbi sull’opportunità di nominare chi rappresenta la nostra storia istituzionale e societaria, come in questo caso il sindaco di Grosseto, privilegiando, invece, il sindaco di Livorno in quanto espressione del suo stesso movimento politico”.
Pinassi si è dichiarato “totalmente insoddisfatto e non convinto dalle spiegazioni del sindaco: credo piuttosto – ha concluso il consigliere – che si poteva dar seguito alla delibera e che si è preferito optare per una sua totale reinterpretazione. Sarebbe bastato scrivere meglio nella delibera in oggetto che Cosimi era stato scelto in quanto presidente dell’ANCI. Alla luce di tutto, ritengo che si sia trattato di una grande forzatura”.

Il tema dell’inquinamento elettromagnetico e dei suoi possibili effetti sulla salute è stato oggetto di un’interrogazione di Marco Falorni (Impegno per Siena), il quale ha espresso preoccupazione per l’antenna recentemente installata su uno dei bastioni della Fortezza medicea, in corrispondenza del cancello di ingresso della scuola elementare “Achille Sclavo”. Il consigliere, in particolare, ha chiesto all’amministrazione “quale sia la funzione di tale antenna e chi, e con quale iter procedurale, ne abbia autorizzato l’installazione; inoltre, se tale iniziativa sia stata accompagnata da un confronto, o almeno un’informativa, con il personale docente e le famiglie degli alunni”. Falorni, invitando l’amministrazione a “dare rassicurazioni sul rispetto dei parametri di legge in termini di distanze da mantenere dagli edifici scolastici” e “che, quindi, l’inquinamento elettromagnetico – ha proseguito – non arrechi danno a nessuno e, in particolare, ai bambini della Sclavo”, ha comunque espresso perplessità rispetto alla “scelta di installare l’antenna proprio sul bastione della Fortezza maggiormente frequentato da persone”.

L’assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Mazzini, ha risposto con pronte rassicurazioni sul tema dei rischi per la salute: “Sul palo indicato dal consigliere Falorni – ha specificato Mazzini – sono presenti una telecamera e un’antenna di polo funzionali a un impianto di videosorveglianza a servizio dello stesso istituto scolastico. Tale strumentazione serve per il collegamento della telecamera con il Comando di Polizia Municipale e utilizza, comunque, frequenze estremamente basse dell’ordine dei milli-Watt, che portano a escludere qualsiasi possibilità di inquinamento elettromagnetico”. In merito all’iter procedurale e autorizzativo dell’installazione, Mazzini ha sottolineato come l’impianto di videosorveglianza fosse stato espressamente richiesto dal personale insegnante dell’istituto e dal dirigente scolastico Guasparri “con la motivazione dei ripetuti furti – ha spiegato l’assessore – di materiale didattico e di personal computer che avvenivano nel plesso, con tanto di denuncia agli organi inquirenti competenti. Fu per questo che, nel 2005/2006, il sindaco e la giunta di allora, a seguito di incontri con il personale scolastico, proposero l’installazione dell’impianto. La telecamera e la tecnologia al supporto non dettero risultati di inquinamento elettromagnetico”. L’assessore ha quindi passato in rassegna le schede tecniche dell’antenna, ribadendo ulteriormente come “la sua bassa potenza di emissione, decisamente inferiore a quella per la telefonia cellulare, non faccia temere alcun rischio di superamento dei limiti di legge consentiti all’interno dei locali scolastici” e ha concluso con un richiamo alla normativa nazionale e alla legge regionale n° 49/2011 “che vieta, comunque, l’installazione sulle scuole di impianti con impatto elettromagnetico non trascurabile, come quelli di radiodiffusione, radiotelevisivi e per telefonia mobile”.

Parzialmente soddisfatto Falorni “per una risposta che, in parte, mi aspettavo. Mi chiedo comunque – ha proseguito il consigliere – se non sia possibile ridurre ulteriormente i rischi per la salute dei bambini e degli insegnanti dell’istituto spostando l’antenna fuori dal recinto scolastico”.

A circa 8 mesi dall’approvazione della mozione che sollecitava l’individuazione di aree di sosta temporanea in prossimità degli istituti scolastici, i consiglieri Giuseppe Giordano ed Eugenio Neri del gruppo Siena Rinasce sono tornati sull’argomento, chiedendo all’Amministrazione di riferirne il relativo stato di attuazione.

