di Augusto Mattioli
ROSIA. Presidio questa mattina davanti ai cancelli della Bayer Biological di Rosia di una cinquantina di dipendenti dell’azienda nell’ambito di otto ore di sciopero che si sono svolte tra ieri e oggi e che, secondo il sindacato, hanno visto un’adesione totale. La proprietà ha annunciato da tempo che nel giugno del 2009 lascerà lo stabilimento senese e trasferire tutte le attività in Lombardia. Di qui la richiesta dei lavoratori di trovare soluzioni per garantire “un’occupazione alternativa” in provincia di Siena per tutti coloro i quali nei prossimi mesi perderanno il lavoro.
Solo 8 persone sono state ricollocate in altre aziende. Per altre settanta la situazione è in alto mare nonostante numerosi incontri tra azienda, sindacati ed enti locali. Una situazione che genera molte tensioni, soprattutto tra i più anziani, troppo giovani per andare in pensione ma di difficile ricollocazione La Bayer aveva affidato ad un’agenzie, la Cushman&Wakefield l’incarico di individuare un imprenditore che potesse mantenere a Rosia uno stabilimento. Ma finora non c’è stato alcun risultato in merito.
Dure critiche all’atteggiamento della multinazionale arrivano dal sindacato.
“La Bayer sta tenendo verso i lavoratori un comportamento immorale” – sottolinea Claudio Vigni, segretario della Cgil di Siena – in oltre un anno non è stata in grado di fornire nessuna risposta capace di dare una speranza a 70 famiglie, segno di un’assenza di volontà e di un atteggiamento di rapina verso il territorio che deve essere contrastato con forza da tutta la collettività”.
Solidarietà alla difficile lotta per il posto di lavoro dei lavoratori della Bayer è arrivata da forze politiche e dai dipendenti di altre aziende: Novartis, RCR (la ex Calp), Florence, Asl7 e Monte dei Paschi”.
In programma nelle prossime settimane altre iniziative di lotta. Non è esclusa neanche l’occupazione dello stabilimento.