di Roberto Cappelli
MONTALCINO. Montalcino: terra di tradizioni, vino e …santi. Quando si parla di quest’ultimi, a Montalcino ci si limita a ricordare che la città ha dato i natali a San Donnolo Donnoli e, nel contempo, si tende a trascurare tutti gli altri, come se non fossero mai esistiti o, più semplicemente, perché meno noti se non del tutto misconosciuti. A colmare questa lacuna è intervenuta la Parrocchia di Montalcino che, tramite la sua pubblicazione mensile “Lettera alle famiglie” informa, fra l’altro, sui santi nati in questa che è chiamata la “collina d’Italia”.
Si viene così a sapere che sia nell’Archivio della Curia Vescovile di Montalcino, sia nelle memorie di Padre Bovini, ci sono due cataloghi sui Santi e i Beati di Montalcino. Il primo e più conosciuto di tutti, come dicevamo, è Donnolo Donnoli, santo laico francescano martirizzato in Marocco: è il santo Patrono del Quartiere Travaglio. Seguono il Beato Giovanni da Montalcino, compagno di San Bernardino da Siena, ricordato nella Vita dei santi Toscani, e il Beato Bernardino da Montalcino: il suo ritratto con l’iscrizione del nome si trovava nel coro della chiesa di San Francesco. Altro Beato montalcinese è Pietro dell’Oca, martirizzato al Cairo di Babilonia nel 1311, seguito dal Beato Pietro, legnaiolo, terziario e martire. L’elenco prosegue con il Beato Giacomo Cavalieri, domenicano, discepolo di Santa Caterina da Siena, morto intorno all’anno 1400, con il Beato Niccolò Posi, domenicano, anche lui discepolo di Santa Caterina, morto l’11 maggio 1398 e con il Venerabile Servo di Dio Fra Girolamo Tinelli, insigne Teologo al Concilio di Trento. Ma quello di cui forse si hanno più notizie certe è il Beato Filippo Ciardelli o Cardella o Cardelli o del Cardello, nato a Montalcino nella contrada del Diacceto nel 1203. “Giovanissimo entrò a far parte della famiglia Francescana e vestì l’abito religioso per le mani di San Francesco. Ebbe l’onore – ci informa la pubblicazione della Parrocchia di Montalcino – di assistere San Francesco nell’ultimo periodo della sua vita; quindi divenne compagno del grande Sant’Antonio da Padova fino alla di lui morte”. Morto Sant’Antonio, nel 1231 Filippo tornò a Montalcino, quindi passò al convento del Colombaio sopra Seggiano, dove morì nel 1290, il 25 aprile, all’età di 87 anni. Il suo corpo fu trasferito a Montalcino nella chiesa di San Francesco e fu oggetto di grande venerazione a causa dei molti miracoli che si dice abbia operato, fino a quando rimasero a Montalcino i padri francescani. Oggi nulla rimane della sue preziose reliquie; certamente al momento della soppressione del convento i frati portarono con sé le reliquie del loro confratello. Il Beatro Filippo è il santo montalcinese storicamente più documentato. “Ci viene ora spontanea una domanda – conclude la pubblicazione della Parrocchia – e se volessimo considerare Montalcino al pari e più di tanti altri luoghi ‘Terra di Santi’, perché tanta indifferenza e tanto silenzio verso questi nostri Fratelli Montalcinesi, come se non fossero mai esistiti?!”.
Si viene così a sapere che sia nell’Archivio della Curia Vescovile di Montalcino, sia nelle memorie di Padre Bovini, ci sono due cataloghi sui Santi e i Beati di Montalcino. Il primo e più conosciuto di tutti, come dicevamo, è Donnolo Donnoli, santo laico francescano martirizzato in Marocco: è il santo Patrono del Quartiere Travaglio. Seguono il Beato Giovanni da Montalcino, compagno di San Bernardino da Siena, ricordato nella Vita dei santi Toscani, e il Beato Bernardino da Montalcino: il suo ritratto con l’iscrizione del nome si trovava nel coro della chiesa di San Francesco. Altro Beato montalcinese è Pietro dell’Oca, martirizzato al Cairo di Babilonia nel 1311, seguito dal Beato Pietro, legnaiolo, terziario e martire. L’elenco prosegue con il Beato Giacomo Cavalieri, domenicano, discepolo di Santa Caterina da Siena, morto intorno all’anno 1400, con il Beato Niccolò Posi, domenicano, anche lui discepolo di Santa Caterina, morto l’11 maggio 1398 e con il Venerabile Servo di Dio Fra Girolamo Tinelli, insigne Teologo al Concilio di Trento. Ma quello di cui forse si hanno più notizie certe è il Beato Filippo Ciardelli o Cardella o Cardelli o del Cardello, nato a Montalcino nella contrada del Diacceto nel 1203. “Giovanissimo entrò a far parte della famiglia Francescana e vestì l’abito religioso per le mani di San Francesco. Ebbe l’onore – ci informa la pubblicazione della Parrocchia di Montalcino – di assistere San Francesco nell’ultimo periodo della sua vita; quindi divenne compagno del grande Sant’Antonio da Padova fino alla di lui morte”. Morto Sant’Antonio, nel 1231 Filippo tornò a Montalcino, quindi passò al convento del Colombaio sopra Seggiano, dove morì nel 1290, il 25 aprile, all’età di 87 anni. Il suo corpo fu trasferito a Montalcino nella chiesa di San Francesco e fu oggetto di grande venerazione a causa dei molti miracoli che si dice abbia operato, fino a quando rimasero a Montalcino i padri francescani. Oggi nulla rimane della sue preziose reliquie; certamente al momento della soppressione del convento i frati portarono con sé le reliquie del loro confratello. Il Beatro Filippo è il santo montalcinese storicamente più documentato. “Ci viene ora spontanea una domanda – conclude la pubblicazione della Parrocchia – e se volessimo considerare Montalcino al pari e più di tanti altri luoghi ‘Terra di Santi’, perché tanta indifferenza e tanto silenzio verso questi nostri Fratelli Montalcinesi, come se non fossero mai esistiti?!”.