Giordano, che ha illustrato in aula l’interrogazione, ha elencato gli impegni della mozione da realizzarsi entro l’inizio dell’anno scolastico 2014/15: tra questi, “lo sviluppo di progetti, come il “Piedibus”, che promuovano l’autonomia di spostamento dei bambini nel percorso casa-scuola; l’attivazione di iniziative che consentano ai genitori di poter accompagnare e riprendere i figli a scuola in condizioni di sicurezza, con specifiche soluzioni all’interno del nuovo Piano della sosta e mobilità, che risulta essere in fase di preparazione; l’individuazione di aree di sosta a tempo di 15 minuti in prossimità dei plessi scolastici, in particolare le scuole dell’infanzia e gli asili nido, per quanto consentito dal Codice della Strada; infine, l’adozione di iniziative atte a disincentivare l’uso dei mezzi privati, anche potenziando i servizi pubblici per meglio conciliare i bisogni delle famiglie”.

In assenza dell’assessore al Traffico Stefano Maggi, è stato il collega Mauro Balani, con delega alla Polizia Municipale, a fornire le risposte all’interrogazione. Balani ha, innanzitutto, descritto il significato e le modalità operative con le quali, proprio in questi giorni, è stato avviato in forma sperimentale il progetto “Piedibus”, dopo la relativa conferenza stampa di presentazione alla presenza dell’assessore all’Istruzione Tiziana Tarquini: “Un’azione promossa in una logica di rete – ha specificato Balani – con gli istituti scolastici, le famiglie e il tessuto associativo locale, nel nome della coesione sociale, del concetto di cittadinanza attiva e dell’educazione ambientale e alla salute. Grazie all’ausilio degli agenti di Polizia Municipale, che in alcuni tratti svolgono una funzione di scorta, la carovana dei bambini e degli accompagnatori può camminare in condizioni di massima sicurezza. La stessa Polizia Municipale organizzerà, inoltre, dei corsi rivolti ai genitori e ai volontari accompagnatori sulle norme di comportamento più opportune e le accortezze da adottare lungo il tragitto”. “Per ora – ha proseguito l’assessore – gli istituti primari interessati sono “A. Saffi” e “G. Duprè, nell’auspicio di poter estendere questa iniziativa virtuosa anche alle altre scuole che lo consentano dal punto di vista logistico e organizzativo”. Balani ha confermato come l’Amministrazione comunale stia lavorando, in termini più generali, alla definizione di un Piano urbano della mobilità, finalizzato, tra i vari obiettivi, a rafforzare la sicurezza della circolazione veicolare e dei pedoni, nonché a individuare ulteriori aree di sosta, “anche in prossimità degli istituti scolastici – ha concluso l’assessore – e con quelle caratteristiche individuate nella mozione. Le aree di sosta sono un problema reale sul quale si sta lavorando per il progetto complessivo sulla mobilità, ma non c’è un legame diretto con il progetto Piedibus”.

Giordano, pur riconoscendo come positivo l’avvio del progetto Piedibus, nonostante il lieve ritardo sull’avvio dell’anno scolastico, ha sottolineato la carenza di informazioni sugli altri temi esposti con l’interrogazione: “Risulta che non si è data alcuna attuazione – ha affermato il consigliere – ad alcuni impegni assunti in questa stessa aula con l’approvazione, all’unanimità, della mozione richiamata, come ad esempio quelli relativi all’individuazione delle aree di sosta a tempo di 15 minuti. Per questo, mi ritengo totalmente insoddisfatto”.

