CASOLE D'ELSA. Da Luigi Serchi, presidente del locale circolo del PdL, riceviamo e pubblichiamo.
"Casole d’Elsa, un Comune dinamico e pieno di vita, per così dire “alla portata di tutti” sembra diventare una realtà chiusa come simboleggiano il complesso di vasi e di catene installati nel centro.
Speriamo che questa metafora non porti a snaturare il dna del paese e privi la popolazione delle occasioni di ritrovo e socializzazione dopo che molti residenti sono stati indotti ad abbandonare Casole e a trovare altrove un’abitazione di loro proprietà.
L’allontanamento da Casole della sua gente, vuol dire togliere ossigeno a quelle poche attività produttive che ancora resistono, mancando sempre più la clientela.
L’emigrazione porta inevitabilmente i casolesi verso i comuni limitrifi più grandi ed economicamente più rilevanti; tornando alle metafore, sembra che un cappio stia soffocando Casole molto lentamente.
Non vorremmo che il comune subisse un inesorabile declino qualitativo, temiamo che possa diventare un ameno paesino, bello dentro e fuori ma quasi inanimato, se non per quei pochi turisti richiamati da qualche sagra o festa estiva.
Purtroppo l’impoverimento sociale di Casole porta molti a non ascoltare a non chiedere e a veder poco o niente di quello che succede. Sempre più siamo chiusi nelle nostre stanze, non instaurando un dialogo o una discussione tra di noi su quello che accade a Casole e senza poter vedere, attraverso un confronto, quali altri metodi e/o strumenti potrebbero essere messi in campo per tutelare e sviluppare quel tessuto sociale che piano piano si sta deteriorando.
Per cui inviamo tutti i casolesi e coloro che hanno a cuore il nostro comune a non abbandonare Casole; auspichiamo che un moto di opinioni contribuisca a rimuovere le barriere, non solo quelle fisiche, al fine di ridare al paese slancio e vitalità economica e sociale delle quali tutte le comunità hanno bisogno, e la nostra in particolare, per non sparire dalla storia".