Ettolitri di Brunello persi. Un'azione criminosa ancora senza un movente
di Max Brod
MONTALCINO. Nel suo piccolo ufficio, immerso tra i vigneti di Montalcino, Gianfranco Soldera accanto ai familiari più stretti, fa conti e risponde alle telefonate. La notte tra il 2 ed il 3 dicembre, ignoti si sono introdotti nella sua cantina, hanno aperto i rubinetti delle botti e fatto così riversare sul pavimento il frutto degli ultimi 6 anni di lavoro: le annate di Brunello dal 2007 al 2012, in totale 626 ettolitri di vino. La stretta di mano di una delle personalità più autorevoli e controcorrente del panorama enologico mondiale, non è di certo indebolita dall’accaduto; la sua voce è nitida, la sofferenza c’è, ma qualcosa di più forte lo obbliga a guardare al futuro. Ecco come risponde alle nostre domande l’ uomo che ha dedicato la sua vita al vino, e che pur di dire la sua, ha avuto il coraggio di scontrarsi con le associazioni più rappresentative del territorio, come il Consorzio del Brunello:
È stato lei a scoprire per primo l’accaduto?
“No, è stato mio genero. Prima delle 8, come ogni mattina, andavo a programmare i lavori, e mi hanno comunicato il fatto. Non volevo crederci”.
Lei ha parlato di “atto mafioso”…
“Non è corretto, io ho parlato di un atto gravissimo. Non hanno rubato neanche una bottiglia, dunque non è un furto, ma un’intimidazione: una cosa che ricorda la nascita della criminalità organizzata, che inizia sempre con l’intimidazione e la paura. Ma hanno sbagliato uomo, io non ho paura”.
Eravate assicurati per un tale sinistro?
“Sì lo eravamo. Ma ovviamente il fatto colpisce tutto il territorio, ed apre una grande ferita”.
In quale direzione vanno le indagini?
“Questo non lo so. Ieri i Carabinieri sono immediatamente intervenuti. Abbiamo parlato della cosa più volte, fino alle 22.30 di sera. Sono poi tornati questa mattina. Mi hanno però assicurato che le indagini sono a 360 gradi”.
Ha avuto messaggi di vicinanza per l’accaduto?
“È un continuo di e-mail e telefonate da tutto il mondo. Ho avuto messaggi dalla Russia, dall’America, dal Giappone e dalla Germania. Tutti hanno manifestato, a qualsiasi livello, vicinanza”.
Anche il Consorzio del Brunello?
“Certo, Fabrizio (Fabrizio Bindocci, l’attuale Presidente del Consorzio) mi ha chiamato subito, appena tornato da New York, dove aveva appreso il fatto”.
Il motivo del gesto vandalico può essere legato al pensiero ed alle politiche che lei ha portato avanti sul tema enologico e non?
“Io sono sempre stato dalla parte della legalità e del Sangiovese 100%. Tanti altri no, ma questo non vuol dire che ci sia un collegamento. Se emergesse questo dalle indagini, sarebbe una “bomba” per tutto il territorio”.
Cosa farà adesso la famiglia Soldera?
“Non abbiamo avuto un attimo di esitazione. Immediatamente continuiamo la nostra attività ed andiamo avanti, faremo di nuovo grandi Brunello, bisognerà solo avere un po’ di pazienza”.
Poi, rivolgendosi alla giovane nipote di Giulio Gambelli – personaggio dell’enologia Toscana e Mondiale recentemente scomparso – accorsa a far sentire la sua vicinanza, Soldera aggiunge: “non abbiamo paura, e questo è un insegnamento anche di tuo nonno, ricordati: non bisogna mai aver paura, e dire sempre quello che si pensa”.
(Foto Jeremy Parzen http://dobianchi.com)