L'Unaapi denuncia un calo nella produzione del 40 per cento
Ma, già allo stato attuale, risultano “penalizzati, come già in primavera l’acacia e gli agrumi – spiega Panella – anche i millefiori estivi, ad eccezione delle produzioni di alta montagna dell’arco alpino ad est. Non male la produzione di miele di tiglio, media quella di castagno. Nel caso degli oltre 800.000 ettari di castagneto in Italia, però, il segnale positivo è che la lotta biologica al flagello parassitario d’origine cinese che ne insidia la sopravvivenza, grazie a un impegno esemplare delle istituzioni, sta dimostrando i primi frutti positivi; se lo stato degli ombrosi castagneti sta nettamente migliorando, è una buona notizia più per il futuro che per il presente. Drammatica, invece, la situazione del miele di eucalipto: i 60.000 ettari di eucalipto, anch’essi sotto attacco da un parassita esogeno, sembrano destinati a essiccarsi, nel disinteresse generale, e rischiano praticamente di sparire, e con essi, ovviamente, anche il pregiato miele monofloreale. C’è ancora qualche speranza per la possibile produzione di miele di melata in alcune zone del nord, ma in ogni caso il risultato produttivo d’insieme non potrà essere ribaltato. Tra le regioni più colpite da siccità e avversità meteo, la Sardegna e la Toscana. E’ il risultato – conclude Panella – di un’annata contrassegnata da andamenti estremi in inverno e primavera, con temperature molto al di sotto o al di sopra della media in diversi periodi, e ora da un’estate siccitosa e con temperature elevate”.