Adusbef e Federconsumatori lo auspicano
roma. Il Single Supervisory Mechanism (Vigilanza Bancaria Europea) in vigore da oggi e che dovrebbe rappresentare una delle tre colonne portanti della nuova Unione bancaria europea (le altre sono il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi – chiamato Srm – e un sistema di garanzia dei depositi accentrato), riuscirà ad uniformare gli elevati costi di gestione dei conti correnti italiani, pari a 371 euro l’anno, contro una media di 114 dell’area euro ? L’unione bancaria, spacciata per la più grande riforma dell’ordinamento finanziario europeo, non aggiunge molto al SEVIF (Sistema europeo delle autorità di vigilanza), varato dopo la crisi finanziaria sistemica dei debiti sovrani ed il fallimento della Lehman Brothers, che aveva attribuito alla BCE competenze in materia di vigilanza macroprudenziale, affiancandola a tre nuove autorità per il controllo sulle banche (EBA), sui mercati (ESMA) e sulla assicurazioni (EIOPA). Gli ampi poteri di supervisione dell’eurozona e gli stress test sulle banche, dovrebbero garantire che lo svolgimento dell’attività bancaria in ambito regionale europeo trovi nell’unitarietà della funzione di controllo la condizione essenziale per una “sana e prudente gestione”.
Adusbef e Federconsumatori, rimarcano che dai negoziati per l’unione bancaria dominati dai tedeschi, sono state escluse, dal meccanismo di vigilanza unica in capo alla Bce, le Landesbanken, casse regionali tedesche a capitale pubblico alcune delle quali molto grandi e che rappresentano il 45% circa del settore bancario teutonico, che hanno avuto aiuti pubblici per 248 miliardi di euro dallo Stato per non fallire, superando così agevolmente gli stress test Bce, a differenza di altre banche.
Da oggi Bce avrà l’autorità di supervisore delle banche Ue assorbendo molte delle competenze in mano alle autorità nazionali, con il meccanismo che prevede un sistema di vigilanza per tutte le 6.000 banche dell’Unione Bancaria, con l’unica differenzia che per le banche più grandi, le prime 130, definite secondo gli asset di patrimonio e bilancio, c’è la supervisione diretta della Bce, mentre per le banche più piccole la vigilanza resta in capo alle banche centrali nazionali.
L’Unione Bancaria, che ha creato una gerarchia di responsabilità nel caso di salvataggio, copiando il ‘Sistema Cipro’, mette sullo stesso piano azionisti, obbligazionisti (la cui quantità di rischio è accettato per ottenere un rendimento),e depositanti, salvo la garanzia di intangibilità per i depositi sotto i 100.000 euro a persona qualora il conto sia cointestato, con le banche che si impegnano a costituire un fondo di 55 miliardi di euro entro otto anni per fronteggiare la crisi bancarie. Resta il tabù di regolamentare la creazione del denaro dal nulla dei derivati e la separazione tra banche d’affari e banche commerciali, il ‘Glass Steagall Act’ istituito nel 1933 dal Presidente Roosvelt, che ha protetto per 66 anni gli Stati Uniti dalle bolle speculative, e di conseguenza anche gli altri paesi del mondo globalizzato.
Il Glass-Steagall Act, cancellato da Bill Clinton nel 1999, stabiliva la netta separazione tra le banche commerciali che investivano nell’economia reale meritevoli di protezione dagli Stati, da quelle di carattere finanziario speculativo, che in caso di default venivano abbandonate. L’investimento di una banca commerciale in un progetto di economia reale, come il finanziamento di un’attività imprenditoriale, porta a dei risultati di guadagno con tempi di medio-lungo termine, al contrario di attività speculative sui mercati, che arricchiscono pochi (manager bancari con stock option pari ai volumi prodotti e piazzati, banche, banchieri, ingegneri che strutturano con algoritmi possibilità di guadagno sicuro per le banche, perdite certe per i sottoscrittori) in tempi rapidi, intossicando così i mercati e falcidiando il sudato risparmio. Fino al 1999, la gestione bancaria da territoriale (con il direttore di Agenzia che aveva facoltà di concedere prestiti, finanziamenti, scoperti di conto, ecc.), è stata centralizzata, sono iniziate fusioni ed incorporazioni, le grandi hanno inglobato le piccole su pressioni di Bankitalia, la gestione del credito e del risparmio è stata globalizzata, i direttori sono stati espropriati dal potere di concedere prestiti e fidi, la restrizione del credito ha assunto dimensioni drammatiche.
All’Europa serve lo Steagall Act, una regolamentazione per impedire la manipolazione dei tassi Euribor e dei cambi, il controllo sui derivati che hanno superato la soglia di 730.000 miliardi di dollari (precedente al crack Lehman), il sostegno all’economia reale. Adusbef e Federconsumatori giudicheranno l’Unione Bancaria anche da un abbattimento dei tassi e degli elevati costi di gestione dei conti correnti.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)