SIENA. Il professor Simone Neri Serneri, ordinario di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università di Siena, è il nuovo direttore dell'Istituto storico della resistenza in Toscana.
L'Istituto storico della Resistenza in Toscana (ISRT) è una Onlus ed è associato all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia. Come si legge nello Statuto, "l'Istituto promuove lo studio dell'antifascismo e della Resistenza in Toscana nel quadro di una generale conoscenza della storia contemporanea italiana. A tal fine l'Istituto, in collaborazione con gli Istituti storici della Resistenza operanti in Toscana e aderenti all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, perseguendo esclusivamente finalità di utilità e di solidarietà sociale, raccoglie, ordina e conserva tutti i documenti, i cimeli, le pubblicazioni nonché le testimonianze riguardanti l'antifascismo, la Resistenza e gli aspetti della storia della società contemporanea che vi si ricollegano".
Accanto all'attività culturale sul piano della documentazione, della formazione e della ricerca, tra gli obiettivi del nuovo direttore Neri Serneri c'è un altro aspetto: "C'è un terreno sul quale dobbiamo lavorare di più, quello del dibattito pubblico – ha detto – anche perché nella società c'è un dibattito forte su questi temi che non devono essere trascurati dai giovani. Dalla Resistenza e dai suoi valori sono nati i diritti e le istituzioni democratiche".
L'Istituto storico della Resistenza in Toscana è stato fondato nel 1953, per iniziativa di esponenti dell'antifascismo fiorentino.
Simone Neri Serneri svolge attività di ricerca in due ambiti: quello della storia dell'Italia novecentesca, in particolare la storia dell'antifascismo, della resistenza, del movimento operaio e sindacale e dei movimenti sociali degli anni Sessanta e Settanta; e quello della storia dell'ambiente, come storia delle trasformazioni materiali, dei conflitti, delle politiche e delle ideologie connessi all'uso sociale delle risorse. Di recente, i suoi interessi si sono estesi alle tematiche della "storia globale" e della world-history, in special modo per il loro rilievo nella riformulazione dei paradigmi interpretativi della storia contemporanea.
L'Istituto storico della Resistenza in Toscana (ISRT) è una Onlus ed è associato all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia. Come si legge nello Statuto, "l'Istituto promuove lo studio dell'antifascismo e della Resistenza in Toscana nel quadro di una generale conoscenza della storia contemporanea italiana. A tal fine l'Istituto, in collaborazione con gli Istituti storici della Resistenza operanti in Toscana e aderenti all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, perseguendo esclusivamente finalità di utilità e di solidarietà sociale, raccoglie, ordina e conserva tutti i documenti, i cimeli, le pubblicazioni nonché le testimonianze riguardanti l'antifascismo, la Resistenza e gli aspetti della storia della società contemporanea che vi si ricollegano".
Accanto all'attività culturale sul piano della documentazione, della formazione e della ricerca, tra gli obiettivi del nuovo direttore Neri Serneri c'è un altro aspetto: "C'è un terreno sul quale dobbiamo lavorare di più, quello del dibattito pubblico – ha detto – anche perché nella società c'è un dibattito forte su questi temi che non devono essere trascurati dai giovani. Dalla Resistenza e dai suoi valori sono nati i diritti e le istituzioni democratiche".
L'Istituto storico della Resistenza in Toscana è stato fondato nel 1953, per iniziativa di esponenti dell'antifascismo fiorentino.
Simone Neri Serneri svolge attività di ricerca in due ambiti: quello della storia dell'Italia novecentesca, in particolare la storia dell'antifascismo, della resistenza, del movimento operaio e sindacale e dei movimenti sociali degli anni Sessanta e Settanta; e quello della storia dell'ambiente, come storia delle trasformazioni materiali, dei conflitti, delle politiche e delle ideologie connessi all'uso sociale delle risorse. Di recente, i suoi interessi si sono estesi alle tematiche della "storia globale" e della world-history, in special modo per il loro rilievo nella riformulazione dei paradigmi interpretativi della storia contemporanea.