SIENA. Pagamenti vari, pensioni, dichiarazioni dei redditi, Isee, previdenza, tutela del lavoro e molto altro. Per orientarsi e portare a compimento queste pratiche, ogni cittadino senese trascorre circa 190 ore all’anno (ovvero 24 giorni lavorativi) tra file, attese e lunghi pellegrinaggi negli uffici.
Il dato quasi raddoppia se il disbrigo degli iter burocratici spetta ad un cittadino extracomunitario che vive nella nostra provincia. Ad evidenziare questo dato singolare è il Patronato Inac-Istituto nazionale assistenza cittadini della Cia, a seguito di uno studio sui comportamenti della cittadinanza, in particolare sui pensionati, rispetto agli adempimenti burocratico-amministrativi.
Tra un informato e un “novizio” della pratica c’è una differenza abissale in termini di ore buttate.
In questo contesto l’Inac scende in Piazza sotto lo slogan “C’è differenza tra sapere e non sapere: fare domande, avere risposte”, e sabato (9 maggio) sarà presente a Siena, in Piazza Matteotti, dalle 9 alle 13, con gazebo informativi e personale qualificato per dare spiegazioni ai cittadini su pensioni, sicurezza sul lavoro e molto altro.
"La funzione di tutela svolta dal patronato – afferma Daniela Zamperini, direttore del Patronato Inac per la provincia di Siena -, così come riconosciuto dalla Costituzione, e oggi ancor più necessaria in una società che seppure moderna e sviluppata, porta con se complessità e incognite dal punto di vista dei diritti sociali, così anche banali adempimenti nel rapporto con la pubblica amministrazione possono esser per tanti cittadini momenti di difficoltà e disagio".
L’impegno del patronato Inac in provincia di Siena, aggiunge Zamperini "è quindi di migliorare ulteriormente la funzione di informazione e di tutela ai diritti dei cittadini, di supporto negli adempimenti, di rafforzamento del ruolo di sussidiarietà fra pubblica amministrazione e il cittadino. E i problemi maggiori – conclude – riguardano gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali".
Tra le curiosità segnalate dall’Inac c’è la percentuale di chi non conosce il ruolo e i servizi offerti dai patronati (circa il 73 per cento dei cittadini italiani e il 95 per cento degli stranieri che vivono nel territorio), e la percentuale degli “ignoranti” su leggi e norme pensionistiche, previdenziali e assistenziali (59 per cento). Il “passaparola” rimane, per affidare il disbrigo delle pratiche, il metodo più adottato dai cittadini (65 per cento).