Una lettera denuncia l'arroganza del cda Bancasciano
ASCIANO. Fusione banca Asciano con banca di Montepulciano: mercoledì diciannove novembre a Sinalunga, si è consumata l’ultima tappa prima della votazione finale che si terrà ad Asciano domenica ventitré novembre.
Per i soci della Bancasciano sarà una data storica, essi potranno decidere, forse per la prima volta, se la propria banca continuerà ad esistere oppure no. A Sinalunga il CDA della medesima è diventato esplicito, ha evitato le mezze misure, è stato minaccioso, arrogante e carico di prosopopea, il protocollo d’intesa, che loro hanno firmato senza alcun mandato dei soci, con la banca di Montepulciano, va preso così com’è e senza se e senza ma.
L’obiettivo centrale è questo, a poco sono valse le richieste alla prudenza, le richieste di verifica, e mentre tutti hanno parlato di contenuti senza mai mettere in discussione la validità della fusione, essi hanno deciso, hanno cercato, forse anche riuscendoci, di portare la discussione, come nelle altre assemblee sul concetto fusione sì o fusione no, in sostanza come una campana che suona inesorabile i rintocchi a morte il CDA ha deciso di andare alla conta, allo scontro con i soci che domenica sarà inevitabile, ma solo per colpa di “lor signori”.
Ora non resta che attendere le mosse elettorali, già perché anche in questo bisogna riconoscergli una grande professionalità, “l’allegra compagnia”, quella della gita in America a spese della banca, quella che ha fatto causa al comitato contro la fusione, che l’ha persa e ha fatto pagare le spese alla banca come nel caso della gita, quella che costa più di centocinquantamila euro l’anno, che se glielo rammenti, s’infuria,
gestisce il pacchetto delle deleghe, nessun altro può verificare il loro lavoro, saranno corrette oppure no?
Chissà, chi potrà tutelare i soci contro la loro arroganza e prepotenza;. forse nessuno, ma siamo certi, che un giorno, vicino o lontano, qualcuno andrà a verificare, qualcuno forse potrà anche pagare un prezzo, ma sarà certamente tardi per tornare indietro.
I soci hanno solo chiesto chiarezza, già, è proprio questa che manca, ma i soci hanno anche capito che questi signori il privilegio di succhiare risorse dalla banca non lo vogliono assolutamente perdere, e che faranno di tutto per mantenerlo, infatti, mercoledì è caduta un’altra promesse, ad Asciano il presidente affermò che il gioco era totale e che qualora non fosse passato il loro progetto si sarebbero dimessi, in quell’occasione lo usò come minaccia, ma visto che la minaccia non ha sortito effetti a loro favorevoli, ieri sera si è rimangiato la parola data.
Domenica ventitré sarà scontro, da una parte coloro che hanno interessi propri e posizioni da difendere, dall’altra i soci che vogliono solo il bene della propria banca, i primi che non sappiamo quanto in maniera lecita e corretta giocheranno la partita, i secondi che possono solo alzare la mano, che dire, vinca il migliore? Ci dispiace per i soci, ma non sarà una partita alla pari.
Massimo Mori