Nonostante da qualche giorno si siano avute le prime avvisaglie dell'approssimarsi della stagione estiva, che il bel tempo non sia ancora arrivato – per i lavoratori e le imprese – è sotto gli occhi di tutti. Che le dichiarazioni ottimistiche sulla ripresa produttiva che i vari esponenti del Governo si affannano ad esternare – nell’esorcizzare il demone “Crisi” quasi fosse uno spauracchio sensibile alla macumba – siano un segnale nettamente contrastante con la situazione che i lavoratori e le aziende stanno attraversando, è talmente evidente che qualcuno comincia a domandarsi se la realtà non sia solamente un incubo…
Queste stesse riflessioni devono averle fatte qualche giorno fa anche gli oltre 600 lavoratori della Whirlpool di Siena.
La storica azienda di viale Toselli, produttrice di congelatori orizzontali, ha infatti comunicato alla RSU di stabilimento che nel mese di giugno dovrà far ricorso a due settimane di Cassa integrazione ordinaria – per tutti i lavoratori nella prima settimana, per circa la metà di loro nella terza – e che di conseguenza sarà costretta a bloccare anche le già previste assunzioni di lavoratori stagionali.
La drastica diminuzione della domanda, che da diversi mesi sta contraendo sensibilmente i volumi produttivi, ha avuto negli ultimi giorni un'improvvisa accelerazione negativa che deve aver colto di sorpresa anche la dirigenza aziendale, fino a pochi giorni fa assolutamente decisa nel confermare a più riprese il programma di crescita previsto per il periodo estivo, che storicamente – per un prodotto stagionale come il congelatore – è di piena produzione.
La presa di coscienza dei lavoratori della cruda e amara realtà è resa ancor più drammatica dal fatto che le proiezioni attuali indicano una chiusura del 2009 con volumi nettamente inferiori alle già pessimistiche previsioni di inizio anno.
E per un’azienda come la Whirlpool di Siena, facente parte della multinazionale americana quotata in borsa che deve rispondere alle esigenze pressanti degli azionisti, chiudere con volumi in calo per il terzo anno consecutivo – e con una situazione di crisi già dichiarata qualche mese fa con l’annuncio di circa 60 esuberi – non è certamente un segnale rassicurante.
Le Rappresentanze sindacali di stabilimento saranno pertanto chiamate in questo periodo a sobbarcarsi un duro e difficile lavoro di sostegno ai lavoratori e soprattutto di confronti serrati con l'Azienda per monitorare quotidianamente la situazione produttiva ed esplorare la disponibilità a percorrere nuove strade che nell’immediato possano venire incontro ai dipendenti ed alleviarne i sacrifici economici.
Massimo Onori
FIOM CGIL Siena