Delle novità sulla vicenda Antonveneta, forse, ci sono state dette
di Red
SIENA. La banca MPS ha ricominciato da qualche tempo a fare pubblicità con Widiba. Ovvero ad alimentare quel meccanismo di consenso mediatico che tanto piaceva a Mussari e che acquietava la curiosità della carta stampata, che in certi casi era addirittura connivente con il board MPS per il desiderio di incamerare gli investimenti della banca, magnificati nella serie “una storia italiana” e sequela di registi famosi. Evidentemente le risultanze contabili della BCE che, come è noto, non dipendono dai capricci della politica nazionale, e forse anche l’attesa della puntata di Report di domenica sera hanno spinto il Tandem a ritornare sui media con messaggi accattivanti, per edulcorare la pessima situazione.
Iscriviamo Milena Gabanelli tra i fans del cittadinoonline.it per aver spiegato con parole più chiare delle nostre che Monte dei Paschi di Siena, con i suoi bilanci falsi e truccati – a quando l’iniziativa penale? -, era una banca fallita che per legge doveva essere “commissariata”, che significa nazionalizzata come successo in altre contrade d’Europa. Per quegli animi “confusi” che ancora dicono che il conto delle “operazioni” di Mussari e Vigni non doveva essere pagato dai contribuenti (espressione di miopia intellettuale e finanziaria che reca un grave danno all’Italia come Paese), rivolgiamo l’invito di andare a vedere come sono andate le cose nel resto d’Europa agli altri istituti di credito in default e tutti potranno constatare che stanno molto meglio di noi e che i soldi dei contribuenti non sono stati gettati al vento, come invece successo a tantissimi piccoli azionisti.
La banca è stata salvata con i Monti bond, aiuto di stato mascherato, e non dall’azione del Tandem che risulta a oggi essersi più affannato a gestire ogni bubbone che saliva a galla piuttosto che avere una chiara idea di azione per salvare e ristrutturare Rocca Salimbeni, al punto di continuare a coprire di riserbo la verità dei fatti. L’azione di controllo degli enti preposti, dal Ministero dell’Economia alla Consob, si potrebbe condensare – con le deduzioni dell’inchiesta giornalistica – come in un insieme di manovre di qualche burattinaio dell’economia mondiale che dispone a piacimento della macchina burocratica di yesmen italiani fino al più alto livello decisionale. Persone che invece di vedere il bene del Paese avrebbero pensato a far carriera coprendosi burocraticamente le spalle dalle conseguenze della loro inazione.
Nel servizio di Report emerge un particolare tutt’altro che insignificante. Giuseppe Mussari sarebbe stato intercettato nel 2010, mentre l’opinione pubblica era a conoscenza del rifiuto di un giudice a Siena ai Pm che indagavano su Antonveneta. Intercettazioni i cui legami, in filo diretto e logico, potrebbero indicare nomi come Giuliano Amato e lo Ior come livello superiore degli affari nascosti dietro le vicende del Monte dei Paschi e del suo impoverimento. Almeno questo si potrebbe dedurre dal finale in chiave misteriosa di Report. Quando potremo sapere cosa c’è nelle intercettazioni su Mussari, l’effetto sarà paragonabile allo squarcio del velo del Tempio di Gerusalemme.