Con un’interrogazione urgente i consiglieri Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) Andrea Corsi (Moderato di centrodestra) e Massimo Bianchi (Nero su Bianco) hanno richiamato l’attenzione sulla realizzazione del “Mercato nel Campo” che si terrà i prossimi 6 e 7 dicembre. Giordano, nel ricordare all’assise la sponsorizzazione di 70mila euro ottenuta dalla Banca MPS per l’iniziativa e l’affidamento organizzativo, per la stessa cifra,  ai centri di assistenza tecnica di Confesercenti e Confcommercio, ha chiesto “per quali motivi l’organizzazione dell’appuntamento non è stata internalizzata anziché ricorrere ad un affidamento esterno alla struttura comunale”.  Il consigliere ha, inoltre, chiesto di conoscere se “sono state accolte tute le domande di partecipazione pervenute dagli operatori, in caso negativo per quali motivazioni; chi procederà alla riscossione e all’utilizzo delle somme per la concessione dei banchi ai partecipanti, infine se possono essere escluse situazioni di conflitto do interesse tra i membri della Giunta e i soggetti a cui è stata affidata la gestione dell’evento”.

“L’organizzazione del Mercato nel Campo – ha risposto il sindaco Bruno Valentini – non rappresenta una novità, bensì un procedimento sostanzialmente uguale da sei anni. Un’attività complessa in cui intervengono tutte le associazioni di categoria, dall’artigianato, agli agricoltori, dal commercio al turismo. Non si tratta di un Mercatale, di un mercato di Natale o di un mercato qualsiasi, dove un misto di operatori commerciali è presente per far cassa. E’ un’iniziativa di alto valore in termini culturali perché c’è una ricostruzione che ha un suo rigore filologico”.

Nel ricordare come la  relativa legge regionale indichi che le Amministrazioni pubbliche possono avvalersi di centri di assistenza tecnica, così da facilitare il rapporto con le imprese e realizzare programmi di attività per la qualificazione della rete distributiva e lo sviluppo di politiche per la promozione commerciale e la tutela dei consumatori, il sindaco ha fatto presente come “l’assegnazione della gestione ai CAT, che comunque collaborano con le altre associazioni, è dovuta alla loro professionalità e conoscenza rispetto al tessuto commerciale, artigianale e agroalimentare locale. Non esiste un soggetto maggiormente qualificato a rappresentare e selezionare le domande affinché il mercato sia rappresentativo delle eccellenze del territorio. Alla riscossione provvedono direttamente loro nella qualità di soggetti organizzatori”. Sulle norme di partecipazione invariato il diritto di precedenza alle aziende senesi e per quelle non ammesse  le motivazioni sono inviate alle stesse. In genere i motivi di esclusione sono da addebitare al ritardo nella presentazione della domanda, la valutazione sull’eccesso di prodotto, la non territorialità, la non corrispondenza alle tipologie ammesse, la somministrazione di alimenti e bevande e di operatori non professionali. Per l’edizione 2014 su 224 domande per 144 posti sono state escluse 80. “Al mercato nel Campo – ha concluso il primo cittadino – è da sempre stato riconosciuto, da parte delle imprese cittadine, un grande valore economico e turistico, così come da parte delle associazioni di categoria. Ne è prova il fatto che durante il commissariamento del Comune, è stato l’unico evento ad essere realizzato”.

“Nessuno mette in discussione – ha detto Giordano – il valore aggiunto dei CAT, ma visto che il sindaco, più volte nel corso del mandato  ha evidenziato l’intenzione di verificare la possibilità di reinternalizzare alcune attività, magari alcune potrebbero essere svolte internamente proprio facendo riferimento ad alcune best practices maturate negli ultimi sei anni. Per quanto riguarda l’esclusione di una parte delle domande di partecipazione  verificheremo quanto pubblicato nel sito, non per mettere in discussione la risposta del Sindaco, bensì per verificare che tutte le aziende del territorio abbiano ricevuto pari trattamento”.

“Troviamo originale – ha proseguito – che la riscossione e l’utilizzo delle somme venga assegnata a soggetti a cui  è affidata la gestione, quando per altri tributi la Giunta ha deciso di tornare a riscuoterle direttamente. Nessuna risposta, infine, sull’ultimo punto, sul fatto che l’iniziativa vada avanti da sei ani e che venga vista come originale distanza rispetto alla situazione attuale non coglie di sorpresa perché non sempre, anche quando le iniziative sono comuni, le composizioni delle Giunte sono analoghe”.

