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CHIUSI. Il Distretto socio sanitario di Chiusi Città diventa Casa della Salute.
Il presidente della Società della Salute Val di Chiana Senese, Andrea Rossi, il sindaco di Chiusi, Stefano Scaramelli, ed il direttore generale della USL7 di Siena, Enrico Volpe, inaugurano venerdì 14 novembre, alle ore 12.00, il nuovo modello di riorganizzazione territoriale della Sanità che riunisce, in un unico luogo, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e il personale dell’azienda sanitaria locale protagonista dell’erogazione dei vari servizi distrettuali.
Il modello, contenuto nel nuovo piano sanitario e sociale regionale, prevede sostanzialmente l’integrazione multidisciplinare tra i professionisti per dare una risposta veloce ed univoca ai bisogni del cittadino con l’obiettivo di creare percorsi virtuosi in efficacia e soprattutto efficienza.
Con questa nuova organizzazione, infatti, i medici di medicina generale trovano la loro integrazione all’interno del presidio ed operano a diretto contatto con tutte le altre figure sanitarie chiamate alla presa in carico del cittadino-utente. Sono undici i medici di medicina generale che aderiscono al progetto della Casa della Salute.
La Casa della Salute di Chiusi è allocata all’interno del Presidio Ambulatoriale, dove sono presenti già molte attività come la RSA, il centro diurno per anziani, la sede del medico di comunità, lo sportello di front office amministrativo, l’ambulatorio infermieristico, il riferimento logistico per l’assistenza domiciliare, il punto di erogazione dell’assistenza integrativa diretta e indiretta, gli ambulatori specialistici di ginecologia, oculistica, cardiologia, odontoiatria, logopedia, il punto prelievi sangue per le analisi, il consultorio, il servizio sociale, la riabilitazione funzionale ambulatoriale e il Punto Insieme.
L’obiettivo strategico del progetto, oltre che implementare sul territorio una rete di strutture in grado di favorire l’unitarietà e l’integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni socio-sanitarie, è quello di migliorare l’appropriatezza con particolare riferimento all’adozione di protocolli e percorsi diagnostico/terapeutici e facilitare l’accesso dei cittadini alle risorse socio-sanitarie.
Obiettivo specifico, invece, è promuovere e diffondere la “sanità d’iniziativa” per la gestione della cronicità e l’implementazione dei percorsi per la gestione delle fasi terminali della vita e per la lotta al dolore.
Dal progetto di integrazione tra i professionisti dovranno derivare percorsi più snelli per i cittadini e quindi un impegno minore e più accurato di risorse, assicurare l’integrazione con strutture intermedie (ospedali di comunità, RSA e Hospice) e potenziare l’integrazione con il Sevizio Sociale e le associazioni di volontariato attive sul territorio.
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