Si conclude oggi a Siena il Convegno nazionale del trasporto pubblico locale
SIENA. “Se non ci salviamo con le nostre mani, nessuno lo farà al posto nostro e forse sarà un bene, perché questo metterà tutti , inesorabilmente, di fronte alle proprie responsabilità”. Massimo Roncucci, presidente di ASSTRA, affida ad un paradosso il messaggio forte e accorato che emerge al culmine del Convegno nazionale Asstra che si sta svolgendo a Siena e vive oggi (venerdì 21 novembre) la sua giornata conclusiva dell’incontro “Trasporti pubblici: la diritta via…ritrovata”.
“Nel corso di questi giorni abbiano sentito fino a che punto il servizio di trasporto pubblico correrà il rischio di spegnersi nel 2015 in diverse aree del Paese per i tagli alle risorse di Regioni ed enti locali. Abbiano sentito anche che c’è il rischio che la nuova riforma del settore potrebbe afflosciarsi una volta approdata in Parlamento. Da parte nostra abbiamo ripetuto, come un disco rotto, di rendere semplice e coerente il quadro delle regole e soprattutto di fare presto e bene sui costi standard, entrando nel concreto dei numeri, perché c’è un bisogno urgente di ancorare le risorse del settore a un sistema oggettivo e trasparente”.
Un quadro che preoccupa molto Massimo Roncucci, perché scuote i capisaldi dell’unico percorso possibile per salvare e sviluppare il TPL nell’attuale quadro di crisi non tanto del settore ma di tutto il paese.
“Un percorso che eviterà di lasciare a terra parecchi dei 15 milioni di persone che ogni giorno viaggiano coi mezzi pubblici e che si fonda sul raggiungimento di un minimo di stabilità di regole e risorse – ha aggiunto Roncucci -. Per questo abbiamo bisogno di poche norme ma chiare, che soprattutto non entrino a gamba tesa nel mercato reale che, nonostante le enormi difficoltà burocratiche e amministrative, si sta costruendo nell’ultimo periodo. E abbiamo la necessità di mettere a sistema la regolazione di tutte le risorse per il trasporto pubblico locale con dei riferimenti oggettivi attraverso i costi standard. Basta parlare di quello che si deve fare in astratto. Con questa mentalità né l’Italia né il suo trasporto pubblico possono andare avanti.”