Un quadro informativo sulla situazione della viabilità nella zona della Colonna di San Marco è stato richiesto, oggi, in Consiglio, con l’interrogazione presentata da Massimo Bianchini (Nero su Bianco) e sottoscritta anche da Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra) e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce). Bianchini ha elencato una serie di criticità dell’area di Pescaia e delle rotonde di San Marco, “un nodo nevralgico per la circolazione cittadina – ha detto il consigliere – che in ogni momento della giornata è congestionato dal traffico, tanto che nella prima parte della mattina si formano costantemente code che, da un lato, arrivano a Costalpino e, dall’altro, impegnano gran parte di via Massetana Romana. La segnaletica orizzontale è deficitaria – ha puntualizzato Bianchini – e nella zona sono presenti barriere plastiche di new jersey, da data immemore, che avrebbero dovuto trovare una soluzione sperimentale agli ingorghi dell’area. Inoltre – ha proseguito il consigliere – nell’area antistante gli esercizi commerciali insistono stalli di sosta a disco orario, abitualmente usati diversamente da quanto prescritto, anche perché numericamente insufficienti; così come non esistono stalli di carico/scarico che permettano un agevole rifornimento delle attività commerciali senza creare intralcio alla circolazione. Segnaliamo, inoltre, che il posizionamento degli stalli di fermata degli autobus e dei cassonetti dell’immondizia costituisce un ulteriore elemento di intralcio alla circolazione, mentre i marciapiedi realizzati a ridosso delle aree di rifornimento risultano inutili. Infine, un richiamo sul parcheggio scambiatore di via P. Frajese, ancora in attesa di collaudo”. Sulla base di tali premesse, Bianchini ha quindi chiesto all’Amministrazione “se si intenda procedere a ripristinare la segnaletica orizzontale; se il marciapiede possa essere rimosso per un ampliamento della carreggiata e se, più in generale, non sia il caso di procedere a una rivisitazione complessiva della viabilità nella zona in oggetto”.

Articolata la risposta dell’assessore alla Polizia Municipale, Mauro Balani, sui vari punti sollevati dall’interrogazione: “Sono oggettive l’importanza dello svincolo di San Marco e le sue criticità nella fascia mattutina, in particolare dalle 7.30 alle 8.30, quando molti veicoli entrano in città. Le code sono comunque migliorate da quando, nello scorso mese di giugno, in occasione del ripasso della segnaletica orizzontale, è stato tolto il dare la precedenza per consentire l’immissione in rotatoria per file parallele in direzione centro e via Massetana, da un lato, e strada Massetana, dall’altro”. Rispetto alla segnaletica, l’assessore ha sostenuto come quella orizzontale sia ben visibile a seguito dell’ultimo intervento di ripasso, mentre quella verticale risulta puntuale e pienamente rispondente al Codice della Strada. Sul parcheggio di via Frajese, Balani ha dato buone notizie: “L’area è ormai in fase di acquisizione e consentirà la sosta di circa 120 auto, con formula di abbonamento integrato con i mezzi di trasporto pubblico locale in transito dalla Colonna di San Marco. Questa operazione consentirà un diverso sfruttamento dell’area di sosta rialzata rispetto alla strada di Pescaia per una sosta breve a servizio delle attività commerciali. Di conseguenza, anche la sosta lungo strada potrà essere canalizzata meglio, evitando quelle manovre anomale che, attualmente, contribuiscono a rallentare il flusso di scorrimento principale. Tutto il sistema di scorrimento veicolare e pedonale dell’area – ha concluso l’assessore – sarà comunque oggetto di ipotesi migliorative una volta che le aree degli impianti di distribuzione, ormai dismessi, saranno messe a nostra disposizione. Auspichiamo che i new jersey possano essere presto sostituiti da cordoli e aiuole spartitraffico che migliorerebbero la percezione dello scorrimento veicolare a vantaggio della sicurezza stradale”.

Bianchini si è dichiarato “non soddisfatto per la risposta anomala: si conviene, infatti, sull’urgenza del problema – ha detto il consigliere – ma l’Amministrazione ancora non prospetta soluzioni imminenti. In merito allo svincolo di San Marco, continuo a nutrire forti dubbi anche sull’efficacia della segnaletica. Pur prendendo atto dell’assenza dell’assessore delegato al Traffico, nel complesso, avrei voluto sentire considerazioni più generali sulla viabilità; così come trovo inquietanti le prospettive di pagamento per il nuovo parcheggio scambiatore di via Frajese”.

