Le iniziative del governo sul job act non vanno giù ai sindacati
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SIENA. Vogliamo far porre la dovuta attenzione a tutti sul palese significato delle recenti iniziative governative sul tema del cosiddetto JOB ACT.
ABOLIZIONE ART.18 – Evidentemente non è bastata la cosiddetta “Legge Biagi”, che faceva della precarietà esasperata la panacea di tutti i problemi del mondo del lavoro. Legge benedetta da gran parte dei tecnici/politici di primo piano di allora (Sacconi – Treu – Ichino – ecc. ecc..) i quali oggi, a gran voce e nonostante i danni prodotti dalla stessa precarietà da loro sostenuta, sono per il lavoro a tempo indeterminato e l’eliminazione delle residue tutele presenti nell’art.18 !!
Non è bastata nemmeno la pesante rivisitazione dell’art.18 operata dal Governo Monti che, praticamente, ha allargato in maniera preoccupante la possibilità di licenziare anche solo per motivi di carattere economico, e questo pur in presenza di bilanci in utile !!!!
Non sono bastati venti anni di concertazione con Governo e Datori di Lavoro, nei quali il sindacato ha, purtroppo, firmato tutto e il contrario di tutto, facendo sì che i lavoratori italiani diventassero: i meno pagati fra quelli dei Paesi industrializzati europei, i più penalizzati in fatto di età pensionabile e soprattutto i meno tutelati.
Su ciò il nostro Sindacato si è più volte espresso anche se puntualmente inascoltato (anche da chi oggi cavalca la protesta!!) e gli effetti, proprio nel nostro settore, sono sotto gli occhi di tutti.
Ma evidentemente, nonostante quanto concesso, ai datori di lavoro, sia per quanto riguarda la parte economica che quella dei diritti e delle tutele, ancora non basta. Si vuole chiaramente arrivare all’azzeramento totale e alla completa affermazione delle associazioni datoriali (Confindustria – ABI – ecc.), nonostante quanto già ottenuto, ad oggi, in fatto di cassa integrazione, esuberi, esodi, licenziamenti collettivi e individuali, e chi più ne ha più ne metta.
DEMANSIONAMENTI ECONOMICI – Occhio che questo è uno di quegli aspetti che ci riguarda direttamente e, se realizzato, colpirebbe in pieno lavoratrici e lavoratori del settore bancario, con somma felicità dell’ABI!
Infatti se la norma dovesse essere approvata si andrebbe a cancellare sostanzialmente quanto ad oggi previsto dal Codice Civile, ossia il divieto, se non in casi del tutto eccezionali, di DEMANSIONARE di ruolo e di LIVELLO RETRIBUTIVO il singolo lavoratore.
L’effetto nel nostro settore sarebbe nefasto: diventerebbe applicabile il demansionamento anche solo in presenza di semplici ristrutturazioni e/o riorganizzazioni aziendali.
Sarà forse per questo che è proprio ABI uno dei soggetti più interessati a tale nuova normativa!???
Insomma si vuole chiaramente dare carta bianca alle Aziende sulla gestione non solo degli inquadramenti del proprio personale ma anche addirittura sui livelli retributivi che potranno, così, scendere a insindacabile giudizio datoriale!
Se tale provvedimento dovesse passare, i colleghi/ghe che faranno un minimo di carriera, per provata professionalità e magari con tanti sacrifici personali e familiari, si potrebbero vedere togliere, dall’oggi al domani, grado e retribuzione dall’azienda, con tutto quello che ne consegue.
Quanto sopra ovviamente inciderebbe soprattutto sui colleghi più giovani che, giustamente, per avere minimi riconoscimenti professionali sono costretti a sopportare immani sacrifici per essere poi alla mercè del Capetto di turno che potrà DEMANSIONARE (e ridurre così le retribuzioni) a piacere.
CONTROLLO DEI LAVORATORI A DISTANZA – Oggi la normativa è chiara: non sono ammesse riprese o controlli diretti dei lavoratori, proprio per salvaguardarne la dignità dei colleghi.
Nel “JOBS ACT”, diversamente, tutto ciò verrebbe meno e sarebbe così possibile controllare i lavoratori anche attraverso idonei mezzi tecnologici. Nella pratica, se contestualizziamo questa libertà nel nostro settore, significherebbe che tutti quei controlli ad oggi effettuati, riguardo alle vendite, alle telefonate, al semplice stare al computer, potrebbero venire legalizzati e maggiormente istituzionalizzati con la conseguenza che aumenterebbero a dismisura le pressioni già oggi a livelli del tutto inaccettabili, con il malcelato perseguimento di fare cottimo.
