Mazzucchelli dice "il Monte la nostra Lehman", Mediobanca e le altre esultano
di Red
SIENA. A che gioco stanno giocando Profumo e Clarich? Nonostante il potere e la sostanza della Fondazione MPS siano state distrutte dalle mosse suicide, in perfetta coincidenza di vedute, tra Mussari e Mancini tra il 2008 e il 2011, anche stavolta dobbiamo registrare l’appiattimento del patto di sindacato con i soci sudamericani del Monte dei Paschi sulle posizioni del banchiere genovese. Mentre la posizione di Palazzo Sansedoni dovrebbe essere quella di mantenere al più alto valore possibile quello che rimane della partecipazione nella banca, visto che è l’unico asset spendibile. Invece si è sostenuto acriticamente Profumo, la fuga dei depositi agitando lo spettro della nazionalizzazione e oggi, ultima chicca, la perdita del 40% del valore delle azioni in una settimana senza nemmeno uno sbadiglio.
Ora le leggi in vigore proibiscono a Clarich di aderire a un nuovo aumento di capitale. Sono le stesse che lo vietavano a Mancini che col miliardo buttato via nel 2011 ha ucciso Siena e l’ente che presiedeva. E che la Mansi ha ignorato da par sua. E di cui nessuno vuol chiedere conto … perché è probabile che si voglia insistere su quella strada. Ieri, l’ex montepaschino Marco Mazzucchelli ha fatto titolare così La Repubblica: “Con questi manager Mps si sta trasformando nella nostra Lehman” e di questo lo ringraziamo pur rabbrividendo: vuol dire che il fronte della consapevolezza si sta allargando. Speriamo che arrivi questo fronte fino a Siena, e che i politici, che quando non devono mettono le mani in pasta dappertutto e adesso che dovrebbero parlare degli interessi della città stanno contenuti se non in parecchi casi zitti, non concretizzano in azioni di protesta contro il traslocatore.
Abbiamo forti dubbi che gli stessi manager che hanno sbagliato nella stesura e realizzazione dell’inutile quanto insufficiente aumento di capitale da 5 miliardi siano capaci di porre rimedio con il nuovo capital plan in preparazione. Non succede in nessuna parte del mondo che chi sbaglia non paga, solo in Italia. E anche ora, la fretta di realizzarlo – visto che c’è tempo fino al luglio 2015 – nasce solo dalla volontà di chiuderlo prima che la supervisione passi completamente alla BCE. Che li dimissionerebbe d’urgenza tutti e due, gli eroi del Tandem, e senza buonuscita.
Per rimediare all’ennesima gaffe, il fronte delle banche del consorzio di garanzia si sta muovendo per questa operazione da 2,1 miliardi. Sono le stesse Ubs, Citi, Goldman Sachs e Mediobanca citate per i danni provocati nel passato … e Mazzucchelli parla di Lehman Brothers. Basteranno 2,1 miliardi? A Bruxelles sono cambiati gli sprovveduti che avevano dato l’imprinting sul fallito piano industriale del Tandem? L’immagine degli avvoltoi sulla carcassa dell’elefante di un documentario del National Geographic ci ritorna sempre alla mente. Quanto grande doveva essere nel 2007 questo elefante chiamato Monte dei Paschi di Siena non è stato compreso se non da chi sta continuando a spolparlo.