Il tema delle aree di particolare rilevanza urbanistica (ARU) e, in particolare, il progetto definitivo per la realizzazione di un marciapiede nel tratto compreso tra i civici 11 e 33 di via Esterna Fontebranda sono stati oggetto dell’interrogazione presentata nella seduta odierna di Consiglio da Eugenio Neri (Siena Rinasce) e sottoscritta, oltre che dal collega di gruppo Giuseppe Giordano, anche da Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco). Neri ha posto l’attenzione sul Piano generale del Traffico Urbano “che prevede, tra le varie aree di istituzione delle ARU – ha detto il consigliere – anche via Esterna Fontebranda, che sappiamo essere interessata da un progetto per la realizzazione di un marciapiede, per un importo di circa 55mila euro. Un intervento che riteniamo senz’altro utile, ma che difficilmente potrà risolvere quei pericoli, più volte segnalati dagli stessi abitanti della zona, con raccolte di centinaia di firme. Prendendo in analisi l’articolo 7 – comma 8 del Codice della Strada, che contempla l’equilibrio tra parcheggi liberi e aree per la sosta regolamentate con controlli – ha proseguito il consigliere – chiediamo come sarà possibile per l’Amministrazione rispettarne il dettato, visto che il marciapiede porterà alla sottrazione di alcuni stalli di sosta gratuita, mentre il vicino parcheggio di Santa Caterina dispone di 501 posti auto a pagamento”. Neri ha quindi avanzato una serie di richieste all’Amministrazione, tra le quali “la quantificazione degli stalli di sosta gratuita nel tratto di strada compreso tra il telepass di via Esterna Fontebranda e l’incrocio di Pescaia” e “se la Giunta intende davvero attivare l’ARU di Fontebranda, indicandone eventualmente la tempistica”. Dal punto di vista della pubblica incolumità, Neri ha chiesto, infine, “se non si ritenga utile prevedere che gli autobus facciano scendere i viaggiatori alla risalita del Parco Urbano, per evitare il passaggio pedonale in via Esterna Fontebranda”.

In considerazione dell’assenza dell’assessore al Traffico, Stefano Maggi, è stato Mauro Balani, con delega alla Polizia Municipale, a dare la risposta per l’Amministrazione comunale. Balani ha sottolineato, innanzitutto, come “il progetto del marciapiede sia finalizzato alla sicurezza pedonale: con questa realizzazione si potrà infatti camminare, in sede protetta, fino alla risalita meccanizzata del Costone. A causa dell’attuale geometria della sede stradale – ha proseguito l’assessore – non sarà, però, possibile intervenire nel primo tratto di via Esterna Fontebranda, quello compreso fra l’intersezione con strada di Pescaia e l’asilo nido”. Il camminamento pedonale, come ha specificato Balani, comporterà la sottrazione di circa 40 stalli di sosta per auto, “ma la sua materiale esecuzione – ha tenuto a precisare l’assessore – avverrà in concomitanza con l’apertura del parcheggio interrato di via Frajese, con accesso da strada di Montalbuccio: una struttura che consentirà la sosta di 120 auto con abbonamenti a tariffa agevolata e integrata per l’utilizzo della linea del trasporto pubblico locale in transito da strada di Pescaia. Per quanto riguarda l’obbligo richiamato al rispetto dell’articolo 7 – comma 8 del Codice della Strada – ha concluso l’assessore – questo verrà meno con la futura istituzione della ARU, come prevede il decreto legislativo n° 285 del 1992. L’obiettivo dell’ARU è quello di alleggerire il transito veicolare e di dare una soluzione di continuità del camminamento pedonale, nel tratto iniziale, con la segnaletica orizzontale”.

Nella contro-risposta, Neri ha rilevato la mancanza di informazioni puntuali sulla tempistica di istituzione dell’ARU di Fontebranda e sostenuto che “la difficile situazione descritta è frutto di precedenti scelte sbagliate, anche in merito all’individuazione degli attracchi per i bus turistici e delle risalite meccanizzate. Trovo inoltre – ha proseguito il consigliere – che, con la trasformazione dei 40 posti gratuiti di esterna Fontebranda nel parcheggio a pagamento di via Frajese, si possa parlare di una vera e propria tassazione sulle auto dei cittadini, che rende evidente la partnership velata con Siena Parcheggi”.