Siamo di fronte, quindi, ad una vera e propria strategia di smantellamento delle tutele e dei diritti, frutti di anni di lotte e sacrifici. Segreteria Unisin Mps
ABOLIZIONE ART.18 – Evidentemente non è bastata la cosiddetta “Legge Biagi”, che faceva della precarietà esasperata la panacea di tutti i problemi del mondo del lavoro. Legge benedetta da gran parte dei tecnici/politici di primo piano di allora (Sacconi – Treu – Ichino – ecc. ecc..) i quali oggi, a gran voce e nonostante i danni prodotti dalla stessa precarietà da loro sostenuta, sono per il lavoro a tempo indeterminato e l’eliminazione delle residue tutele presenti nell’art.18 !!
Non è bastata nemmeno la pesante rivisitazione dell’art.18 operata dal Governo Monti che, praticamente, ha allargato in maniera preoccupante la possibilità di licenziare anche solo per motivi di carattere economico, e questo pur in presenza di bilanci in utile !!!!
Non sono bastati venti anni di concertazione con Governo e Datori di Lavoro, nei quali il sindacato ha, purtroppo, firmato tutto e il contrario di tutto, facendo sì che i lavoratori italiani diventassero: i meno pagati fra quelli dei Paesi industrializzati europei, i più penalizzati in fatto di età pensionabile e soprattutto i meno tutelati.
Su ciò il nostro Sindacato si è più volte espresso anche se puntualmente inascoltato (anche da chi oggi cavalca la protesta!!) e gli effetti, proprio nel nostro settore, sono sotto gli occhi di tutti.
Ma evidentemente, nonostante quanto concesso, ai datori di lavoro, sia per quanto riguarda la parte economica che quella dei diritti e delle tutele, ancora non basta. Si vuole chiaramente arrivare all’azzeramento totale e alla completa affermazione delle associazioni datoriali (Confindustria – ABI – ecc.), nonostante quanto già ottenuto, ad oggi, in fatto di cassa integrazione, esuberi, esodi, licenziamenti collettivi e individuali, e chi più ne ha più ne metta.
DEMANSIONAMENTI ECONOMICI – Occhio che questo è uno di quegli aspetti che ci riguarda direttamente e, se realizzato, colpirebbe in pieno lavoratrici e lavoratori del settore bancario, con somma felicità dell’ABI!
Infatti se la norma dovesse essere approvata si andrebbe a cancellare sostanzialmente quanto ad oggi previsto dal Codice Civile, ossia il divieto, se non in casi del tutto eccezionali, di DEMANSIONARE di ruolo e di LIVELLO RETRIBUTIVO il singolo lavoratore.
L’effetto nel nostro settore sarebbe nefasto: diventerebbe applicabile il demansionamento anche solo in presenza di semplici ristrutturazioni e/o riorganizzazioni aziendali.
Sarà forse per questo che è proprio ABI uno dei soggetti più interessati a tale nuova normativa!???
Insomma si vuole chiaramente dare carta bianca alle Aziende sulla gestione non solo degli inquadramenti del proprio personale ma anche addirittura sui livelli retributivi che potranno, così, scendere a insindacabile giudizio datoriale!
Se tale provvedimento dovesse passare, i colleghi/ghe che faranno un minimo di carriera, per provata professionalità e magari con tanti sacrifici personali e familiari, si potrebbero vedere togliere, dall’oggi al domani, grado e retribuzione dall’azienda, con tutto quello che ne consegue.
Quanto sopra ovviamente inciderebbe soprattutto sui colleghi più giovani che, giustamente, per avere minimi riconoscimenti professionali sono costretti a sopportare immani sacrifici per essere poi alla mercè del Capetto di turno che potrà DEMANSIONARE (e ridurre così le retribuzioni) a piacere.
CONTROLLO DEI LAVORATORI A DISTANZA – Oggi la normativa è chiara: non sono ammesse riprese o controlli diretti dei lavoratori, proprio per salvaguardarne la dignità dei colleghi.
Nel “JOBS ACT”, diversamente, tutto ciò verrebbe meno e sarebbe così possibile controllare i lavoratori anche attraverso idonei mezzi tecnologici. Nella pratica, se contestualizziamo questa libertà nel nostro settore, significherebbe che tutti quei controlli ad oggi effettuati, riguardo alle vendite, alle telefonate, al semplice stare al computer, potrebbero venire legalizzati e maggiormente istituzionalizzati con la conseguenza che aumenterebbero a dismisura le pressioni già oggi a livelli del tutto inaccettabili, con il malcelato perseguimento di fare cottimo.
Siamo di fronte, quindi, ad una vera e propria strategia di smantellamento delle tutele e dei diritti, frutti di anni di lotte e sacrifici. Segreteria Unisin Mps