di Michele Longo
SIENA. Totale indipendenza in 5 anni, sperimentazione sui pazienti e produzione farmaceutica. Sono questi gli obiettivi che Giovanni Gaviraghi, general manager di Siena Biotech, ha esposto nel corso del convegno organizzato per l’inaugurazione del nuovo Medicines Research Center.
Dottor Gaviraghi, quali sono le principali attività di ricerca che si svolgono qui all’interno del Medicines Research Center?
“Questo è un centro di ricerca completo. Abbiamo attrezzature per fare tutto e lavorare in modo integrato. Partiamo da un’ipotesi, svogliamo gli esperimenti e in base ai risultati estrapoliamo le conclusioni. Chiaramente in caso di risposte negative si continua a lavorare con esperimenti incrociati. Il lavoro è del tutto sperimentale. Abbiamo tecnici informatici che permettono l’elaborazione dei dati e biologhi, chimici, medici e bioteconlogici che si occupano della parte sperimentale”.
Da dove arrivano i fondi che permettono di portare avanti una tale attività di ricerca?
“Inizialmente solo ed esclusivamente dalla Fondazione Monte dei Paschi. In seguito sono arrivati alcuni contributi europei e ministeriali. Da poco abbiamo stipulato due alleanze con due multinazionali, la Wyeth e la Roche, che ci aiutano con contributi che variano in base agli obiettivi raggiunti. La Fondazione Mps resta però il maggior contribuente.”
Avete come obiettivo anche “l’indipendenza economica”?
“Sì, e credo che se continueremo di questo passo e non ci saranno intralci la potremo ottenere in quattro o cinque anni.”
Quanto è importante la collaborazione con il polo biotecnologico di Siena?
“Importantissima, c’è sinergia e massima collaborazione. In generale, abbiamo un ottimo rapporto con tutto l’Ateneo, non a caso moltissimi nostri dipendenti hanno studiato qui a Siena. L’università porta avanti ottime idee e ricerche di base estremamente interessanti che ci aiutano nella formulazione delle ipotesi preliminari. Noi rispondiamo con contributi economici e aiuto didattico, quindi la sinergia è totale.”
Quali sono i prossimi obiettivi di Siena Biotech, oltre all’indipendenza economica?
“Siamo ad un livello in cui speriamo di poter sperimentare sui pazienti i farmaci sui quali stiamo lavorando. Noi ci occupiamo di malattie neurodegenerative quindi si tratta di prodotti estremamente complicati, ma che potrebbero essere di grande aiuto per i pazienti. Inoltre puntiamo a completare il processo di sviluppo in atto e avviare un progetto per la distribuzione del farmaco grazie anche all’aiuto di industrie farmaceutiche.”
SIENA. Totale indipendenza in 5 anni, sperimentazione sui pazienti e produzione farmaceutica. Sono questi gli obiettivi che Giovanni Gaviraghi, general manager di Siena Biotech, ha esposto nel corso del convegno organizzato per l’inaugurazione del nuovo Medicines Research Center.
Dottor Gaviraghi, quali sono le principali attività di ricerca che si svolgono qui all’interno del Medicines Research Center?
“Questo è un centro di ricerca completo. Abbiamo attrezzature per fare tutto e lavorare in modo integrato. Partiamo da un’ipotesi, svogliamo gli esperimenti e in base ai risultati estrapoliamo le conclusioni. Chiaramente in caso di risposte negative si continua a lavorare con esperimenti incrociati. Il lavoro è del tutto sperimentale. Abbiamo tecnici informatici che permettono l’elaborazione dei dati e biologhi, chimici, medici e bioteconlogici che si occupano della parte sperimentale”.
Da dove arrivano i fondi che permettono di portare avanti una tale attività di ricerca?
“Inizialmente solo ed esclusivamente dalla Fondazione Monte dei Paschi. In seguito sono arrivati alcuni contributi europei e ministeriali. Da poco abbiamo stipulato due alleanze con due multinazionali, la Wyeth e la Roche, che ci aiutano con contributi che variano in base agli obiettivi raggiunti. La Fondazione Mps resta però il maggior contribuente.”
Avete come obiettivo anche “l’indipendenza economica”?
“Sì, e credo che se continueremo di questo passo e non ci saranno intralci la potremo ottenere in quattro o cinque anni.”
Quanto è importante la collaborazione con il polo biotecnologico di Siena?
“Importantissima, c’è sinergia e massima collaborazione. In generale, abbiamo un ottimo rapporto con tutto l’Ateneo, non a caso moltissimi nostri dipendenti hanno studiato qui a Siena. L’università porta avanti ottime idee e ricerche di base estremamente interessanti che ci aiutano nella formulazione delle ipotesi preliminari. Noi rispondiamo con contributi economici e aiuto didattico, quindi la sinergia è totale.”
Quali sono i prossimi obiettivi di Siena Biotech, oltre all’indipendenza economica?
“Siamo ad un livello in cui speriamo di poter sperimentare sui pazienti i farmaci sui quali stiamo lavorando. Noi ci occupiamo di malattie neurodegenerative quindi si tratta di prodotti estremamente complicati, ma che potrebbero essere di grande aiuto per i pazienti. Inoltre puntiamo a completare il processo di sviluppo in atto e avviare un progetto per la distribuzione del farmaco grazie anche all’aiuto di industrie farmaceutiche.”
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