"Al Paese servono dignità e senso dello stato per uscire dalla crisi"
Adusbef, pur non volendo infierire in un giorno tragico per azionisti, risparmiatori, lavoratori, utenti bancari e sistema Paese, sulla gestione di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, che avevano promesso di portare la banca verso approdi più sicuri, dopo le severe pagelle uscite dai test della Bce, che hanno evidenziato Montepaschi come una delle banche più problematiche d’Europa, con la richiesta di 2,1 miliardi di euro per ristorare ed integrare la carenza di capitale, ritiene che un minimo di autocritica imporrebbe le immediate, irrevocabili dimissioni di quei due signori, non in grado di gestire, tra le urgenti opzioni, né la fusione e neppure la vendita della banca.
Adusbef si aspetta che Profumo e Viola, in un sussulto di dignità, ricorrano a quell’antico istituto delle dimissioni irrevocabili, riscattando così le colossali menzogne secondo cui Bankitalia sia stata tenuta all’oscuro delle operazioni “struttura BTP 2034 e nota Alexandria”, smentita dalle ispezioni della Vigilanza di Bankitalia iniziate l’11 maggio e concluse il 6 agosto 2010 (firmata da Vincenzo Cantarella, Biagio De Varti, Giordano Di Veglia, Angelo Rivieccio, Federico Pierobon, Omar Qaram), ma soprattutto dalle successive ispezioni del 2011,dove gli ispettori della Banca d’Italia esaminarono i numeri di Banca Mps, nel quale dedussero esplicitamente il collegamento tra l’operazione di ristrutturazione Alexandria e i repo sui BTp condotti con la controparte Nomura, oltre che dal rapporto che la Banca d’Italia fornisce alla Consob nel mese di aprile 2012, quindi 5 mesi prima del supposto ritrovamento del Mandate il documento che legava esplicitamente le due operazioni in una oscura cassaforte nella stanza di Viola; il Profumo per aver fallito su tutta la linea, la promessa di risanare il Monte dei Paschi di Siena.
Elio Lannutti (Adusbef)