Insegnanti costretti ad accettare incarichi al "buio". Messa da parte la mail ministeriale
SIENA. Sono le 16.30 alla scuola Tozzi del Renaccio, a Siena, quando inizia il primo atto delle convocazioni per gli incarichi a tempo determinato nelle scuole dell’infanzia e della primaria, dopo l’ufficializzazione sofferta delle graduatorie d’istituto. Una folla di precari, almeno 150, all’inizio, ma saranno molti di più a fine giornata, ha riempito l’aula magna. Dall’altra parte del bancone i presidi e i delegati delle scuole di buona parte della provincia, salvo quelli della Valdelsa, che essendo “repubblica” a parte hanno provveduto nella mattinata di ieri ad assegnare i posti vacanti.
Qualche minuto, poi “l’asta” delle supplenze attinte dalle graduatorie di “posto comune” a dalle dal sostegno inizia.
Si tratta di incarichi fino alla fine dell’anno per la scuola dell’infanzia. Nel giro di un’ora o poco più vengono tutti assegnati. Sembra di stare al mercato, e non manca l’insoddisfazione di molti che criticano questa procedura, giudicata più confusionaria, e quindi, meno trasparente delle convocazioni inviate via mail attraverso la posta del ministero, nella quale si deve o si dovrebbe specificare orario, luogo, durata dell’incarico e tipo di posto.
Niente di tutto questo è avvenuto alla Tozzi. Le specificazioni sono state sporadiche, vaghe e su insistenza di alcuni insegnanti, ma in molte occasioni, e questo è accaduto in particolare per la scuola primaria, i presidi, o i loro delegati hanno risposto: “Accetti l’incarico, poi sarà a discrezione del preside decidere dove mandarla”. E infatti a volte dietro l’angolo c’era il “trabocchetto”. Prendiamo ad esempio una scuola come Sovicille, nel pacchetto delle supplenze, per un insegnante inesperto, non c’è solo il plesso principale, ma accettare un incarico per quella scuola, come per altre, significa anche doversene andare nella non tanta vicina Monticiano, oppure a Chiusdino. Insomma dopo l’accettazione ecco che può arrivare la sorpresa. Analogo caso si potrebbe dire per Monteroni d’Arbia, che si trova ad amministrare anche Vescovado, Murlo, ed altri piccole frazioni (ma si tratta solo di esempi comuni a tutti gli istituti vittime della riorganizzazione ministeriale).
Ma facciamo finta che questo sia solo un dettaglio, una sorpresa da accettare doverosamente per un lavoro. Resta il fatto che le mega-adunanze per l’assegnazione degli incarichi erano una prerogativa dei vecchi provveditorati agli studi, poi abbandonata e lasciata, scuola per scuola, una volta che i presidi avevano ottenuto la loro autonomia in modo da poter chiamare, in santa pace, gli insegnanti dalle graduatorie d’istituto. Ebbene in clima di rottamazione, tra novità e vecchi sistemi, ecco che i presidi riscoprono le antiche soluzioni.
Sono le 17,30, circa, quando le convocazioni per la scuola dell’infanzia sono terminate e la commissione dei presidi ha iniziato a chiamare per la primaria. Intanto l’aula magna si è riempita ancora di più, altro che 150 persone, la folla di precari, neo laureati, madri di famiglia, che con la scuola sbarcano il lunario e un tempo addirittura ci riuscivano persino a vivere, si è notevolmente arricchita. I 150 sono quasi raddoppiati. Il brusio e il caldo dentro quell’aula si fanno più forti, tutto sembra diventare più difficile. “Abbiamo voluto fare in questo modo solo per una questione di trasparenza” ha detto al microfono una delle presidi richiamando al silenzio l’aula. Sarà, ma a parte l’istituto comprensivo di riferimento, gli insegnanti hanno accettato al buio. Comunque i posti disponibili per il sostegno sono andati via quasi tutti, salvo alcuni spezzoni di cattedra, la cui assegnazione sarà rimandata nuovamente via mail.
Misteri degli orari scolastici e della genesi delle cattedre, tra i posti da assegnare sono spuntati anche due micro-cattedre di 5 e 3 ore. Lo stipendio in questo caso per un insegnante si aggira intorno ai 200 euro al mese, e quella di cinque, a Monteriggioni, prevede addirittura il suo svolgimento in quattro giorni diversi. “L’orario è questo e non si cambia”, hanno ribadito dalla commissione, che a fine giornata ha avuto le sue ore scoperte, chissà, forse riassegnate tramite le convocazioni via mail, abbandonate in precedenza in nome dell’assemblea.
Un’organizzazione venduta come perfetta per ricoprire le carenze di personale, salvo il fatto che i presidi della Valdelsa hanno ricopiato l’iniziativa, ma in un giorno diverso, quindi molti insegnanti, con diritti di punteggio nelle graduatorie hanno messo il loro incarico in stand-by il giorno prima, in attesa che la mattina dopo l’assemblea di Colle Valdelsa, tenutasi al primo circolo di Colle, partorisse qualcosa di meglio. In questo caso allora ancora una volta la vecchia mail si sarebbe sostituita all’adunanza per riassegnare l’incarico prenotato il giorno prima e rimasto libero 24 ore dopo. Sembra un concetto un po’ difficile da afferrare per i neofiti, ma basta seguire passo passo la cronistoria delle due giornate per riuscire a raccapezzarsi in una burocrazia volutamente complicata oltre il necessario.
Tuttavia, il ritorno alle chiamate per assemblea, rappresentano in questo caso una novità dal punto di vista “politico”, si scusi la forzatura, per quanto riguarda i presidi. Con la concessione dell’autonomia ai dirigenti e l’abbandono di alcune prerogative da parte dei provveditorati, infatti, ecco che una soluzione del genere rappresenta l’acquisizione un nuovo status organizzativo mai visto prima, che potrebbe erodere proprio quelle prerogative che lo stesso ufficio scolastico aveva conservato sopravvivendo alle varie riforme, ma che con il rafforzamento di queste pratiche nei fatti rischia di essere gettato nell’inutilità.
Alle 19 le cattedre sono state assegnate solo per metà, la contrattazione prosegue fino alle 20, i posti vanno via quasi tutti, poi a casa, soddisfatti e non, con alcuni posti ancora da assegnare; proprio quegli spezzoni di cattedra che da oggi torneranno nella mail Istruzione.it.
E per coloro che sono rimasti fuori e hanno pescato la pagliuzza più corta? Niente paura, come tutti gli anni ci pensano le ondate di influenza e per le cattedre più lunghe qualche preghiera alla dea della fertilità: le sostituzioni per maternità sono sempre ben accette.