Lo studio riguarda pezzi esposti all'Academia Belgica
SIENA. Giovedì 13 novembre, alle ore 17.30, presso la Sala degli Intronati in Palazzo Patrizi (via di città, 75), Sabrina Pirri (Liceo Classico E. S. Piccolomini) e Gioacchino Chiarini (Università di Siena) presenteranno il volume Scipione l’Africano. Un eroe tra Rinascimento e Barocco. Atti del convegno di studi Roma, Academia Belgica, 24-25 maggio 2012, a cura di Walter Geerts, Marilena Caciorgna, Charles Bossu, Milano, Jaca Book, 2014, pp. XIX, 348. Saranno presenti i curatori Walter Geerts (Universiteit Antwerpen) e Marilena Caciorgna (Università di Siena). Presiederà l’Archintronato Roberto Barzanti.
Il tema di questo volume scaturisce dal gruppo di sei arazzi conservati nell’Academia Belgica di Roma, parziale riedizione della serie di 22 pezzi raffiguranti le gesta e il trionfo di Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano, il vincitore di Annibale. Tessuti a Bruxelles su modelli di Giulio Romano, assistito da Gianfrancesco Penni, furono acquistati da Francesco I e bruciati durante la Rivoluzione francese per recuperarne i fili d’oro e d’argento. I sei pezzi dell’Academia Belgica, realizzati a Bruxelles verso la metà del XVI secolo, ne costituiscono una delle più antiche riedizioni, che appartenne a Ippolito d’Este. L’arazzo del Rinascimento e del Barocco è un artefatto che pone tante domande: chi ha dato la commissione per il tema specifico, Scipione l’Africano? Chi ha «inventato» il programma delle scene? Quali sono le fonti, antiche e moderne, dipinte e letterarie, che hanno ispirato il programma? Per quale motivo, con quali intenti, per quale «pubblico» fu scelto il tema? Come nasce il «mito» che si va costruendo intorno a Scipione? E che ne avviene nei secoli successivi? Il libro riflette questa molteplicità e varie discipline si danno la mano: storia dell’arte, storia antica e moderna, filologia, storia della letteratura e del teatro. E del cinema, giacché si conclude con il raffinato Scipione di Luigi Magni, regista scomparso nel 2013.
Il libro raccoglie i testi degli interventi tenuti nel convegno di studi promosso dall’Academia Belgica di Roma il 24 e 25 maggio 2012, nel quale è stata, appunto, analizzata la grande fortuna che ha avuto fra Medioevo ed Età moderna la figura di Scipione l’Africano, considerato il simbolo non solo della grandezza militare, ma anche di quella morale e divenuto un emblema della continenza, della clemenza, della magnanimità. Si narra, infatti, che Scipione, dopo aver conquistato Carthago Nova, la moderna Cartagena, in Spagna, abbia ricevuto come bottino di guerra anche fanciulla bellissima, ma, quando seppe che era promessa ad un giovane principe, fece chiamare il futuro marito e gliela riconsegnò, rifiutando anche l’oro che la famiglia gli aveva offerto come prezzo per il riscatto. Tema questo che tanta diffusione ha avuto con la nascita del genere della Biografia dipinta negli ultimi del Quattrocento. A Siena se ne hanno degli splendidi negli affreschi del Beccafumi nel senese Palazzo Venturi ed in quelli di Dirck de Quade van Ravensteyn nel Palazzo Chigi alla Postierla. Per lo stesso motivo Scipione è rappresentato anche da Taddeo di Bartolo nell’Anticappella del Palazzo Pubblico, ma questi non sono gli unici richiami a Siena presenti nel libro, perché, ad esempio, uno dei curatori, Marilena Caciorgna, è docente di Iconografia e tradizione classica nella nostra Università; inoltre, il saggio iniziale Dagli uomini famosi alla Biografia dipinta. La figura di Scipione tra Medioevo e Rianscimento, è uno degli ultimi scritti del compianto Roberto Guerrini.