SIENA. Ieri la Calp, stamattina la multinazionale francese dei camper Triganò.
Piazza del Duomo è divenuta il luogo di ritrovo per chi teme di perdere il proprio posto di lavoro.
Nella sede della Provincia, presente il presidente Simone Bezzini che in questi giorni ha potuto toccare con mano il difficile compito che si è assunto, si sono incontrati oggi (23 giugno) rappresentanti dell’azienda, e i sindacati. Sul tavolo, pesante come un macigno, la richiesta di cassa integrazione straordinaria a zero ore a rotazione per i 385 dipendenti. Che temono che si arrivi anche alla chiusura perché l’azienda che produce camper a Cusona, nel comune di San Gimignano potrebbe addirittura decidere di tornare in Francia in seguito a decisioni del governo francese che ha promesso incentivi al settore a patto che riporti tutta la produzione nel Paese.
Un incontro che a quanto abbiamo potuto sapere non ha portato a decisioni concrete. Un altro meeting è previsto comunque il 29 giugno.
Tra i lavoratori che temono per il loro posto di lavoro la preoccupazione è molto forte. Anche perché andare in cassa integrazione comporta una consistente riduzione dello stipendio con conseguenze negative per vita di molte persone e ovviamente per le loro famiglie che rischiano di essere spinte verso la soglia di povertà.
Dunque, soprattutto per la Val d’Elsa la situazione occupazionale si va complessivamente aggravando.
Ma il quadro è negativo per tutta la provincia come sottolinea Claudio Vigni, segretario della Camera del lavoro. “Negli scorsi mesi, in provincia, abbiamo già perduto 7000 posti di lavoro, 1500 solo nel mese di marzo. I rischi sono forti per Rcr e Trigano, ma anche nel settore dell’edilizia dove nei prossimi mesi potremmo perdere 500 posti di lavoro. E poi ci sono problemi alla Whirlpool dove non vengono rinnovati i contratti a termine. E guardiamo con timore anche alla situazione occupazionale dell’ateneo”.
Il destino della Triganò "a tinte fosche" per i lavoratori
di Augusto Mattioli