Le opportunità dei sistemi tecnologici open data per sviluppare le pratiche dell’open government e favorire, quindi, la massima apertura e trasparenza dell’operato della pubblica amministrazione. Questo il senso della richiesta avanzata con un’interrogazione, nella seduta consiliare odierna, da Andrea Corsi (Moderati di centrodestra), sottoscritta anche da Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), Massimo Bianchini (Nero su Bianco) e Marco Falorni (Impegno per Siena). “In base all’accezione più aggiornata del termine – ha detto Corsi – con open data si intendono quei sistemi di gestione e diffusione di dati accessibili a tutti, privi di qualsiasi forma di controllo che ne restringa la consultabilità e la fruibilità. Preso atto della grande sensibilità dimostrata su questo tema, e più in generale dell’open government, da parte del vice sindaco Fulvio Mancuso, chiediamo se tra le iniziative contemplate dall’Amministrazione rientrino anche progetti finalizzati a rendere semplice, immediato, organico e sistematico un sistema di dati ad accesso pubblico sull’attività dei consiglieri e degli amministratori comunali, attraverso la piattaforma del sito web istituzionale”.

E’ stato il vicesindaco Fulvio Mancuso, con delega alle politiche Smart City, a rispondere al consigliere: “Il tema degli open data e dell’open government – ha detto Mancuso – è centrale nelle politiche di Smart City sia per le implicazioni che comporta sotto il profilo della credibilità e della trasparenza istituzionale, sia per le potenzialità di innovazione sociale, culturale ed economica che la liberazione dei dati in possesso delle Amministrazioni pubbliche può suscitare. Con la deliberazione n° 404 del 9 ottobre scorso, la Giunta ha approvato il disciplinare per la pubblicazione e la diffusione dei dati di proprietà del Comune attraverso gli strumenti e le pratiche tipiche dell’approccio open data – Smart City”. “Per rispondere all’interrogazione – ha proseguito Mancuso –  occorre richiamare tre passaggi di questo provvedimento. Il primo: l’Amministrazione ritiene che l’apertura dei dati sia un processo progressivo per raggiungere livelli sempre maggiori di operabilità e cooperazione applicativa. Il secondo: gli open data possono rappresentare un volano per lo sviluppo economico, perché consentono a chi già lavora con i dati della pubblica amministrazione di accedere in modo più semplice e veloce a cataloghi online con descrizione e formato standardizzati. La terza considerazione riguarda, infine, chi ha competenze e idee per sviluppare nuove applicazioni e quindi prodotti ad alto contenuto innovativo.  In tal senso, la risposta all’interrogazione è certamente sì: i dataset riguardanti l’attività dell’Amministrazione, e quindi anche quella consiliare, saranno pubblicati attraverso un’apposita infrastruttura informatica. Un’azione complementare ad altre, realizzate per legge come nel caso della sezione web “Amministrazione trasparente”, oppure motu proprio come per il servizio in streaming delle sedute consiliari, che rendono semplice e sistematico l’accesso pubblico all’attività dei consiglieri”.

Mancuso ha quindi parlato del progetto “Open Municipio”: “Nei mesi scorsi, ho ricevuto la gradita visita del sindaco di Udine, l’unico Comune italiano ad aver aderito a questa piattaforma che sta registrando uno scarso gradimento da parte degli utenti della rete: risulta infatti che ciascun consigliere comunale di Udine è monitorato, in media, da soli 2,2 cittadini. Ci sono dei principi alquanto dubbi – ha aggiunto il vicesindaco – alla base dell’approccio di questa piattaforma: innanzitutto, si ritiene che alle Amministrazioni pubbliche spetti il compito della pubblicazione e dell’apertura dei dati. Ritengo, invece, che sarebbe compito delle varie parti interessate sviluppare quelle applicazioni che possono avere ricadute a carattere economico o di controllo sull’attività pubblica. Qualsiasi avvio di piattaforme necessita, infatti, di un ingente e costoso lavoro organizzativo e di sviluppo di software per la pubblicazione dei dati. In ultimo, è bene precisare che questi strumenti, definiti come open, presentano, in verità, costi di attivazione e di canone annuale quantificati, rispettivamente, in circa 4mila e 8mila euro annui. Personalmente, auspico che si possano individuare forme e applicazioni digitali non onerose dal punto di vista economico e operativo, per utilizzare la piattaforma open data, che stiamo realizzando, anche in funzione delle finalità di Open Municipio”.

