SIENA. Una modalità di erogazione dei contributi della Fondazione Monte dei Paschi di Siena destinati a lavori edili che aiuti i comuni soggetti al patto di stabilità nelle difficoltà del momento. E’ un intervento che potrebbe coinvolgere quattordici amministrazioni comunali della nostra provincia con popolazione sopra i cinquemila abitanti (Abbadia San Salvatore, Asciano, Castelnuovo Berardenga, Chianciano Terme, Chiusi, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme, San Gimignano, Sinalunga, Sovicille e Torrita di Siena) e che non comprende realtà più grandi come Siena, Poggibonsi e Colle Val d’Elsa, nonché la Provincia di Siena.
La novità, in via sperimentale, che quest’anno sarà possibile introdurre su richiesta, è stata illustrata nel corso di un incontro presso la sede della Fondazione Mps che ha visto la presenza del presidente della Provincia Simone Bezzini e del vicepresidente Alessandro Pinciani, nonché dei sindaci, o loro rappresentanti dei comuni interessati.
Ad aprire la riunione il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, che ha sottolineato come l’iniziativa rientri in quel clima di collaborazione e intesa con le istituzioni del territorio, ricordando che la Fondazione non è disponibile solo per le erogazioni, ma anche per mettere a disposizione dei vari enti conoscenze tecniche ed esperienza acquisite negli anni dalla struttura. “Su sollecitazione del presidente della Provincia Bezzini – ha ricordato Mancini -, ci siamo posti il problema di come venire incontro ai Comuni soggetti al patto di stabilità ed alle difficoltà di spesa che tale patto comporta. Così sono stati adottati i criteri di ridurre la percentuale di cofinanziamento richiesta, quindi di consentire di produrre i progetti definitivi non al momento della presentazione della domanda, ma entro la fine del 2010. Un ulteriore passo è stato quello di creare appunto maggiori facilitazioni nei pagamenti dei contributi concessi.
Nelle parole del presidente della provincia Bezzini, il quadro delle difficoltà attuali e quindi l’esigenza di un approccio <sincronizzato> tra enti territoriali e Fondazione anche in considerazione del fatto che la filiera tra documentazione, progetti, cantieri ed esecuzione dei lavori non può essere accorciata del tutto a causa dei margini di incertezza che ci sono nelle varie fasi. “Di fronte alle ristrettezze provocate dalla crisi e della nuova stretta della finanza pubblica occorre – ha detto -, piena collaborazione anche nei dettagli per non ingessare risorse. E in questo è positiva la disponibilità della Fondazione”.
E’stato poi il responsabile della direzione Affari Istituzionali della Fondazione, Alberto Faleri, ad illustrare nei dettagli tale opportunità che prevede su richiesta dell’ente interessato e previa approvazione da parte dell’organo amministrativo della Fondazione, una modalità di erogazione delle somme concesse suddivisa in tre tranche, di cui due, e questa è la novità, con carattere anticipatorio sulle spese previste relative ai lavori edili già affidati: la prima del 30% della somma, la seconda del 40%, l’ultima del 30% a lavori conclusi.
Molto positiva l’accoglienza del provvedimento da parte dei sindaci che nei vari interventi hanno ribadito le grandi difficoltà derivanti dai nuovi tagli della finanza pubblica, con rischi per l’erogazione dei servizi. Si è di fronte, hanno rilevato, a grossi ostacoli nell’impiegare le risorse anche nel caso che ci siano le disponibilità: quello dei residui passivi è un problema che negli ultimi anni deriva non da inadempienze ed incapacità di spendere da parte degli enti locali, ma da precisi vincoli di legge.
La novità, in via sperimentale, che quest’anno sarà possibile introdurre su richiesta, è stata illustrata nel corso di un incontro presso la sede della Fondazione Mps che ha visto la presenza del presidente della Provincia Simone Bezzini e del vicepresidente Alessandro Pinciani, nonché dei sindaci, o loro rappresentanti dei comuni interessati.
Ad aprire la riunione il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, che ha sottolineato come l’iniziativa rientri in quel clima di collaborazione e intesa con le istituzioni del territorio, ricordando che la Fondazione non è disponibile solo per le erogazioni, ma anche per mettere a disposizione dei vari enti conoscenze tecniche ed esperienza acquisite negli anni dalla struttura. “Su sollecitazione del presidente della Provincia Bezzini – ha ricordato Mancini -, ci siamo posti il problema di come venire incontro ai Comuni soggetti al patto di stabilità ed alle difficoltà di spesa che tale patto comporta. Così sono stati adottati i criteri di ridurre la percentuale di cofinanziamento richiesta, quindi di consentire di produrre i progetti definitivi non al momento della presentazione della domanda, ma entro la fine del 2010. Un ulteriore passo è stato quello di creare appunto maggiori facilitazioni nei pagamenti dei contributi concessi.
Nelle parole del presidente della provincia Bezzini, il quadro delle difficoltà attuali e quindi l’esigenza di un approccio <sincronizzato> tra enti territoriali e Fondazione anche in considerazione del fatto che la filiera tra documentazione, progetti, cantieri ed esecuzione dei lavori non può essere accorciata del tutto a causa dei margini di incertezza che ci sono nelle varie fasi. “Di fronte alle ristrettezze provocate dalla crisi e della nuova stretta della finanza pubblica occorre – ha detto -, piena collaborazione anche nei dettagli per non ingessare risorse. E in questo è positiva la disponibilità della Fondazione”.
E’stato poi il responsabile della direzione Affari Istituzionali della Fondazione, Alberto Faleri, ad illustrare nei dettagli tale opportunità che prevede su richiesta dell’ente interessato e previa approvazione da parte dell’organo amministrativo della Fondazione, una modalità di erogazione delle somme concesse suddivisa in tre tranche, di cui due, e questa è la novità, con carattere anticipatorio sulle spese previste relative ai lavori edili già affidati: la prima del 30% della somma, la seconda del 40%, l’ultima del 30% a lavori conclusi.
Molto positiva l’accoglienza del provvedimento da parte dei sindaci che nei vari interventi hanno ribadito le grandi difficoltà derivanti dai nuovi tagli della finanza pubblica, con rischi per l’erogazione dei servizi. Si è di fronte, hanno rilevato, a grossi ostacoli nell’impiegare le risorse anche nel caso che ci siano le disponibilità: quello dei residui passivi è un problema che negli ultimi anni deriva non da inadempienze ed incapacità di spendere da parte degli enti locali, ma da precisi vincoli di legge.