Questa sera (8 novembre) il concerto della band fiorentina che ha da poco pubblicato
Dopo un percorso musicale in continua evoluzione iniziato nel 2005, i quattro fiorentini dei Bad Apple Sons, protagonisti della questa sera (8 novembre) alla Corte dei Miracoli (ingresso libero, dalle ore 22:30), sono approdati ad una proposta musicale contrassegnata da forti influenze oscure e a tratti psichedeliche. Il primo E.P. ufficiale Cowards (ottobre 2007) racchiude i germi che andranno a delineare lo stile e l’attitudine del gruppo. Nel 2008 aprono a Il Teatro degli Orrori e ai Marlene Kuntz, suonano all’interno del Festival della Creatività e nel novembre dello stesso anno si affermano sulla scena musicale emergente con la vittoria della XX edizione del Rock Contest di Controradio. Seguono numerose esibizioni ed aperture a gruppi del calibro di Zu, Offlaga Disco Pax, Dente, fino all’esibizione di fronte a Patti Smith al Teatro del Sale di Firenze. Il 1 marzo 2010 esce l’album di debutto registrato e mixato rispettivamente allo Studio Larione 10 (FI) con Sergio Salaorni (Litfiba, Diaframma) e al Lysergic Mixroom Studio di Bergamo con Davide Perrucchini (Verdena, Ulan Bator), sotto promozione “A Buzz Supreme” e distribuzione Audioglobe. Il disco di debutto riceve ottime recensioni su riviste specializzate (Rockerilla 8, Rumore 7, BlowUp 7/8, ecc…) e web (Rockit, Rockambula, Shiverwebzine). Tra il 2011 e il 2012 compiono il primo tour importante con più di venti date in giro per lo stivale grazie alla collaborazione con lo JenaBooking.
My Dear No Fear, il secondo album della band, nasce dalla collaborazione con Paolo Mauri, storico produttore degli Afterhours e di molti altri gruppi italiani dell’onda 80-90. Una collaborazione che ha certamente contribuito alle sonorità del disco, rendendolo aggressivo ma disciplinato, coerente ma eterogeneo ed estroso al tempo stesso. Le registrazioni si sono svolte in appena due sedute primaverili in un isolato casolare della campagna pisana (West Link Studio), per poi procedere in estate nello studio mobile fiorentino di Paolo Mauri che ha permesso la sovraincisioni di percussioni, synth e fiati. Ripartendo dagli intenti musicali dichiaratamente ritmici, ossessivi e primordiali del primo disco, i Bad Apple Sons approdano a un discorso più elaborato e maturo, dove, se da un lato preservano la loro vena no-wave e post-punk, dall’altro introducono melodie più raffinate, arrangiamenti più complessi e premeditati. My Dear No Fear è un disco di contrasti. La linearità si scontra spesso con bruschi cambi di rotta, silenzi e interludi (la narrazione di Ascend è improvvisamente stravolta da un abisso sonoro dalle profondità insondabili), il fluire ossessivo e martellante delle chitarre e dei bassi è abbracciato da linee vocali profonde, avvolgenti (The Holiest), atmosfere rarefatte e oniriche vengono inquinate da strida e lamenti soffocati di chitarre acide (il disco si apre con Free Neural Enterprise, un viaggio annebbiato e inquietante nel cervello di un essere umano in preda alla follia). Ne risulta un album intenso, massiccio e granitico (Tempest Party deve la sua anima alla migliore scuola stoner), la cui classica matrice rock è però impreziosita da arrangiamenti di tastiera, fiati e cori liberatori (la frenetica Cowards ne è un chiaro esempio).
“Il sound invita spesso ad alzare il volume e la scrittura è tutt’altro che copiativa: da tener sotto osservazione.” 7/10 Vittore Baroni [RUMORE]
” […]il gruppo è molto abile a trasmettere la sensazione di potenza senza mai apparire gratuito. Davvero bravi.” 7-8/10 Biz [Blow Up]
“Firenze si riconferma roccaforte new wave del Bel paese, producendo questo disco bellissimo, un esordio assolutamente valido, di quelli che ti fanno venire voglia di dirlo a tutti che è ora di ascoltare i Bad apple sons. Teniamoli d’occhio.” Chiara Longo [RockIt]
“L’uso controllato dei feedback e l’integrazione di percussioni metalliche non ortodosse, trascina la musica dei BAS in un interzona a metà strada fra gli Einsturzende Neubauten e i Pink Floyd di Ummagumma […]” 8/10 Simone Bardazzi [Rockerilla]