Il vicesindaco ha concluso con una panoramica sul repertorio nazionale dei dati territoriali, riconducibili agli obblighi di cui al decreto legge 90/2014 sulla riforma della Pubblica Amministrazione: “Degli 8mila Comuni italiani, Siena, grazie al lavoro del nostro SIT, è tra i soli 132 ad aver adempiuto a questo obbligo di legge inserito nella riforma della Pubblica Amministrazione. La pubblicazione dei dati territoriali è per l’Europa e per l’Italia una grande rivoluzione annunciata che, per realizzarsi, ha però bisogno di uno strato di tecnologie e infrastrutture orizzontali che diversi settori industriali possono condividere”.

Corsi ha ringraziato il vicesindaco, pur esternando la propria insoddisfazione per “la difficoltà di capire, concretamente, quali siano le azioni che seguono tanti buoni propositi. Auspico – ha proseguito il consigliere – che si possa arrivare a una chiara ed efficace esposizione dei dati, con soluzioni che permettano di riportare le informazioni sull’attività di ogni consigliere in una pagina web. Mantengo, comunque, la speranza che i cittadini, un giorno, possano davvero conoscere per deliberare”.

Un grido di allarme su strada delle Ropole e sui pericoli per la pubblica incolumità legati alle modalità di transito dei veicoli. Con l’interrogazione odierna sottoscritta anche da Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra), Massimo Bianchini (Nero su Bianco) e dal collega di gruppo Giuseppe Giordano, Eugenio Neri (Siena Rinasce) ha chiesto all’Amministrazione “quali interventi intenda porre in essere per la messa in sicurezza della zona, dove, negli ultimi anni, si sono verificati investimenti di pedoni anche con tragici epiloghi”. Il consigliere ha, inoltre, richiamato “la presenza dei cassonetti per la raccolta rifiuti sul lato opposto al civico 16, che genera un frequente attraversamento pedonale”.

Sulla base di tali sollecitazioni, l’assessore alla Polizia Municipale, Mauro Balani, si è fatto carico della risposta all’interrogante, ricordando come “all’altezza del civico 16 di strada delle Ropole vi sia un attraversamento pedonale che serve a collegare il lato dove insiste il fabbricato con quello opposto dove sono posizionate l’isola ecologica indicata dal consigliere e una fermata del trasporto pubblico. Un attraversamento pedonale – ha proseguito l’assessore – regolarmente segnalato a norma di Codice della Strada e realizzato sotto un lampione proprio per facilitarne la visibilità anche nelle ore notturne. Inoltre – ha aggiunto Balani – il tratto di strada in questione è incluso all’interno del centro abitato di Taverne d’Arbia ed è pertanto soggetto al limite di velocità di 50 km/h e al divieto di sorpasso, sempre a norma regolamentaria. Sulle statistiche degli incidenti negli ultimi dieci anni – ha continuato l’assessore – non risultano registrati sinistri con investimenti di pedoni, a eccezione di quello causato da un ciclomotore, purtroppo con epilogo mortale, per il quale sono in corso le relative indagini”. “Riteniamo pertanto – ha concluso Balani – che l’attraversamento pedonale e la segnaletica di strada delle Ropole siano perfettamente a norma con il disposto del Codice della Strada e che, quindi, non richiedano modifiche o integrazioni strutturali. Anche il posizionamento dei cassonetti non risulta di intralcio alla viabilità, in quanto esterno rispetto alla sede stradale”.

“Parzialmente soddisfatto – si è dichiarato il consigliere Neri – perché mi erano state riferite situazioni di ben altro pericolo. Invito comunque l’Amministrazione a non dimenticarsi di Taverne d’Arbia, a non sottovalutare la segnalazione e a diffondere, sempre e comunque, la cultura della bassa velocità”.

 

 

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